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After Life – Cosa c’è prima della morte

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Cosa c’è dopo la morte? La domanda che tutti, prima o poi, ci poniamo, a cui però sappiamo che non c’è risposta. Probabilmente c’è il nulla. Solo eterno silenzio. Eppure non ne abbiamo certezza assoluta. In After Life, Ricky Gervais (che ha creato, diretto e interpretato la serie) ci dà un’altra idea di vita dopo la morte.

La serie originale Netflix ci racconta una storia per niente facile. Mostra la vita dopo la vita di Tony, un uomo distrutto dalla perdita della moglie Lisa. Il suo aldilà inizia nel momento in cui la moglie muore. La sua vita dopo questo terribile evento, è come se fosse un’extra, come se Tony fosse morto con Lisa e quello fosse il dopo morte. Lui lo definisce il suo superpotere. Affrontando la vita in questo modo, Tony diventa incurante di tutto e tutti, della vita degli altri e soprattutto della sua.

after life

After Life affronta vari temi, dai più esistenziali a quelli da cui dovremmo davvero apprendere qualcosa. Tra questi ultimi c’è la dimostrazione concreta della nota frase “Niente è come sembra”.

Bisogna andare oltre le apparenze, non limitarsi a giudicare e dare per scontato che le cose siano come crediamo. Questa è una lezione che Tony imparerà nel corso di questa prima stagione (che sappiamo non sarà l’unica), e noi insieme con lui. Prendiamo come esempio la relazione tra Tony e la professionista del sesso Roxy, aka Daphne. Tra i due nasce un’amicizia senza “benefici”. Eppure, nonostante lui non abbia usufruito dei servizi sessuali offerti dalla giovane donna, prova vergogna a presentare Daphne a Sandy, la nuova collega di Tony.

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Come detto, tra i due nasce questa amicizia che in una serie tv, vedendo come sono andate effettivamente le cose, ci sembra possibile. Ma quanti crederebbero a una cosa del genere nella realtà? Chiunque penserebbe che forse c’è stato qualcosa tra i due, ed è lì che parte il nostro giudicare e la nostra convinzione che le cose sono sempre e solo come crediamo. Per questo Tony si vergogna a rivelare il lavoro dell’amica, e per questo lui offende e giudica chiunque, senza pensare che forse c’è qualcosa che non sa.

Quando tratti male una cameriera perché sbaglia o offendi qualcuno che ha detto una cosa stupida, pensa che forse sono stati bocciati o hanno perso il lavoro, o che la loro madre ha il cancro.

Le parole di Matt fanno riflettere molto Tony, che sembrava non aver realizzato che il mondo è pieno di problemi, di sofferenze, e non è l’unico ad aver vissuto un tragico evento. Giudicare in base alle nostre convinzioni ci farà sempre sbagliare, perché non sappiamo cosa sta passando un’altra persona. E non possiamo aspettarci che tutti parlino delle loro sofferenze, come invece fa Tony con chiunque incontri. Raccontare a ogni persona i nostri problemi non è nemmeno la soluzione. L’autocommiserazione non serve a niente, anzi, è controproducente.

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Quello che dobbiamo fare è, semplicemente, essere brave persone. Non per un eventuale premio che un Dio ci riserva dopo la morte, non per gli altri, ma per noi stessi. E la conclusione a cui arriva Tony è forse la più saggia da cui trarre insegnamento.

Ho capito che devo continuare a dire e fare quello che voglio, e a punire il mondo, ma punirò solo chi se lo merita. Il superpotere è per fare del bene.

Per essere brave persone non bisogna essere forzatamente gentili con tutti. Dobbiamo essere onesti, dire la verità anche se scomoda, anche se poco gentile ma necessaria, e fare del bene ogni volta che possiamo, a chiunque lo meriti, senza giudicare. Questo è un modo per avvicinarci alla felicità. Ci chiediamo sempre cosa ci sia dopo la morte, e non pensiamo invece a come migliorare la vita che, anche se difficile, è unica.

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