Tra le serie tv comedy degli ultimi vent’anni, poche sono riuscite a emergere con la stessa forza, originalità e impatto di 30 Rock. Una serie purtroppo ancora troppo poco conosciuta in Italia ma che in America è un cult della comicità. Creata da Tina Fey, una dei massimi autori contemporanei in ambito comico, questa serie tv è andata in onda dal 2006 al 2013 sulla rete NBC per un totale di sette apprezzatissime stagioni e di centotrentotto episodi.
Prodotta da Broadway Video e Little Stranger, la serie NBC è stata amata da pubblico e critica per la sua capacità di fondere satira, tanta “meta-televisione” e umorismo acuto, brillante e sofisticato. A testimoniare il suo successo troviamo non solo dei buonissimi indici di ascolto, ma anche e soprattutto una grande quantità di vittorie durante le principali premiazioni in ambito seriale. Pensate che 30 Rock ha vinto, tra le varie nomination, ben sedici Emmy Awards e sei Golden Globes! Ma di che cosa parla questa peculiare comedy multicamera? Cos’ha di così speciale che l’ha portata a distinguersi?.
Nonostante la scarsissima distribuzione ricevuta in Italia, vale infatti la pena investire il vostro tempo per recuperarla.
Nel seguente articolo vi spiegheremo le ragioni per cui dovreste assolutamente guardare (o ri-guardare) questo piccolo gioiellino troppo spesso dimenticato.
30 Rock sta per 30 Rockefeller Plaza. Un grattacielo situato nel quartiere di Midtown a New York, dove, nella serie, viene girato un fittizio programma di sketch comici che non si allontana molto dallo stile del Saturday Night Live. Assumendo la visione privilegiata del dietro le quinte dello show, il pubblico segue le bizzarre avventure di Liz Lemon (interpretata dalla stessa Tina Fey), una talentuosa ma stressata e insicura capo-sceneggiatrice e produttrice dello show. Liz non ha infatti vita facile e deve assicurarsi che tutto il programma vada in onda senza disastri (cosa alquanto rara). Tutto viene sconvolto quando, con un cambio ai vertici della rete, il The Girlie Show, che vedeva come star l’egocentrica e vanesia Jenna Maroney, viene ribattezzato TGS with Tracy Jordan. Nuova stella del programma è infatti l’eccentrico e volubile, per non dire psicolabile, Tracy Jordan (Tracy Morgan), attore che garantirà alla rete maggiori ascolti.
A imporre questa nuova linea è Jack Donaghy (Alec Baldwin), tanto carismatico quanto cinico dirigente della NBC incaricato di supervisionare il nuovo TGS. Proveniente dal mondo della finanza, Jack ha idee grandiose per il network. Ciò lo porta subito a entrare in conflitto con l’approccio creativo di Liz, ma ci vorrà poco prima che i due inizino a instaurare un rapporto mentore-allieva.
Una work-place comedy diversa dalle altre quella di 30 Rock.
Una serie che, oltre a raccontare le storie personali dei suoi protagonisti, si palesa subito come un’intelligente e pungente satira nei confronti del mondo della televisione e dello spettacolo.
Un microcosmo fatto di compromessi, situazioni assurde e tanta, improvvisazione. La serie, infatti, seguendo le vicende di Liz Lemon, racconta, parodia e critica i più gretti e cinici meccanismi interni all’industria dell’intrattenimento, dalle pressioni dei manager che poco hanno a che vedere con l’arte e la libera espressione, ai capricci delle star. Un meta-narrazione che offre uno sguardo attento, e nella maggior parte dei casi esilarante, sul dietro le quinte di un programma televisivo, svelando le assurdità e le dinamiche di potere che regolano il mondo dello spettacolo, seppur con tutte le dovute esagerazioni del caso.
Un equilibrio tra parodia, momenti sopra le righe e altri più studiati che riescono a reggere non solo grazie a una buona sceneggiatura di fondo, ma anche e soprattutto grazie ai personaggi principali della serie, che ben si bilanciano tra loro.
Gran merito di ciò si deve senz’ombra di dubbio al grandioso cast della serie che ci ha regalato delle performance particolarmente azzeccate e sul pezzo.
Tina Fey, nei panni di Liz Lemon, dà vita a un personaggio complesso, divertente e straordinariamente umano, in cui viene facile riconoscersi per via non solo dei punti di forza, ma anche e soprattutto dei limiti. Liz è una professionista nel suo campo, ma è tutto fuorché sicura e carismatica. Una donna che tenta di bilanciare la sua carriera con la sua vita personale come meglio può e che tenta di mascherare l’ansia e le paure con una marcata ironia e autoironia.
Alec Baldwin, da parte sua, nel ruolo di Jack Donaghy, offre una performance a dir poco magistrale, forse una delle migliori della sua carriera. Baldwin riesce infatti a risultare assolutamente esilarante pur dovendo interpretare un personaggio cinico e ambizioso. Un uomo dalla rigida visione che viene costantemente messa alla prova dalle eccentricità del team del TGS. Il contrasto tra la sua rigidità e le follie in cui si ritrova genera inevitabilmente tante risate, le stesse che ritroviamo anche nella peculiare relazione che si instaura tra lui e Liz. Un rapporto che evita saggiamente il cliché dell’amore, ma che invece porta allo sviluppo di una profonda amicizia basata su rispetto reciproco e continua sfida.
I restanti membri del cast, tra cui spiccano Tracy Morgan (Tracy Jordan), Jane Krakowski (Jenna Maroney), Jack McBrayer (Kenneth Parcell) riescono anche con poche battute a risultare immediatamente divertenti agli occhi del pubblico. Non solo per la loro eccentricità fuori dalle righe, ma anche per appassionanti storyline secondarie che vengono sviluppate dalla trama orizzontale di 30 Rock.
E la commedia? Con 30 Rock, Tina Fey e il suo team di sceneggiatori di grande talento, è riuscita nell’intento di creare un universo comico in cui ogni dettaglio è curato e dove nulla è lasciato al caso.
La serie riesce a mescolare con grande equilibrio un umorismo alla portata di tutti con alcune graffiate più colte. Il tutto restando una serie adatta a una variegata tipologia di pubblico. 30 Rock non si esime infatti dal puntare sullo slapstick (basato su gag fisiche) e su un umorismo spesso sguaiato che punta all’assurdo grazie a personaggi folli e stralunati come Tracy e Kenneth, così come non rinuncia al riferimento colto. Giochi di parole, i più svariati riferimenti alla cultura pop, satira politica…Elementi di certo comprensibili a chiunque mastichi la cultura americana, ma che potrebbero comunque sfuggire a uno spettatore meno attento.
Ma non solo dal punto di vista umoristico. Un altro elemento che distingue 30 Rock dalle altre sitcom è il suo rifiuto dei cliché e degli stilemi tipici del genere. La serie evita infatti soluzioni narrative facili e preconfezionate, offrendo invece trame originali e spesso imprevedibili, che divertono e non si ripetono mai.
Se siete alla ricerca di una serie alla “Boris” (seppur con le sue ovvie diversità) che non solo vi faccia ridere, ma che vi offra anche un’intelligente e acuta analisi del mondo della televisione e dell’intrattenimento, 30 Rock è la scelta perfetta. Non ve ne pentirete!