Prosegue la graphic novel animata di Adriano Celentano: Adrian. Dopo le critiche subite all’uscita del primo episodio, ieri sera, abbiamo potuto vedere la seconda puntata. Il primo dato da registrare è il drastico calo degli ascolti che registra meno di tre milioni di spettatori. Oltre il 30% in meno rispetto a quelli rilevati per il pilot.
La seconda puntata andata in onda ieri però ha evidenziato delle differenze macroscopiche rispetto alla precedente. Sarebbe curioso verificare se dovute a un repentino cambio di montaggio in risposta alle critiche ricevute o se invece già previste dal progetto originale. Quali? Ve le esporremo subito dopo un breve recap di ciò che è successo in questo secondo episodio di Adrian.
Partiamo, ovviamente, da dove eravamo rimasti. Orso e Carbone, i due agenti Smith alla Matrix, devono trovare l’orologiaio. L’idea geniale che partoriscono le loro brillanti menti è “E se cercassimo tra tutti gli orologiai di Milano?“. Adrian intanto è in visita dalle vecchiette milanesi: Anidride e Carbonica. Le quali ci ricordano di essere state loro stesse a insegnare a Adrian le oscure arti che ogni orologiaio dovrebbe conoscere per sconfiggere il Sistema. Lui però ribadisce la sua assoluta contrarietà verso ogni forma di violenza. Nel frattempo gli agenti Smith all’italiana dopo aver controllato un solo orologiaio sfogano la frustrazione picchiando un gruppo di orologiai cinesi. Essendo il numero di orologiai nella Milano del 2068 troppo elevato decidono di rinunciare a questa modalità empirica di ricerca.
Qui parte la prima canzone di Celentano. Abbandonando l’animazione e mostrando una sequenza di disegni di Manara il livello del prodotto cresce vertiginosamente. Si tratta di immagini accusatorie e critiche verso la guerra e l’immigrazione abbandonata ai trafficanti.
Il livello alto in Adrian non può durare a lungo, evidentemente. Si rientra quindi nell’animazione e vediamo il protagonista intento a sorseggiare del caffè con la bella Gilda. Curioso che ancora non si sia spogliata. Affronteremo questo punto finito il riassunto della trama. Adrian informa quindi Gilda di aver ricevuto un invito per un evento in onore dell’orologiaio alla Cantina degli amici del medesimo. Gilda suggerisce possa essere una trappola e lo invita a indossare una maschera da volpe. Per non farsi riconoscere. Quindi per passare inosservato. Con una maschera da volpe addosso… Proseguiamo.
Finito il caffè ci apprestiamo a vedere, come si diceva con un certo ritardo rispetto al pilot, le belle immagini di Manara dei due in atteggiamenti intimi. Incredibilmente, quello che è stato il punto più alto della precedente puntata viene fatto sfumare verso il nero. E si prosegue oltre.
Adrian si reca quindi alla Cantina dove vediamo dei personaggi nuovi: una coppia di ragazze, uno studente di matematica (con le fattezze di Enrico Mentana) e alcuni bad guys. Uno di questi mette della droga nelle birre mentre gli altri infastidiscono le due ragazze e il barista. All’uscita dal locale le due ragazze rischiano lo stupro da parte della gang, ma interviene Adrian con la maschera da volpe. Ora, acclarato che non vi è peggior cattivo di un buon quando diventa cattivo, dopo un paio di minuti dall’affermazione del nostro Adrian “sono contrario verso ogni forma di violenza” lo vediamo massacrare di botte i quattro teppisti. E lo fa con uno stile di combattimento unico: un incrocio di kung fu, valzer e tip tap.
La scena si sposta a Ginevra. Due ricchi proprietari di una grossa azienda di orologi decidono di scoprire l’identità dell’orologiaio al fine di sfruttarne la fama per pubblicità.
Per farlo mettono una taglia di un milione di euro per spingere la popolazione a trovarlo per loro. Il giovane matematico (Mentana) viene picchiato degli agenti Smith per aver detto che l’orologiaio è un bravo cantante. Adrian e Gilda prendono il sole per 30 secondi. Un altro gruppo di teppisti sconosciuti decide di trovare l’orologiaio per intascare la taglia.
Verso la fine dell’episodio Adrian accompagna in gondola le vecchiette Anidride e Carbonica in un naviglio interrato segreto nelle fondamenta di Milano. Qui conosciamo Buba, un extracomunitario di colore che ha ricevuto il permesso per andare a vivere nella città soprastante. Buba esce da un tombino proprio dinnanzi al trio in cerca dell’orologiaio. I tre scambiano il giovane per l’orologiaio e iniziano a picchiarlo violentemente. Adrian, di nuovo nei panni della volpe, interviene e come precedentemente aveva fatto pesta allegramente tutti quanti. Compresa l’unica donna presente nel gruppo.
Dato il giusto spazio ai fatti principali avvenuti in questo secondo episodio di Adrian, alcune considerazioni. La prima è legata alle scene di sesso. Completamente assenti. Non si capisce, vista la differenza rispetto al primo, se siano state tagliate dopo le polemiche di ieri o se sia stata invece una semplice coincidenza. Il secondo aspetto è legato all’incomprensibile scelta di aggiungere una seconda identità segreta al protagonista. In soli due episodi il nostro Adrian risulta essere sia il fantomatico “orologiaio” che la violenta “volpe”. Era davvero così necessario? In aggiunta questa seconda identità ricalca, all’italiana, il personaggio di “V” della graphic novel, e relativo film, di Alan Moore V per Vendetta. Come quest’ultimo infatti si presenta contro gli aggressori del locale con un monologo arcano e poetico in una scena che risulta quasi identica a quella del primo incontro di “V” con “Evey”.
Per un progetto che ha richiesto dieci anni di sviluppo, ci si poteva attendere qualcosa di un po’ più originale. Non è sbagliato in assoluto prendere spunto da qualcosa di consolidato e popolare, ma lo è riproporlo in modo pedissequo e senza alcuna reinterpretazione.
Infine, non meno grave, è il monito che Adrian lancia alle due ragazze dopo averle salvate: “se aveste bevuto di meno non vi sareste ritrovate in questa situazione“. Probabilmente a questo punto avrebbe potuto aggiungere “se foste state a casa a lavare i piatti non vi sarebbe capitato nulla di male“. Davvero agghiacciante. Anche questo secondo episodio abbonda di luoghi comuni e di retorica. Sarebbe il caso che Adriano Celentano si rendesse conto che il reiterato buonismo conformista non assurge ad accattivante anticonformismo, anche se spacciato per tale. E anche se fatto da lui.
Non ci resta che attendere la prossima settimana, sempre che non venga sospeso prima, per vedere cosa ancora ha in serbo per noi questo retorico Adrian.