Dopo il suo grande successo nella stagione dei premi, ecco che, dopo una lunga attesa, Abbott Elementary, serie ABC creata dalla giovane e talentuosa Quinta Brunson, torna sugli schermi di Disney Plus. La piattaforma di topolino ha infatti diffuso nella giornata del 1 marzo 2023 i primi dieci episodi della seconda stagione della fortunata comedy per regalare al pubblico un ottimo antipasto prima della diffusione della restante parte. Dovremo infatti aspettare ancora qualche mese prima di poter valutare nel suo complesso la stagione, che sta ancora attualmente andando in onda negli USA. Questa prima fetta di episodi ci avrà dunque convinto dimostrandosi all’altezza della prima, una delle più grandi sorprese nel panorama delle comedy degli ultimi anni, oppure no? Restate con noi per scoprirlo!
Vi lasciamo quindi alla nostra recensione dei primi dieci episodi della seconda stagione di Abbott Elementary.
Iniziamo subito con il dire questo: Abbott Elementary non ha di certo perso il suo tocco e noi non potremmo esserne più contenti. Dopo il grande senso di sorpresa e scoperta provati a seguito della visione della prima stagione dello show, dobbiamo proprio dire che questa prima tranche di episodi non solo ha mantenuto lo stile brioso delle puntate precedenti ma, puntando su ciò che in passato aveva più funzionato, è riuscita a rendersi ancora più accattivante e divertente, puntando su storie semplici ma capaci di far ridere a gran voce e al contempo di far riflettere su tanti aspetti della società contemporanea e contando su personaggi che funzionano e che non annoiano mai.
L’aspetto novità rappresentato dalla serie ABC è, infatti, quello di portare lo spettatore ad assumere una prospettiva diversa a cui si è soliti associare a un prodotto televisivo ambientato in una scuola, ossia quella degli studenti, per seguire, invece quella di insegnanti, figure da sempre troppo spesso associate solo al loro ruolo istituzionale e autoritario e visti raramente nella propria umanità e quotidianità.
Ma procediamo con ordine.
L’estate è appena terminata e per l’entusiasta Janine (Quinta Brunson) e per i suoi colleghi è tempo di fare ritorno alla Abbott Elementary: All’apparenza tutto sembra essere uguale nella sfortunata e disastrata scuola statale di Philadelphia ma, in realtà, le novità sono parecchie. La nostra dolce protagonista infatti, pur ostentando una grande determinazione, dentro di sé soffre per la rottura con l’ex fidanzato Tarik e fatica a gestire la propria vita, tra responsabilità e difficoltà economiche che bussano alla sua porta. Gregory, d’altra parte, accantonato il sogno di diventare preside, affronta le paure date dal suo nuovo ruolo di maestro fisso. Ciò che segna però maggiormente la Abbott, tuttavia, è la minaccia rappresentata dalla Alcott, la nuova e attrezzata scuola elementare privata del quartiere che rischia di far sfigurare la scuola dei protagonisti, che, da parte sua, deve ancora lottare contro a tagli di budget, strutture in decadimento e vizi burocratici.
Con la stessa verve a cui eravamo stati abituati sin dalla prima stagione, ecco quindi che al centro della narrazione troviamo storie di vita quotidiana che sanno di vissuto e che non possono fare altro che farci provare un senso di nostalgia per i tempi andati e per un’infanzia che non tornerà ma che può ancora darci preziosi insegnamenti. Nonostante le grandi differenze tra il nostro sistema scolastico e quello americano, il pubblico non potrà che ritrovarsi nella maggior parte delle tematiche raccontate dallo show di Disney Plus: i problemi nell’educazione dei ragazzi, le difficoltà nell’adeguare l’insegnamento al cambio dei tempi, allo scontro ideologico di generazioni diverse, ognuna in grado di dare il proprio contributo ma spesso incapaci di dialogare tra loro.
Anche in questa stagione, infatti, Abbott Elementary ci pone in più occasioni di fronte a un dibattito senza fine.
Cambiare o ancorarsi al passato? Rischiare e potenzialmente fallire o restare sui binari e perdersi di conseguenza tutto ciò che le novità possono offrire? Quesiti che non trovano una risposta univoca e scritta nella pietra, ma che stimolano la riflessione non solo dello spettatore, ma anche dei protagonisti della storia, che arrivano anche a mettere in dubbio le proprie più radicate convinzioni grazie al dialogo e alla discussione. Personaggi che evolvono pur mantenendo sempre una caratterizzazione convincente che non li riduce a macchiette ma che, al contrario, li porta a conquistare un’individualità e una profondità tali da farli risultare memorabili e unici, nonostante vadano a ricoprire i classici modelli archetipici di una comedy.
Questo aspetto, che potrebbe essere sottovalutato da molti, costituisce uno dei maggiori punti di forza della serie: mentre progrediamo con la narrazione, infatti, riusciamo davvero a conoscere questi personaggi e ad affezionarci ancora di più a essi e alle loro storie, sia per quanto riguarda il loro approccio all’insegnamento, sia per quanto riguarda le loro storie personali, dalla crescita emotiva della protagonista e del suo contagioso ottimismo alle insicurezze di Jacob, dalle fatiche e sfide a cui anche le esperte Barbara e Melissa si ritrovano a superare, fino alla dolce e appassionante sottotrama amorosa che lega due personaggi animati da un’innegabile chimica che porta lo spettatore a fare il tifo per la coppia.
Ma, al di là del messaggio sociale e l’attenzione rivolta all’evoluzione psicologica dei personaggi, Abbott Elementary riesce a funzionare così tanto anche e soprattutto per la sua componente umoristica. Grazie a una comicità situazionale che ci porta a ridere per gli aspetti più buffi e ricchi di spunti, data dall’ambientazione scolastica, e per battute ben scritte e capaci di giocare con specifici riferimenti della nostra contemporaneità. Con dialoghi freschi e mai banali, la serie riesce infatti a intrattenere in maniera semplice ma spontanea. Grazie a una comicità che non punta sull’estrema irriverenza, quanto sull’ironia dei suoi personaggi, Abbott Elementary ci sa stupire con una semplicità capace di mettere d’accordo tanti tipi diversi di pubblico.
A modo loro, infatti, tutti i personaggi della serie riescono a dare il loro contributo alla narrazione. Oltre ai personaggi pensati per essere dei comic relief, come l’esilarante bidello Mr. Johnson (che meritatamente qui acquista maggior spazio rispetto alla prima stagione) e la strepitosa Ava, che oltre a farci divertire grazie a battute perfette sempre al punto giusto e alla sua straripante personalità ci mostra lati più profondi di sé, anche tutti gli insegnanti hanno il loro modo di brillare, grazie a ottime performance attoriali. Come non citare le lotte sociali, molto spesso a sproposito, portate avanti dal tenero e leale (ma anche logorroico) Jacob? E che dire delle sarcastiche uscite della sempre perfetta Barbara? E, ancora, delle meravigliose occhiate perplesse rivolte alla telecamera da Gregory e delle spassose figuracce che la povera Janine si ritrova spesso suo malgrado a fare?
Con questi suoi primi dieci episodi, la serie di ABC non solo supera la prova del nove rispetto alla prima stagione, ma ci regala anche nuove speranze rispetto a due generi seriali che sembrano non passare mai di moda e che regalano quasi sempre grandi soddisfazioni: quella del mockumentary (tecnica del finto documentario) e quella della work-place comedy.
Ricalcando un modello reso celebre da quelle che sono diventate a tutti gli effetti delle serie cult nell’ambito della comicità come The Office e Parks and Recreation, Abbott Elementary pare infatti pronta a ricevere il testimone e imporsi come un’istituzione del mondo delle comedy di questi anni ’20 del 2000, caricandosi il peso dell’eredità passata senza diventarne per questo succube. L’idea stessa di strutturare la seconda stagione, dopo il successo della prima, su una ventina di episodi da 25 minuti circa, ne è la prova, andando a ricalcare un modello che oggi pare desueto, ma che invece costituisce il miglior metodo per portare avanti una comedy. In questo modo, infatti la serie riesce a fidelizzare nel migliore dei modi il pubblico e a portare avanti trame verticali senza sacrificare l’orizzontalità del prodotto.
Una prima tranche di episodi promossa a pieni voti e che ci lascia in fervente attesa della seconda parte di stagione: Janine e Gregory riusciranno finalmente a diventare la coppia che tutti speriamo si formi? La Abbott riuscirà a superare la propria crisi?