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Le 5 scene più tecnicamente virtuose di Adolescence

Adolescence

Il seguente articolo contiene numerosi SPOILER su Adolescence.

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Adolescence – recuperabile qui – è una serie che ha conquistato pubblico e critica grazie alla sua rappresentazione cruda e autentica della violenza giovanile attuale. Ma ciò che la rende davvero memorabile è l’eccellenza tecnica con cui ogni scena è realizzata. Dal sapiente uso della macchina da presa alle scelte stilistiche audaci, ogni episodio è un concentrato di virtuosismo cinematografico che lascia il segno. In un panorama seriale sempre più affollato, Adolescence si distingue per la capacità di raccontare emozioni intense attraverso un linguaggio visivo raffinato e innovativo. In questo articolo esploreremo le cinque scene più tecnicamente virtuose della serie. Analizzeremo i dettagli che le rendono uniche e il modo in cui contribuiscono a elevare la narrazione a un livello superiore.

1) L’arresto di Jamie nei primi istanti di Adolescence

Jamie Miller, interpretato da Owen Cooper
credits: Netflix

La prima scena di Adolescence è un vero e proprio colpo di scena teatrale. In pochi minuti la serie presenta il primo episodio per ciò che è: un ribaltamento continuo in cui lo spettatore resta frastornato tanto quanto i familiari di Jamie. Gli agenti Luke Bascombe e Misha Frank si trovano all’interno dell’auto di ordinanza, ma sembrano tutt’altro che nervosi per l’arresto che a breve si accingeranno a compiere. A creare scompiglio nella sequenza successiva sarà proprio lo shock causato dall’arresto di Jamie, un ragazzino apparentemente innocuo che, preso di soprassalto, verrà arrestato nel letto della sua cameretta, proprio davanti agli sguardi increduli dei genitori. La scena dell’arresto è una bomba a orologeria. Dopo che i due agenti ricevono l’ordine di intervenire, una carrellata rapida segue l’auto e mostra le altre pattuglie a seguito. Questo fa credere allo spettatore di stare per assistere a un violento scontro a fuoco, o comunque a un intervento particolarmente delicato.

La tensione cresce rapidamente e la camera segue le pattuglie fino all’ingresso della casa dei Miller, arrestandosi di fianco al van di Eddie. In men che non si dica si scatena il caos: gli agenti sfondano la porta di casa dei Miller e, da qui in avanti, la camera li segue a passo d’uomo. La difficoltà di ripresa è direttamente proporzionale alla forza del risultato ottenuto sull’emotività dello spettatore. Chi guarda ancora non sa cosa stia succedendo e, per via dell’età di Jamie, è portato più a credere che si tratti di un’ingiustizia. E’ come un pugno dritto allo stomaco, soprattutto per via della reazione dei genitori del ragazzo. La camera li segue invisibile nel via vai che si genera in casa, tra poliziotti in cerca di prove e Eddie che tenta di comprendere cosa stia accadendo.

2) Il caos nel cortile della scuola

Jade, interpretata da Fatima Bojang
credits: Netflix

Come sappiamo, Adolescence è stata girata con quattro maxi piani sequenza, uno per episodio, diversificati a seconda del soggetto della puntata. Nel secondo episodio il protagonista del point of view è l’agente Luke Bascombe che, in cerca di testimonianze o ulteriori prove, si trova nella scuola di Jaime, la stessa frequentata da suo figlio. In termini tecnici, il secondo piano sequenza è stato probabilmente il più complesso di tutti, soprattutto per via del grande numero di attori e comparse. Mentre visita le varie classi della scuola, Bascombe, come lo spettatore, sembra prendere coscienza del fatto che la maggior parte degli studenti siano ragazzi problematici. Appare evidente che il bullismo e la violenza siano all’ordine del giorno tra le mura scolastiche e che gli stessi docenti siano in grossa difficoltà. Poco prima della metà dell’episodio, un allarme antincendio obbliga studenti e professori a uscire in cortile per l’esercitazione. 

Già di per sé, in questo frangente, il margine di errore, vista la calca dei soggetti chiamati in causa, aumenta sensibilmente. L’agente Bascombe viene inquadrato in mezzo al cortile, mentre passeggia tra le file di studenti. Di colpo la camera si stacca da Bascombe per concentrarsi su Jade, la migliore amica di Katie. Lo sguardo di Jade punta verso la sinistra rispetto alla camera, verso un gruppetto in cui è presente anche Ryan, amico di Jamie. Jade si fionda su di lui e lo colpisce con un pugno. La camera, invece che allargarsi e lasciare più spazio per mostrare la scena dell’aggressione – che continua tra calci e pestoni – stringe sulla ragazza. In questo modo l’atto di violenza viene “nascosto”, ma la scena appare ancora più violenta, perché racchiude tutta la rabbia di Jade. Una particolarità di Adolescence è proprio quella di narrare la violenza senza mai mostrarla in modo dettagliato, a partire dalle immagini appena visibili dell’omicidio di Katie.

3) L’inseguimento di Ryan

Ryan e l'agente Bascombe
credits: Netflix

Come dicevamo, il secondo episodio di Adolescence è estremamente complesso in termini di realizzazione per via dell’alto numero di attori e comparse presenti. Gli stretti corridoi della scuola e le aule pullulano di persone, come in una normale giornata di scuola. Come se non bastasse, tuttavia, sul finale dell’episodio la situazione va a complicarsi ancora di più con una complessa scena di inseguimento. L’agente Bascombe, prima di andarsene dalla scuola, chiede di avere un ultimo confronto con Ryan, che dopo l’aggressione subita è tornato in classe. Il ragazzo, appena l’agente entra in aula, si lancia fuori dalla finestra e scappa nel cortile interno dell’edificio. Partiamo dalla difficoltà di esecuzione: trattandosi di un unico piano sequenza, ovviamente il tutto è stato eseguito dall’attore Kaine Davis, senza l’ausilio di controfigure. Pur non trattandosi di un inseguimento particolarmente complesso (l’aula è al pian terreno), la finestra è piuttosto stretta per una persona.

L’azione si sposta successivamente nel cortile interno della scuola, dove l’agente Bascombe, interpretato da Ashley Walters, tenta di fermare la fuga del ragazzo. L’inseguimento dura ancora una ventina di secondi, e i due protagonisti della scena corrono in un ambiente non esattamente semplice da percorrere. Tra le varie scene della puntata, probabilmente questa è stata provata parecchie volte prima del piano sequenza, dando la possibilità ai due di studiare il percorso nel dettaglio. Bascombe insegue Ryan fino all’esterno della scuola, dove appaiono comparse e veicoli a completare la messinscena e a aumentare il margine d’errore. Ryan attraversa la strada fermando il traffico, appena prima di interrompere la sua fuga nel più classico dei vicoli ciechi. Nonostante lo sforzo atletico i due attori continuano a recitare con naturalezza, a ulteriore riprova della complessità d’esecuzione.

4) Il colloquio tra Jamie e la dottoressa Ariston: il momento più intenso di Adolescence

Jaime e la dottoressa Briony Ariston
credits: Netflix

Non potevamo non dedicare un punto di questo articolo sulle scene più tecnicamente virtuose di Adolescence a quel capolavoro che è il terzo episodio della serie. Il più statico tra tutti, ma anche il più intenso e drammatico in assoluto. Intensità che nasce dalle straordinarie prove attoriali dei due protagonisti del point of view della puntata: Jaime e la psicologa Briony Ariston (Erin Doherty). Più che sulla regia, la complessità di esecuzione pende dalla parte della recitazione continua. I due soggetti si trovano per la quasi totalità dell’episodio all’interno della stessa stanza. L’episodio mostra infatti il colloquio conclusivo tra Jaime e la psicologa assegnatagli prima del processo. Si potrebbe stare a parlare per ore della finezza dei dialoghi e della complessità nell’alternare gli sbalzi d’umore di Jaime.

Concentrandoci sul discorso riprese, parrebbe forse la parte meno complessa del drammatico racconto di Adolescence. Eppure, per quanto risulti quasi totalmente invisibile, la camera gioca un ruolo fondamentale in questo frangente. Il motivo? La stessa assenza di percezione della realtà. L’episodio è il più immerso dell’intera miniserie: un dialogo di circa quaranta minuti che scorre limpidamente, nonostante i toni e l’argomento in questione. Il lavoro della camera è pulitissimo e fondamentale per la riuscita dell’intera puntata. Nei momenti di “tranquillità” di Jaime l’inquadratura stringe sul suo volto, facendo entrare lo spettatore quasi in empatia con lui. Quando invece il personaggio perde la calma la camera segue la sua crescente follia contrapponendolo alla Ariston e disegnando perfettamente il contrasto tra i due. Pur non trattandosi di una scena precisa o di un virtuosismo tecnico in particolare, la complessità dell’intero episodio deve tantissimo al lavoro svolto in fase di regia.

5) Il viaggio in van della famiglia Miller: la drammatica chiusura di una serie che, oltre a far riflettere, ha spezzato il cuore degli spettatori, puntata dopo puntata

Eddie Miller tenta di sistemare il suo van
credits: Netflix

L’ultimo episodio di Adolescence è forse quello più difficile di tutti da digerire. Il focus si sposta sulla famiglia di Jaime per raccontare la complessità della vita di una famiglia distrutta dalle azioni del figlio: di fatto, una delle vittime della tragedia. È qui che possiamo apprezzare al meglio la strepitosa interpretazione di Stephen Graham, protagonista assoluto dell’episodio. È proprio il giorno del cinquantesimo compleanno di Eddie Miller, a pochi giorni dalla sentenza su Jaime, mesi dopo l’omicidio. L’episodio mostra nel dettaglio la lotta quotidiana della famiglia Miller per riconquistare un minimo di serenità. Una lotta che, da spettatori, non genera altro che frustrazione. Proprio quella notte, infatti, il van di proprietà di Eddie è stato imbrattato da dei ragazzini incoscienti, rovinando un meritato giorno di serenità al padre di Jaime. I Miller si mettono in viaggio verso un grande magazzino per acquistare un solvente e ripulire il van.

La camera segue Eddie per tutto l’episodio, raccontando allo spettatore la giornata tipo di un uomo che, involontariamente, si ritrova a doversi costantemente difendere dalle maldicenze della comunità. Appena fuori dal negozio, Eddie riconosce i due ragazzini colpevoli di aver imbrattato il suo van e perde completamente il senno. Subito dopo averli cacciati rientra in auto con la sua famiglia, cominciando un viaggio di ritorno straziante. Qui la camera segue silenziosamente la reazione di Manda e Lisa allo sfogo dell’uomo: le stesse che avevano tentato in ogni modo di rendere speciale per lui quella giornata. Il silenzio tombale dei Miller viene interrotto dalla chiamata di Jaime, che rivela a suo padre di voler confessare la propria colpevolezza in vista del processo. La regia, in questa scena, riesce in modo impeccabile a catturare il dramma vissuto dalla famiglia Miller, facendo stringere il cuore dello spettatore minuto per minuto.