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È lei la vera protagonista della seconda stagione di Una Serie di Sfortunati Eventi. Ma nessuno (o quasi) se n’è reso conto 

Una Serie di Sfortunati Eventi
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Attenzione: evitate la lettura se non volete imbattervi in spiacevoli spoiler sulla seconda stagione di Una Serie di Sfortunati Eventi e fastidiosi flash forward sulla terza

Com’è iniziata l’atroce avventura dei fratelli Baudelaire? Lo sappiamo bene: i tre sventurati, vittime di un cinico “Conte” che si fa chiamare Olaf, perdono i genitori in un incendio e si ritrovano ad essere perseguitati dall’uomo, voglioso di impossessarsi della loro eredità. Da lì in poi li abbiamo visti protagonisti di un susseguirsi insostenibile di malintesi, tragedie, fughe eroiche e rovinose cadute. Le prime due stagioni di Una Serie di Sfortunati Eventi hanno messo in scena al meglio le vicende tratte dai romanzi di Daniel Handler, con dovizia di dettagli e intriganti sottotesti che hanno, in un contesto del genere, valore pari a quello dei testi. L’hanno fatto con eleganza e ironia, creando grandissime aspettative per la terza e ultima stagione che Netflix diffonderà, con ogni probabilità, l’anno prossimo. Ma c’è un problema. Un problema non da poco. Perché l’arco narrativo principale della storia potrebbe essersi già chiuso, a metà strada. E l’eredità dei Baudelaire, bramata ardentemente dal Conte Olaf, potrebbe essere finita nelle mani di un personaggio imprevedibile, vero protagonista della seconda stagione. Nell’indifferenza generale.

Una Serie di Sfortunati Eventi

Chi ha letto i romanzi ha già capito dove vogliamo andare a parare. Chi non l’ha fatto, invece, non ha idea di quel che sta per leggere ed è ancora in testo per evitare, se vuole, uno spiacevole spoiler. Di chi stiamo parlando? Chi ha rubato, sotto il nostro naso, i soldi dei Baudelaire? Mrs. Bass. La grande e irreprensibile Mrs. Bass, che non sapevamo facesse anche la rapinatrice. Se non riuscite a individuarla, vi aiutiamo: è una delle insegnanti della Prufrock Preparatory School, impegnata nella classe di Klaus. Per intenderci, quella fissata (non per caso) con le misurazioni. La seconda stagione di Una Serie di Sfortunati Eventi l’ha mostrata in pochi momenti, fondamentali per il finale di questa sadica storia. L’abbiamo vista per la prima volta nel doppio episodio The Austere Academy, alle prese con i suoi atterriti allievi. Il metodo d’insegnamento della docente, infatti, è piuttosto inutile: perché perdere tempo ad apprendere i fondamenti della matematica, quando ci si può limitare a misurare cose a caso? Un vasetto di maionese, per esempio. Una melagrana, rassicurante quanto una mela piantagrane. Oppure il Mulctuary Money Management. La banca di Arthur Poe.

Una Serie di Sfortunati Eventi

È lecito pensare che possa essere più costruttivo degli aneddoti di un professore (vero, Violet?), e lo è soprattutto per l’ignobile insegnante di Klaus che, di fatto, ha sfruttato gli alunni per renderli complici di una rapina redditizia. Lo dimostra lo strano test a cui li ha sottoposti, fatto di due domande: le dimensioni della banca da rapinare, e la distanza in centimetri tra le telecamere di sicurezza. Purtroppo Klaus, l’unico che avrebbe potuto sospettare qualcosa, dormiva (per colpa del Conte Olaf) e quella che sembrava essere una battuta bislacca ha dato vita al particolare plot twist di Una Serie di Sfortunati Eventi. Infatti, abbiamo ritrovato Mrs. Bass nel season finale (The Carnivorous Carnival), in mezzo al pubblico dello spietato spettacolo del Conte Olaf (quello con i leoni). La vediamo raramente, ma non si può non notare il sacco pieno di soldi da lei tenuto in mano. Lei non nega che sia frutto di una rapina e quel che sostengono implicitamente i libri di Handler potrebbe essere molto più esplicito nella serie tv: è lei ad impossessarsi dell’eredità dei Baudelaire. Anche grazie alla comica complicità di Mr. Poe, che a fine episodio la accompagna nella sua banca per un “prelievo”. Alla faccia del Conte Olaf che ha fatto e farà di tutto per mettere le mani sul bottino. E alla nostra, osservatori distratti. Incapaci di comprendere che tutto quello che vedremo tra un anno sarà, economicamente, superfluo.

Antonio Casu 

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