Attenzione! Il seguente articolo contiene spoiler sull’ultima stagione di After Life.
“Gli angeli esistono. Non hanno le ali, non vivono sulle nuvole. Indossano divise da infermieri e lavorano sodo per pagare l’affitto di casa. Alcuni lo fanno per beneficenza, perché è nella loro natura. Alcuni hanno quattro zampe e abbaiano. Ma a prescindere dal loro aspetto, salvano tutti delle vite”
A volte, dare un lieto fine alle storie che ci tengono con gli occhi incollati allo schermo è quasi d’obbligo. Non potremmo sopportare qualcosa di diverso: ci sono serie che, sin dal loro primo episodio, già ci fanno intendere che non avremo nulla da ridire sul loro finale, perché il loro unico obiettivo è intrattenerci come meglio possono. After Life, come ben sappiamo e come abbiamo potuto notare anche e soprattutto nella sua terza e ultima stagione, non è assolutamente una di queste. Il comico, sceneggiatore e regista Ricky Gervais non avrebbe mai potuto offrirci qualcosa di così scontato. Quel che aspetta Tony è, infatti, un finale dolceamaro: nonostante abbia attraversato varie fasi del dolore, abbia cercato di andare avanti e abbia anche capito che il suo modo di fare non era quello “più giusto”, non ha mai realmente superato la morte di sua moglie Lisa. E, com’è ovvio dall’ultima scena che vediamo sui nostri schermi, non la supererà mai del tutto. Si limiterà a convivere con la tristezza, a cercare di andare avanti perché nonostante tutto, forse, ne vale la pena.
Eppure, durante i primi episodi di After Life non era questo ciò che Tony pensava, tutt’altro. Sembrava convinto di voler porre fine alla propria esistenza, era certo di non avere nulla che lo spingesse realmente ad andare avanti e a voler vedere l’alba di un nuovo giorno. Aveva perso sua moglie, non riusciva ormai più ad avere un dialogo con suo padre e il suo modo di fare burbero e ironico non faceva altro che allontanare le persone da lui. Ma c’è qualcosa, o meglio qualcuno, che più e più volte nel corso della serie gli ha impedito di compiere quel gesto che avrebbe messo un punto a tutto: Brandy. Tony ha dichiarato più volte, molto candidamente, che l’unica cosa che effettivamente lo ha spinto a non suicidarsi era il pensiero di dover dare da mangiare al suo cane. Lo abbiamo visto cercare di tagliarsi le vene nella vasca da bagno e pensare di prendere un intero flacone di sonniferi per addormentarsi una volta per tutte, ma in entrambi i casi (e non solo) è stata proprio Brandy a impedirgli di andare avanti facendosi vedere e guaendo contrariata.
Nelle tre stagioni di After Life, Tony ha anche provato ad andare avanti. È uscito con Emma, ha continuato a lavorare ed è andato ogni giorno a trovare suo padre alla casa di riposo. Tutti i cambiamenti, seppur minimi, che ci sono stati nel corso delle tre stagioni non hanno mai modificato un particolare momento della sua giornata: la sera quando, a letto sotto le coperte o sul divano con un bicchiere di vino, iniziava a guardare i video di quando lui e Lisa erano felici, insieme. A fargli compagnia, giorno dopo giorno, c’era sempre lei: Brandy. Attraverso quei video abbiamo visto il momento in cui la cucciola è entrata nelle loro vite e soprattutto quanta felicità ha portato alla già affiatata coppia. L’abbiamo vista stargli vicino sempre, soprattutto nei momenti in cui era fin troppo chiaro che il suo padrone stesse attraversando uno dei suoi momenti più difficili. Si metteva accucciata accanto a lui, gli portava dei giochini tentando di farlo riprendere come meglio poteva e Tony, almeno per un momento, sorrideva. E quando Anne, la donna che il protagonista conosce al cimitero, gli dice che alcuni angeli hanno quattro zampe e abbaiano non abbiamo potuto non darle ragione.
Brandy è stato l’angelo di Tony. Nonostante lui stesse male ogni giorno della sua vita, c’era sempre un motivo per andare avanti: la sua cagnolina. Le lunghe passeggiate fatte con lei hanno sicuramente avuto un effetto benefico sulla sua salute mentale, così come anche averla accanto la sera prima di addormentarsi. Nonostante Lisa non fosse più al suo fianco, infatti, Tony sapeva di non essere mai realmente da solo: Brandy era lì, accanto a lui. Guardava quei video sul computer accanto al suo padrone e, pur non avendo la capacità di proferire parola, riusciva in un modo o nell’altro a consolarlo e a consolarsi. Perché come abbiamo visto, e come Tony confessa anche alla stessa Anne, anche Brandy ovviamente sentiva la mancanza di Lisa.
“I cani sono migliori degli esseri umani perché sanno, ma non parlano” (Emily Dickinson)
Tutti – o quasi – i conoscenti di Tony in After Life hanno provato a stargli accanto parlandogli, ascoltandolo, cercando di dirgli di farsi forza ed andare avanti, in un modo o nell’altro. Ma lui non voleva sentire ragioni: non aveva voglia di sentirsi dire di essere più gentile, più comprensivo o di essere meno arrabbiato col mondo. L’unica persona che voleva ancora ascoltare era la sua Lisa, che gli parlava soltanto grazie alla memoria di un computer. Ma Tony si è ritrovato allo stesso tempo ad ascoltare anche la sua Brandy, che aveva bisogno di lui e che gli chiedeva di non abbandonarla. Perché lei, così come affermato dalla Dickinson nella citazione qui riportata, sapeva senza parlare.
E dopotutto, non è proprio questo ciò che accade quando abbiamo un amico a quattro zampe accanto? Non sono proprio loro a consolarci, pur senza poterlo fare con le parole? Chi ha un animale vicino sa bene di cosa stiamo parlando, sa bene ciò che provava Tony ogni volta che guardava la sua Brandy. Un cane ti sta vicino anche quando pensi di essere da solo, anche quando sei stufo di tutto ciò che ti circonda e non hai voglia di vedere nessuno. Loro, in un modo che non capiremo mai del tutto, sanno. E sì, proprio come angeli, ci salvano.
After Life è una di quelle serie televisive che ha tanti meriti: ci ha fatto sorridere, commuovere, riflettere in moltissime occasioni. Ci ha fatto pensare che dopotutto c’è sempre un motivo per andare avanti. Ma uno dei suoi meriti più singolari è senza ombra di dubbio quello di aver descritto alla perfezione uno dei rapporti più sinceri, puri e indissolubili che esistano: quello tra un uomo e il suo cane. Perché il mondo fuori può anche crollare, ma se a casa c’è un cucciolo ad attenderci, tutto sembrerà avere un senso e la vita non sarà poi così amara.