Nelle serie tv esistono i colpi di fulmine. Ci sono pilot che catturano sin dalla primissima scena, facendoci innamorare sin da subito di ambientazione e personaggi. Chi si scorda degli adrenalinici incipit in medias res di serie come Lost o Breaking Bad? Oppure, spostandoci sul lato comedy, di pilot ricchi come quello di How I Met Your Mother? Questo significa che, se uno show non ci fulmina sin dai primi istanti non vale la pena di proseguire la visione? Ovviamente no. Oggi vi vogliamo infatti parlare, infatti, di una serie che, pur non avendoci fatto strappare i capelli dall’entusiasmo sin da subito, è riuscita a conquistarci poco per volta, dopo un progressivo corteggiamento che ci ha fatto abbandonare ogni remora: Abbott Elementary, disponibile con le sue due prime stagioni su Disney+.
Sebbene non tutti abbiano sperimentato con lei il proverbiale colpo di fulmine sin dal primo episodio, la serie ha infatti dimostrato di essere di altissimo livello sotto moltissimi punti di vista. Originalità e profondità che emergono gradualmente, premiando così la pazienza dello spettatore con una visione divertente e capace di colpire nel segno.
Cosa ci ha stupito della serie? Come ha fatto Abbott Elementary a insinuarsi pian piano nei nostri cuori?
Prima di addentrarci in quelli che sono stati gli elementi decisivi per farci appassionare a questa serie, proviamo a dare un accenno di trama a chi non l’avesse mai vista.
Creata da Quinta Brunson, che interpreta anche la protagonista Janine Teagues, Abbott Elementary è una serie comedy mockumentary (finto documentario) che segue le vicende quotidiane degli insegnanti e del personale di una scuola pubblica sottofinanziata. La serie riesce molto bene a combinare umorismo e dramma, offrendo così uno spaccato realistico ma anche ottimista del sistema educativo americano e, più in generale, dei limiti e delle potenzialità del mondo della scuola.
Come già detto, la protagonista della serie è la maestra Janine, una giovane insegnante di seconda elementare determinata a fare la differenza.
Altrettanto idealista è poi Jacob, docente un po’ goffo, entusiasta e sperimentatore. Più concreto è invece Gregory, un serio e disciplinato supplente con il sogno di diventare preside. A rappresentare la vecchia guardia ci sono Barbara, una vera e propria veterana saggia e pragmatica, una sorta di figura materna per i colleghi, e Melissa, un’insegnante tosta e decisa con un sacco di contatti e facile alla lite. Completano il quadro Ava, preside eccentrica che ha ottenuto il posto solo per vie traverse e più interessata alla sua immagine che alla scuola e lo strambo bidello Mr. Johnson.
Abbott Elementary non è una serie pensata per stregare immediatamente il pubblico con colpi di scena, effetti speciali o situazioni comiche esagerate. La sua forza risiede infatti nella costruzione lenta e costante dei personaggi e dei loro rapporti interpersonali. Del loro sviluppo e degli intrecci che portano avanti la trama. Ma procediamo con ordine.
Uno dei principali motivi per cui le comedy richiedono tempo per farsi apprezzare è l’affezione che il pubblico impara a maturare nei confronti dei protagonisti della storia. Un’empatia che si sviluppa pian piano. Nei primi episodi, infatti, i personaggi potrebbero sembrare eccessivamente caricaturali. D’altronde, risulta piuttosto difficile raccontare l’essenza di un personaggio in solo una ventina di minuti. Con il tempo, però, solitamente gli autori si impegnano a mostrarne ogni sfaccettatura, rivelando aspetti sempre più complessi e profondi delle loro personalità. In questo, Abbott Elementary non fa eccezione. All’inizio, i protagonisti sembrano incarnare degli stereotipi viventi: la maestra idealista, la preside incompetente, l’insegnante anziana e saggia e così via.
Tuttavia, con il progredire della serie, questi personaggi si rivelano sempre più complessi e tridimensionali.
Janine non è infatti solo una giovane insegnante buona, entusiasta e ingenua. Il suo ottimismo di fondo nasconde infatti profonde insicurezze. La donna lotta infatti continuamente per bilanciare il suo idealismo con la dura realtà tipica suo lavoro. Melissa potrebbe sembrare inizialmente solo un’insegnante severa, tosta e inscalfibile. Tuttavia, con il tempo, anche il suo personaggio rivela una profondità emotiva e un passato che rende più comprensibile il suo comportamento. Che dire poi di Ava, presentata come donna vanesia e superficiale, ma che, dimostra nel corso della serie una grande crescita emotiva e di maturazione personale?
Tassello dopo tassello, grazie alla combinazione delle interviste tipiche del mockumentary che permettono allo spettatore di conoscere sul serio i personaggi e all’approccio tanto comico quanto realistico tramite cui vengono raccontate le storie della scuola, Abbott Elementary finisce non solo per diventare una serie sempre più appassionante, ma una vera e propria comfort zone. È una celebrazione della resilienza umana e della bellezza che si trova nelle piccole cose della vita quotidiana. Si parte con cautela con la visione di un paio di episodi, si resta discretamente colpiti, e alla fine si finisce per non vedere l’ora di vedere la puntata successiva. La pazienza, d’altronde, è la virtù dei forti.
Una pazienza che premia e che viene ripagata da una grande qualità sotto tutti gli aspetti.
Sia dal punto di vista della scrittura che da quello della comicità, ma anche dalle profonde riflessioni nate dall’ironia di cui solo delle comedy ben congeniate sono capaci. Abbott Elementary si distingue infatti per il realismo con cui affronta problematiche quotidiane e sfide lavorative. Dalle aule sovraffollate, alla mancanza di fondi, passando per i problemi disciplinari. Tutto è rappresentato con una veridicità tale da permettere a chiunque abbia vissuto la scuola, docenti e alunni, di rivedersi nelle storie raccontate, al di là del diverso contesto culturale e geografico.
La serie non presenta infatti una visione edulcorata del mondo dell’educazione, ma mostra invece le gioie e le fatiche dell’insegnamento. Da un lato lo sconforto per la mancanza di risorse e la frustrazione di insegnante i cui meriti spesso non vengono riconosciuti. Da un altro le piccole vittorie quotidiane di insegnanti e studenti.
Un realismo amplificato dalla scelta stilistica del mockumentary, che ha già in passato decretato il successo di tante famosissime comedy, da The Office a Parks & Recreation. Le interviste e le riprese in stile documentario trasmettono agli spettatori una maggiore immersione nella vita dei personaggi, un aspetto che conferisce ad Abbott Elementary maggiore autenticità e credibilità. Grazie a tutti i pregi che abbiamo prima evidenziato, da serie interessante ma poco conosciuta, la popolarità della workplace comedy è andata crescendo grazie a un buon passaparola, ottime recensioni e alla vittoria di alcuni prestigiosi premi.
Con un pubblico sempre più in ascesa, Abbott Elementary sta scalando sempre di più l’Olimpo delle serie tv comedy, diventando un appuntamento fisso per molti spettatori.
La capacità di coinvolgere il pubblico attraverso storie autentiche e personaggi realistici ha reso Abbott Elementary una delle serie più apprezzate degli ultimi anni. Un esempio perfetto di come, molto spesso, senza bisogno di fuochi d’artificio, la bellezza si può trovare nelle piccole cose, passo dopo passo.