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10 cose che hai pensato dopo aver guardato la prima puntata di Una Serie Di Sfortunati Eventi

Una serie di sfortunati eventi

6- Barney e Robin!!!

Come non impazzire rivedendo gli attori che interpretano Barney e Robin di How I Met Your Mother? Cobie Smulders e Neil Patrick Harris di nuovo insieme sul set: per un fan di HIMYM è molto allettante l’idea di poter vedere come interagirebbero nella scena, di nuovo sullo stesso set.

Nel Pilot non abbiamo ancora avuto questa visione, ma chissà più avanti..

7- La voce narrante è intrigante!

La voce narrante è decisamente ottima! L’attore che fa il narratore dando ordine agli eventi è Patrick Warburton. In grado di incuriosire il pubblico rilevando quanto basta, lo sprona a guardare oltre, anche se a parole dice esattamente l’opposto. Certamente sa il fatto suo e infatti, se andiamo a vedere la sua carriera, è prevalentemente un doppiatore e lo possiamo ascoltare in svariati cartoni di animazione ma anche videogames.Una Serie di Sfortunati Eventi

Inoltre compare in un numero consistente di Serie Tv, anche in ruoli principali come in “Perfetti ma non troppo” e “Le Regole dell’amore”. Non c’è che dire: sinora è un ciliegina sulla torta che è Una serie di sfortunati eventi. Inoltre il suo personaggio fa la parte dello scrittore della serie di libri.

8- Parole e dettagli sono rivelatori

Si vede subito: Una serie di sfortunati eventi è un telefilm molto attento ai dettagli. Ci sono molti Easter Egg di cui potete leggere in questo articolo, magari una volta finita la visione, ma anche già dal pilot è facile notare come l’uso delle parole sia ritenuto fondamentale.

I fratelli Baudelaire ci vengono presentati sin da subito come bambini molto svegli, e tutto ciò viene sottolineato dalla conoscenza sintattica e dall’abilità nell’usare la terminologia adatta alla situazione, oltre ad una comprensione molto più estesa di quella che normalmente imputiamo a delle persone di quell’età (ma hanno tutti e tre età diverse!).

Anche gli adulti rispettabili si esprimono nella stessa maniera, mentre ad esempio, il Conte Olaf le usa approssimativamente, perché “va bene uguale” e “ci siamo capiti”, nota ancora più evidente (e dolente) nel momento in cui inizia a inserire nel discorso parole di altre lingue.

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