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Abbott Elementary è tutto quello che dovrebbe essere oggi The Office per sopravvivere

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Come è stato affermato in tante occasioni, purtroppo, tanti episodi di The Office oggi non verrebbero mai proposti da una serie tv di produzione americana. Nonostante la serie sull’ufficio di Scranton non fosse mai realmente offensiva, e nei momenti più sensibili fosse evidentemente ironica o addirittura finalizzata a sollecitare riflessioni su determinate problematiche, nel 2023 verrebbe ugualmente investita dalle frange più estremiste del politicamente corretto statunitense.

Oltre al giudizio critico che può essere dato di una simile questione, la quale meriterebbe un articolo a parte, occorre oggi guardare al panorama attuale delle comedy statunitensi valutando in che modo si stanno evolvendo, come si stanno adattando alle nuove “esigenze” del pubblico. Abbott Elementary è sicuramente una delle serie più riuscite del genere tra quelle cominciate negli ultimi anni. È evidente che riprenda da The Office molte caratteristiche peculiari (e anche alcune figure come Jennifer Celotta alla regia), rappresentandone in qualche modo un suo adattamento applicato a un altro contesto, quello scolastico. Non è naturalmente nostra intenzione mettere le due serie sullo stesso piano, lungi da noi. Ciò non toglie che possa essere molto proficuo parlarne e notare come, pur ispirandosi tanto a The Office, Abbott Elementary applichi tanti aggiustamenti necessari a sopravvivere, risultando ugualmente un gioiellino.

Andiamo a scoprire quali sono stati gli aggiustamenti che Abbott Elementary ha deciso di adottare, senza tuttavia apportare alcun tipo di scelta forzata o discutibile

Abbott Elementary (640×360)

La recente vittoria ai Golden Globe, oltre alle 5 nomination agli Emmy, confermano che Abbott Elementary è una delle comedy del momento a tutti gli effetti. Molto spesso in Italia ci accorgiamo del valore di prodotti appartenenti a questo genere soltanto in un secondo momento e, anche in questo caso, il successo nel nostro belpaese sta arrivando soltanto gradualmente. L’uscita su ABC, e la distribuzione per l’Italia su Disney+ con un certo ritardo dal primo rilascio, non ha aiutato a valorizzarne il passaparola. Progressivamente però anche gli italiani si stanno rendendo conto del valore della serie e della sua creatrice (nonché attrice protagonista), Quinta Brunson, che sta dimostrando al mondo intero il suo grande talento.

La serie appartiene, nello specifico, al sottogenere delle workplace comedy, sottogenere finalizzato al racconto all’interno di luoghi di lavoro. Inoltre è un mockumentary, un falso documentario che, almeno in un primo momento, non svela a chi stiano parlando i personaggi della serie. Due caratteristiche che, combinate assieme, vedono un grande, enorme rappresentante proprio in The Office. Nel momento in cui si rivela l’intenzione di realizzare un prodotto che appartenga a queste categorie risulta impossibile non rifarsi a questa grandissima serie. The Office però cominciò nel 2005 e terminò nel 2013, riuscendo a svilupparsi in un periodo nel quale certi dettami, certe richieste del pubblico statunitense non erano pressanti e rumorose come invece lo sono oggi.

Abbott Elementary invece deve fare i conti con il panorama attuale e riesce a dimostrare, a discapito di quanto affermato anche da alcuni comici, che anche evitando di toccare certi temi (o facendolo solo con grande attenzione) è ugualmente possibile essere divertenti.

Abbott Elementary
Abbott Elementary (640×360)

La differenza più grande tra le due serie è, con ogni probabilità, rappresentata dal fatto che The Office mirava a mettere a disagio lo spettatore, a farlo sentire in imbarazzo di fronte all’assurdità delle azioni dei protagonisti. Al contrario Abbott Elementary, prendendo maggiormente spunto da Parks and Recreation (come affermato recentemente proprio dalla creatrice) non ha lo stesso intento e cerca di introdurre gli spettatori senza farli sentire fuori posto. I personaggi sono molto più accomodanti, non presentano lo stesso grado di follia e si mira dunque a una comicità di stampo diverso.

Oltre a ciò, altre differenze presenti in Abbott Elementary risiedono sicuramente nella grande presenza di attrici e attori afroamericani, e una maggioranza di attrici donne. Questi elementi, a dire il vero, sono piuttosto giustificati anche a livello narrativo: in una scuola elementare di Philadelphia è normale avere una grandissima presenza di persone afroamericane e, al tempo stesso, che le insegnanti donne siano la maggioranza non è affatto inusuale. Occorre inoltre sottolineare che i personaggi delle due serie presentano evidenti somiglianze, eppure lo sguardo che la camera e la narrazione rivolge loro è ben diverso. I capi di entrambi i luoghi di lavoro sono un esempio emblematico di ciò. Entrambi sono molto eccentrici, però se Michael è il protagonista a cui si vuole bene nonostante tutto, alcuni comportamenti di Ava al contrario vengono condannati senza che lei comprenda e faccia ammenda dei propri errori. La possibilità di avere un cast di personaggi meno ampio consente ad Abbott Elementary di approfondirli tutti maggiormente, e di farlo efficacemente con un numero di episodi ridotto. Il maggiore approfondimento delle loro personalità consente allo spettatore di conoscere più sfaccettature dei personaggi, ma lo sguardo rivolto loro non è per questo necessariamente più benevolo. Ciononostante, come ogni comedy che si rispetti, non c’è mai eccessiva cattiveria nei confronti dei protagonisti, restano tutti personaggi di cui lo spettatore continua a seguire le vicende con piacere. Ava resta, nonostante i suoi comportamenti criticabili, davvero esilarante.

Un’altra differenza notevole è rappresentata dalla scelta dei luoghi di lavoro. Se The Office presenta un ufficio in crisi, il quale rischia più volte la chiusura, Abbott Elementary si concentra sulla scuola, luogo sempre in crisi e sempre alla ricerca di fondi ma essenziale per la società. Qui lavorano persone che davvero credono in ciò che fanno e che vogliono farlo al meglio delle proprie possibilità, andando anche oltre quelle che sono le proprie capacità. Difficilmente a Scranton, eccetto Dwight, gli impiegati mostravano reale passione per un lavoro ripetitivo e poco entusiasmante, figurando come il tipico e noioso “lavoro d’ufficio”. La scuola, pur non garantendo affatto salari più alti e condizioni di lavoro più dignitose, coinvolge emotivamente i propri attori. Ed ecco che la scuola diventa lo specchio della società, diventa il luogo in cui la società viene riflessa, un luogo meno segregato dell’ufficio di Scranton. Alcune insegnanti cercano davvero di migliorare il luogo di lavoro e avvertono grande responsabilità nella formazione dei giovani studenti. Persino chi, come Gregory, è più scettico nei confronti del suo futuro come insegnante, viene investito dall’affetto dei bambini che confermano il buon lavoro che sta facendo. I lavoratori più anziani non sono esclusivamente persone che attendono la pensione e fanno il minimo indispensabile attendendo la fine della giornata lavorativa, talvolta aiutano i giovani e sono figure di riferimento, volenterosi di indirizzarli sulla via più giusta. Anche loro possono commettere errori, nonostante l’esperienza, perché rapportarsi con le novità della scuola, assieme all’orgoglio e al rifiuto di chiedere aiuto, possono causare problemi non di poco conto. Tutto questo certifica un’altra distanza importante tra i due prodotti: credere di fare davvero la differenza, mantenere una certa fiducia nelle proprie azioni e nel futuro, sembra oggi essere uno degli ingredienti fondamentali per storie di questo tipo, mentre il cinismo talvolta proposto da The Office non è più ben digerito.

Riuscirà mai la serie a raggiungere i fasti di The Office? Solo il tempo potrà dirlo, sicuramente sarà molto difficile. Ciò non toglie che stiamo già parlando di una grande serie tv, la quale sopravvive perfettamente nel panorama attuale

Abbott Elementary
Abbott Elementary (800×450)

In conclusione, quel capolavoro di The Office era uno specchio su un ufficio abitato da mostri, da freak in grado di divertirci per le loro stranezze e assurdità. Scherzare e ironizzare su obesità, etnie, orientamento sessuale e genere era usuale, e fortunatamente non risultava inaccettabile come invece, per alcune persone, sembra esserlo diventato oggi. Abbott Elementary rinuncia a ironizzare allo stesso modo su questi argomenti, riuscendo a risultare ugualmente un’ottima serie. Ricordandoci che è possibile divertire e parlare intelligentemente di problematiche anche senza offendere nessuno, neppure chi chiede un’attenzione e una sensibilità eccessive. Forse un giorno l’ironia di The Office verrà nuovamente accettata come avveniva fino a qualche anno fa. Intanto godiamoci Abbott Elementary, e apprezziamo questa versione odierna di The Office con i necessari aggiustamenti per sopravvivere.