Sanrio, la casa di produzione di Hello Kitty, ha deciso di mettere da parte i colori pastello, le forme rotondeggianti e i personaggi dolci e carini per creare Aggretsuko: una commedia a tratti tragicomica la cui protagonista è Retsuko, panda rosso di 25 anni che lavora come impiegata in un’azienda. L’anime di produzione Netflix ha ben poco a che vedere con un classico prodotto per bambini: quel che vi troverete dentro è la vita di un’impiegata insoddisfatta che, come unico rimedio alla sua rabbia, canta canzoni Death Metal chiusa in una stanza di un karaoke.
L’anime ci getta fin da subito all’interno della vita di una millenial alle prese con un ambiente di lavoro tutt’altro che felice e costanti pressioni sociali che le vengono fatte da tutti i fronti. Una vita in cui ogni giovane dai 20 ai 30 anni può immedesimarsi, nonostante molti aspetti siano propri della cultura giapponese.
Uno spaccato di vita contemporanea con cui ogni Millenial deve confrontarsi
Aggretsuko è uno spaccato, perfettamente reso, di quella che è la vita in Giappone e nel mondo per le persone giovani che stanno cercando la loro strada. Attraverso i suoi personaggi la serie rappresenta tutte le problematiche e i pregiudizi legati a persone della generazione Y e a quella successiva.
L’anime ci porta all’interno di un mondo alternativo popolato da animali antropomorfi in cui la protagonista Retsuko, paladina delle persone comuni, ha appena iniziato il suo lavoro all’interno di un’azienda come contabile. Tutto sembra andare per il meglio: colleghi, ambiente lavorativo e vita privata. Cinque anni dopo, però, qualcosa è cambiato. Il capo è oppressivo con i suoi lavoratori, molti colleghi non sono poi così amichevoli e il lavoro da contabile non era proprio quello che desiderava. Ma, nonostante la sua vita non sia così rosea, Retsuko ha un segreto che le permette di rimanere calma e andare avanti: uscita da lavoro, la sera, si dirige al karaoke e lì si scatena a suon di Death Metal. Così, da pandina dolce e tranquilla, la vediamo trasformarsi in una bestia indemoniata che urla parole incomprensibili.
Quella di Retsuko può essere definita una favola moderna in cui possiamo trovare tutti i problemi odierni, presentati attraverso degli animali. Un po’ quello che in precedenza è stato fatto da Orwell, o ancor prima, da Esopo. In Aggretsuko la nostra paladina si trova ad affrontare pregiudizi sessisti nei suoi confronti in ambito lavorativo, subendo anche atti di mobbing da parte del suo capo, e a dover rispettare tutte quelle aspettative che una società ripone nei confronti delle donne, come il matrimonio e il dover necessariamente contare su un marito e non sulla propria autonomia. Sua madre, ad esempio, non fa che cercarle continuamente marito, pensando che sia il suo unico obbiettivo nella vita. Ma non è così. Retsuko ha dei sogni, dei desideri: è una donna che vuole essere autonoma, libera e felice ma si sente costantemente oppressa da una società che non le dà spazi e non le offre un ambiente lavorativo sano. Infatti, proprio quando nella terza stagione inizia a cantare in un gruppo di idol underground, il suo capo le fa la ramanzina e le ricorda di mettere la testa a posto.
Tante personalità diverse inserite nei complessi meccanismi della vita quotidiana
Il panda rosso non è però l’unico personaggio alle prese con una vita difficile all’interno della serie. Prendiamo Haida: protagonista delle ultime due stagioni che, dopo aver perso il lavoro sarà costretto a starsene in un Internet Café. Non gli viene dato nessun aiuto dal governo e dalla società per trovare lavoro o casa, anzi: quello di essere disoccupato è una vera e propria vergogna per lui e la sua famiglia. Così non gli resta che rifugiarsi nei videogiochi, lasciandosi andare alla depressione e alla nullafacenza.
Anche Fenneko, una collega di Retsuko, particolarmente ossessionata da social, selfie e messaggi, non è un esempio positivo, anzi: ci mostra come entrare eccessivamente all’interno del mondo dei social ci allontani da rapporti sociali sani.
All’apice dei personaggi negativi c’è sicuramente il Direttore Ton che però, dobbiamo riconoscerlo, compie un percorso di miglioramento ed espiazione fino all’ultimo episodio. Quello che infatti si è dimostrato nelle prime stagioni un capo cattivo, violento e oppressivo con i suoi dipendenti, si dimostra essere il primo ad incitare Retsuko a salire sul palco e parlare per la sua elezione, conscio dei suoi errori passati.
Non possiamo sicuramente affermare che la serie Netflix sia molto elaborata dal punto di vista della trama e della sceneggiatura ma ha raggiunto perfettamente il suo obiettivo: mostrare uno spaccato di vita giapponese contemporanea e mandare un messaggio. Retsuko, eroina contemporanea, ci mostra quanto sia importante trovare una valvola di sfogo che possa aiutarci nelle situazioni peggiori e ci mostra quanto sia importante credere nei nostri sogni. Proprio nelle ultime puntate della quinta stagione il nostro panda riuscirà a trovare il coraggio, con il supporto del fidanzato Haida e delle sue amiche e colleghe, di candidarsi alle elezioni. Un passo importante che manda un forte messaggio: credere sempre nelle proprie capacità.
Un lieto fine moderno per una moderna favola Orwelliana
E così, quella che era partita come una storia che vedeva come protagonista una ragazza rassegnata a dover lavorare per sempre in uno studio, senza puntare in alto, si è trasformata in una storia di speranza. Aggretsuko ci fa prendere coscienza della difficile realtà a noi contemporanea: sogni infranti di giovani che non si sentono all’altezza della situazione o, come Shikabane, accettano di rimanere intrappolati all’interno dei ruoli che gli vengono imposti dalla società. Ma alla fine, quello che la serie ci mostra, è che tutti possono cambiare le cose: Shikabane butterà fuori tutta la sua rabbia e frustrazione nella stanza del karaoke, Retsuko troverà il coraggio per candidarsi e mostrare al mondo il suo vero volto metal e Haida non avrà paura di andare contro la sua famiglia per difendere i suoi valori.
Aggretsuko è finito da poco ma già sentiamo la mancanza della nostra paladina con cui è impossibile non creare un legame, come se fosse una vecchia amica. Non possiamo sapere come si evolverà la sua vita, ma una cosa è certa: vivere il suo percorso di sviluppo esistenziale ci ha fatto sentire meno soli nella nostra.