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Adorazione ci canta l’isolamento e l’ambizione ad una vita migliore

Copertina con i personaggi di Adorazione (Movieplayer)
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Quando il titolo di una canzone diventa anche quello di una serie tv, significa che la storia narrata ha il sublime suono di una poesia. In questo caso, purtroppo, si tratta di versi intrisi di inquietudine, rammarico e dolore ancestrale. Adorazione è un brano inedito (qui trovi un approfondimento sulla soundtrack di Prisma) di Fabri Fibra scritto proprio per dare una voce narrante d’effetto al racconto del tragico format scomparsa più morte. Questa riesce infatti a descrivere con delicatezza, ma cruda autenticità, la condizione tipica dei ragazzi della provincia romana. Tra Sabaudia, Latina e Pontinia, palpabile è il desiderio di andare via. Quei giovani vogliono infatti spingersi oltre. Verso un traguardo che in questo caso porta il nome della Capitale e dove realizzare i propri sogni e dare un nome alle proprie speranze sembra più concreto e sensazionale.

Tuttavia c’è il rovescio della medaglia. Influente è anche la paura dell’ignoto, l’attaccamento alla comfort zone, ai luoghi in cui si è cresciuti, alla propria famiglia, agli amici di sempre. Sì, perché l’amicizia è una delle forze trainanti di Adorazione. E questa non può che essere personificata da due migliori amiche, Elena e Vanessa: Del tutto diverse esteticamente, per carattere e attitudini, ma tanto complici e affiatate. Tuttavia non sono sole. La loro comitiva è composita e vede emergere i rispettivi fidanzati, Enrico e Gianmarco, i cugini di Vanessa, Vera e Giorgio e gli altri di contorno come Christian, Diana e Melissa. L’unica che però voleva davvero rivoluzionare la propria vita era Elena. Questa sperava di andare lontano perché quel posto e altre sconosciute condizioni le stavano troppo strette da un po’.

Elena e Vanessa scappano dopo aver rubato gli orecchino in Adorazione  (Libero Tecnologia)
credits: Netflix

È tanto coraggiosa Elena

Lei è tosta, estroversa e ribelle il più delle volte. La classica tipa dei film che ruba un paio di orecchini per lei e la sua migliore amica da un centro commerciale e scappa via sorridendo fino a perdere il fiato. Sa trascinarsi le persone, è carismatica e spesso scorbutica se la contraddici, ma si prodiga a nutrire anche il simpatico clochard della cittadina. Ah e le promesse, quelle le mantiene sempre. Soltanto alla festa di compleanno di Vanessa, però, non riuscirà ad esserci, a differenza di come aveva promesso.

Durante quella stessa sera amici e parenti perdono infatti le sue tracce. Ma qualche giorno dopo, Elena viene trovata senza vita, con segni di strangolamento intorno al collo e nessun altro giorno della sua florida vita. Dilaniati ne usciranno tutti, ma soprattutto Vanessa! Lei si renderà conto che per Elena aveva davvero un’adorazione, ma in fondo non la conosceva abbastanza. Non aveva mai saputo cogliere i suoi segreti più profondi, le sue paure, il verace movente della sua fuga.

Adorazione diventerà da qui in poi un poliziesco snaturato dai tecnicismi da procedural

Infatti lo show proseguirà imperniato sui drammi dell’adolescenza più vera e vissuta dalla maggior parte di noi. Assistiamo allo scontro generazionale tra genitori che millantano pressioni non richieste e i loro figli che si sentono incompresi e scherniti da adulti che non li sanno leggere dentro. Percorriamo pure le classiche storie d’amore tra ragazzi, fatte di passione amplificata, possessività travestita da ordinaria gelosia, litigi, scomode verità e tradimenti. E a questo proposito, parliamo di un approccio bordeline alla libertà.

Quella che dovrebbe essere scontata in tale età, ma che il pregnante ma latente patriarcato, le insicurezze interiori e una rabbia quasi innata spesso soffocano. La estirpano con forza per lo più dalle vite di coloro che i colpevoli dicono di amare più di ogni altra cosa, ma che in realtà diventano ancore, rifugi per i loro timori, conferme di un machismo dilagante.

Vanesse appende i volantini per la scomparsa di Elena in Adorazione  (Cosmopolitan)
credits: Netflix

Le vittime dunque sono le donne, purtroppo e ancora una volta

Adorazione non vuole apparire ridondante o volta a spettacolarizzare un orrore legato a fatti di cronaca di cui ne abbiamo veramente abbastanza (qui parliamo di un’altra serie che ne tratta uno angosciante: Unbelievable). È nata solo per incarnare la prospettiva di un adolescente qualsiasi che assiste ad un’atrocità come l’assassinio di Elena commesso da Enrico in persona, il suo fidanzato. Piogge di domande scendono giù a questo punto, ma la risposta è tanto semplice da essere, in fondo, quella di sempre.

Siamo così esausti di incontrare nel quotidiano situazioni in cui il carnefice è un ragazzino dall’animo così oscuro e tormentato. È quel miserabile individuo che casca nella trappola dell’odio verso un capro espiatorio che, stanco di subire da tempo abusi, si abbandona a chi sa offrirgli un sentimento più puro e incondizionato. Giorgio ed Elena non si sono comportati bene, questo è chiaro e non si giustifica. A non trovare però alcuna scusante è comunque Enrico, che per mettere fine a una sofferenza ossessiva, usa il suo massimo potere sulla vita della sua Elena.

Ma in Adorazione non puntiamo il dito soltanto contro Enrico

Giorgio, per esempio, non ci ha pensato due volte volte ad agire alle spalle del suo migliore amico e, quella maledetta sera, ha lasciato sola Elena sotto effetto e troppo delusa per sapersi difendere. Come non è stato corretto l’aver lasciato in tronco Melissa senza la maturità di affrontare il motivo della rottura. Tutto per poi andarci a letto e farle del male, poiché preso dall’infausto pensiero di aver visto per ultimo Elena e da tutte le acri conseguenze subite.

Passiamo anche a Christian, che soltanto dopo svariati incontri intimi con Vera è riuscito a liberare la sua devota Teresa! Senza però guardarla negli occhi o concederle valide argomentazioni. E infine, ultimo ma non per importanza, non possiamo non menzionare Gianmarco, innamorato profondamente di Vanessa, ma a quali condizioni? Di sicuro la prima è quella di renderla una sua dama di compagnia e una sua proprietà con l’inganno. Nonché una fanciulla a carico da mantenere mediante la ricchezza della famiglia.

Enrico, fidanzato e assassino di Elena in Adorazione (La Gazzetta dello Sport)
credits: Netflix

Gianmarco è molto bravo a camuffare le sue vere intenzioni

Tuttavia sono dei piccoli spot a farci percepire la sua elezione al maschilismo più viscerale. Elena non c’è più, Vanessa è distrutta, ma lui non perde tempo a regalarle un viaggio a Mykonos non considerando il suo stato d’animo. Così come non gli va a genio l’idea che Vanessa voglia andare a lavorare perché tanto “ci pensa lui si soldi”. O, meglio, i suoi genitori. Sono così tanto viziati, egoriferiti e farciti di belle apparenze che incutono un singolare timore, alcuni personaggi.

Vanessa è l’unica che sembra davvero compiangere in ogni momento la dipartita dell’anima innocente della sua migliore amica. Si scoprirà che in fondo ne era anche innamorata. Gianmarco è rimasto con il cuore spezzato quando la sua donna lo ha lasciato, è vero. Tuttavia gli è bastato percepire questa possibile nuova tendenza della sua ex per passare subito a un feroce rancore.

A questo Vanessa accusa anche il peso del piedistallo

Proprio lì, di fatto, l’ha sempre posta la sua famiglia. Ed ecco che anche stavolta scatta quel senso di adorazione di una mamma che non vuole in nessun caso che la figlia diventi come l’amica. Perché, com’era Elena? Proprio per questo Vanessa cercherà di ricordarla ogni giorno prendendo le sue sembianze, provando a vivere come lei e lasciandosi alle spalle tutti i ricatti familiari, le aspettative e l’ipocrisia di chi diceva di volerle bene. Pertanto, un’immensa profondità e cascate di brividi ci regala la colonna sonora di questa creatura di Netflix che ci ha sconquassati in sei episodi colmi di angosce, energie contrastanti e impotenza.

In particolare Madame, con la sua Ghost Town, ci canta insieme agli altri artisti quanto deve essere dura la vita di coloro che devono conquistarsi il futuro con strumenti inappropriati. Incontro a. un mondo che non sembra più adatto agli esseri umani. Pare infatti che ogni cosa si stia trasformando in favore di un’invasione aliena in cui i valori morali, la giustizia e la coscienza, vengano sostituite da sovrastrutture esistenziali di tutt’altro tipo. E a Sabaudia (qui trovate altre serie tv ambientate in provincia) anche i nostri ragazzi si sentono degli estranei. Cercano dunque un disperato senso di appartenenza mancando di rispetto a se stessi e agli altri. Citiamo in questo caso Diana, figlia di Diletta, proprietaria del ristornate sul mare nonché esordio sul set di un’affascinante Noemi.

il cast di Adorazione in spiaggia, mentre posa in costume
credits: Netflix

Lei vive nell’ombra per un difetto della pelle non troppo evidente

Ma proprio questo diventerà fulcro della sua frustrazione e del tempestoso rapporto con la madre. Cerca attenzioni da Giorgio di cui è infatuata da tempo, ma lui la vede come l’amichetta della sorella. Le troverà così da un malintenzionato sui social, perderà la verginità con un ragazzo incontrato in spiaggia e sedurrà un uomo tanto più grande di lei sperando forse in un amore folle.

Sembrerà lei la colpevole, ad un certo punto. Quando cominceranno a scemare le accuse su Giorgio e comprenderemo quanto avesse voluto trovarsi nei panni di Elena per viversi la sua storiella con la sua crush. Eppure no. Lei è colpevole di se stessa così come lo è Vera, che si ostina a odiare la madre perché in fondo non accetta come si sia comportato il padre. O Melissa che, nonostante sapesse della storia tra Giorgio e Elena, ha infierito senza pudore sulla sua morte e si è sottomessa a tutti i costi alle attenzioni di un ragazzo che palesemente non la voleva più.

Adorazione quindi ci fa spalancare gli occhi

Ma soprattutto lo permette a tutti quei genitori che non ci sono davvero per i propri figli e fuggono dal conoscerli realmente! E ancora, dall’indagare sul punto oltre il quale sarebbero in grado di spingersi. La solitudine è la causa principale delle azioni più bieche e non basta avere costosi vestiti, auto, amici di amici, feste e buoni voti. Ci si può sentire isole deserte anche se apparentemente pieni di tutto ciò la società ci fa credere sia sinonimo di perfezione. Intanto, però, trascorso l’ennesimo 25 Novembre, Elena – così come “tutte le altre” – non è più tra noi.

Questi lutti non vanno elaborati ma vanno interiorizzati per mettere la parola fine a un funesto capitolo che Adorazione ha voluto onorare con lucidità e puntigliosa cura. Declamiamo quindi un grazie accorato a Stefano Mordini che stavolta, come per ogni idea che proviene dal suo estro artistico, si è davvero superato.