Attenzione: sono presenti spoiler sulla terza stagione di Absentia
Sono ormai passati tre giorni dal rilascio su Amazon Prime della terza stagione di Absentia. Mandata in onda inizialmente su AXN, la serie ha attirato a sé consensi da pubblico e critica eppure siamo ancora a un punto morto in Italia.
Probabilmente il rilascio sulla piattaforma di Amazon potrà dare luce a un prodotto che merita sicuramente uno sguardo attento. Già dalla prima stagione (qui potete trovare le prime recensioni) ha mostrato la volontà di autori e attori di portare nella serialità moderna un tipo di originalità che attrae e sorprende. L’ambientazione è il primo fattore che risponde a questi canoni, vediamo la Bulgaria, la Romania e gli Stati Uniti, ci sembrerà persino di vedere l’Europa, ma saranno solo scene girate all’interno di edifici in Bulgaria, lì dove l’idea è nata. Lo stesso personaggio principale, Emily Byrne interpretata da Stana Katic. risulta distante da qualsiasi altro personaggio visto finora. Ex agente dell’FBI che viene rapita e torturata per anni in qualche modo riesce a scappare e viene salvata dal suo ormai ex marito. Torna in una società che non le assomiglia per nulla, né nell’aspetto, né negli ideali, diventa nemica di tutti, persino di se stessa.
Absentia è lo sguardo, profondo e spaventato, di una donna che ha vissuto l’Inferno e che non può fare a meno di riviverlo di nuovo, in ogni missione, in ogni istante della sua vita lontana dall’FBI.
Emily Byrne è patologia e rimedio. Durante le stagioni il suo personaggio, come gli altri, evolve in maniera straordinaria. Cambia stando però sempre dalla stessa parte, è forse l’elemento che si modifica di più all’interno della serie.
Ne avevamo già parlato, di come Absentia sia nel suo piccolo, perché ancora non valorizzata abbastanza in Italia, un prodotto eccelso che merita la visione e induce alla riflessione. Racconta e rende poesia una storia che inizia da un trauma e che si costruisce pian piano su se stessa. Arriva a raccontarsi da sola, fino alla terza stagione.
Qui c’è un’evoluzione non solo dei personaggi, ma anche delle storie dei nuovi elementi che vengono introdotti. Si parla di Europa, di fiducia (non come nelle prime due stagioni) ma di qualcosa che va oltre e che guida le azioni dei personaggi. La stessa Emily Byrne lotta in maniera diversa, lo fa per la sua famiglia e per la sua vita. Così come ha detto la stessa attrice nelle dirette con parte del cast sul suo profilo Instagram.
La dichiarazione d’intenti del pilot diventa altro nella terza stagione. Parliamo solo in maniera marginale del trauma di Emily, anche se avrà sempre la sua importanza nella trama, il nostro focus è su qualcosa che lega indissolubilmente tutti, dalla protagonista alla comparsa. L’idea che ne risulta di conseguenza sarà guidata dal senso di coesione e famiglia. Non c’è più solo Emily, ma il suo mondo è diventato trama con lei. Absentia con la terza stagione ha costruito un importante punto zero, Emily lotterà sempre, ma non più per se stessa, per redimersi dalla solita ingiusta accusa che si fa cadere sulle vittime, ma lotterà per l’unità degli elementi.
La scena in cui Nick e Flynn sembrano ormai essere morti è una delle conferme della sintonia che in questi anni si è creata tra pubblico e produttori. Sappiamo che non può essere vero, eppure abbiamo comunque un minimo sospetto. Fino alla scena dell’arrivederci che svela tutto e ci permette di essere in pace con tutta la stagione.
Questa terza stagione, grazie ad Amazon Prime, è stata rilasciata completamente il 17 luglio, a differenza delle precedenti due stagioni i cui episodi sono stati rilasciati uno ogni settimana. Probabilmente questa nuova opportunità di visione ci ha permesso di vedere in un continuum temporale ogni piccolo cambiamento tra una puntata e l’altra. E ne abbiamo gioito non poco.
L’attesa per la quarta stagione è già iniziata e forse toccherà aspettare anche più di un anno vista la situazione. Ma in un certo senso siamo sicuri che ne varrà la pena: Absentia è pronta a superare la prova del nove.