Tra le tantissime proposte che Netflix ci riserva ogni anno, Alice in Borderland, serie nipponica tratta dall’omonimo apprezzatissimo manga che a sua volta si ispira al romanzo di Lewis Carrol, è sicuramente uno tra i prodotti più interessante degli ultimi tempi. All’apparenza semplice battle royal di stampo survival, ma capace di grande profondità e di indagare concetti filosofici e morali grazie a personaggi ben caratterizzati e delineati: Alice in Borderland ha saputo stregarci e tenerci con gli occhi incollati allo schermo con due stagioni al cardiopalma ricche di adrenalina, dramma, ma anche tanto mistero. Il percorso di Arisu (Kento Yamazaki) e dei suoi compagni in questa Tokio disabitata mentre affrontano pericoli e giochi mortali per sopravvivere ci ha infatti fatto interrogare su tantissimi aspetti cardine della storia.
Allerta spoiler attiva.
Se è vero che il finale della seconda stagione di Alice in Borderland vede i protagonisti trionfare all’ultimo gioco, scegliere di risvegliarsi e tornare alla realtà, cosa che ha risposto a tanti quesiti, è altrettanto vero che diverse domande non hanno trovato una risposta definitiva. Nonostante il finale a cui abbiamo assistito potrebbe potenzialmente chiudere tutto in maniera abbastanza soddisfacente, siamo infatti abbastanza sicuri che Netflix possa avere in mente di andare avanti con la trama della serie con una terza (e finale) stagione: alcuni indizi ce lo fanno sperare!
In attesa di un possibile annuncio di rinnovo, proviamo a teorizzare insieme e a interrogarci su quei quesiti ai quali la seconda stagione di Alice in Borderland non ha dato ancora una risposta definitiva.
Chi è il Game Master e la mente dietro a tutto?
D’accordo, l’ipotesi più gettonata dai fan si è rivelata corretta: la misteriosa versione alternativa di Tokio dove Arisu e i suoi amici si sono risvegliati era davvero (presumibilmente) una sorta di limbo tra la vita e la morte. Questo, tuttavia, non ci aiuta a capire del tutto il Borderland: chi ha organizzato e redatto i giochi per testare la volontà, il coraggio e le abilità dei giocatori? Chi è il Game Master che i protagonisti vanno cercando sin dall’inizio? Un’entità sovrannaturale? Un individuo particolare che ha precise motivazioni da portare avanti? Non lo sappiamo ancora, ma di certo la curiosità non fa altro che spingerci a teorizzare e a teorizzare al riguardo in attesa di una risposta. Chi, infatti, credeva che a capo di tutto ci fosse Mira si è sbagliato di grosso: per quanto dedita alla causa, la ragazza infatti era solo una pedina nelle mani di un Master Mind di cui ancora ignoriamo l’identità.
Perché i personaggi non sono arrivati tutti insieme nelle Borderland?
Tra i tanti misteri che ammantano Alice in Borderland, di certo questo quesito ci tormenta come poche altre cose. Perché, se tutti i personaggi finiti in questo strano limbo sono vittime dei meteoriti, non tutti loro sono arrivati insieme in questo Limbo? Perché il tempo sembra essere trascorso diversamente per ognuno di loro se la causa dell’arrivo di tutti i giocatori è la medesima? Proviamo a riflettere insieme: quando Arisu, Karube e Chota incontrano gli altri giocatori all’inizio della stagione 1, viene infatti precisamente indicato come questi ultimi siano in gioco già da giorni. Pensiamo anche solo al fatto che La Spiaggia gestita dal Cappellaio è riuscita ad ottenere quasi tutte le carte prima dell’arrivo di Arisu e Usagi: questo ci fa capire come l’organizzazione debba essere stata creata tempo addietro. Come funziona dunque lo scorrere del tempo nelle Borderlands? La stessa crescita inconsueta della vegetazione nel corso della seconda stagione dovrebbe farci riflettere a riguardo. Speriamo che un’ipotetica terza stagione risponda a questi nostri dubbi.
Chi è il Joker?
Proprio come la prima stagione di Alice in Borderland si era chiusa con la rivelazione delle carte delle figure come nuova terribile minaccia, la terza ha introdotto in maniera alquanto simile una nuova possibile tetra prospettiva: la carta del Jolly, il Joker. Negli ultimi minuti del finale di stagione, infatti, la regia della puntata ci tiene a sottolineare un dettaglio allo spettatore: le carte posizionate su un tavolo in quella che dovrebbe essere la vita reale vengono fatte volare via da un’improvvisa raffica di vento finché sulla superficie rimane solo la carta del Jolly, unica carta del mazzo che fino ad allora non era mai stata nominata o citata dalla serie.
Che la carta raffiguri la follia dei protagonisti della storia? O ancora, che, come avvenuto per le carte delle figure il Joker sia un altro personaggio che si opporrà ai giocatori? Se questo fosse il caso, allora il Jolly potrebbe rappresentare per Arisu e gli altri l’ultimo nemico da sconfiggere prima di tornare davvero alla normalità?
Che cosa succede esattamente ai cittadini?
Eccoci ora a un’altra domanda che nel corso delle prime due stagioni della serie non ha ottenuta una risposta troppo esauriente e di cui ci piacerebbe approfondire qualche aspetto, ossia tutta la questione legata alla permanenza dei cittadini nel Limbo. Sappiamo infatti che coloro che hanno scelto, in un modo o in un altro, di diventare cittadini e di collaborare nella realizzazione dei giochi in cui i “turisti” rischiano quotidianamente la vita erano inizialmente a loro volta dei giocatori. I cittadini che rivestono il ruolo di figura delle carte sono infatti ex giocatori che sono stati in grado di completare tutte le sfide ma che hanno comunque scelto di restare nel Limbo piuttosto che di tornare alla realtà. Ma perchè? Certo, alcuni di loro hanno dichiarato di preferire la vita nelle Borderlands piuttosto che tornare a quella di prima, ma sapendo che continuando a partecipare ai giochi potrebbero comunque morire, che senso ha la loro scelta? E ancora, se non abbastanza vincitori avessero accettato di diventare cittadini, come sarebbero stati organizzati i giochi?
Se chi vince i giochi e sceglie di andare avanti torna alla realtà e chi muore nel corso delle sfide muore anche nella vita vera, questo significa che i cittadini sono rimangono in uno stato comatoso finché non vengono sconfitti? Questo inoltre implica che una volta sconfitti tutti i cittadini si apre un nuovo ciclo e altri prendono il loro posto? Ci piacerebbe tanto che un’ipotetica terza stagione rispondesse meglio a questi nostri dubbi.
I protagonisti di Alice in Borderland sono davvero tornati alla vita reale?
Il manga di Alice in Borderland ha una fine chiara e definita, che non lascia molti dubbi al riguardo, tuttavia, la serie live action di Netflix è a tutti gli effetti una trasposizione e, in quanto tale, qualora una terza stagione fosse effettivamente confermata, potrebbe anche decidere di prendere una linea ben diversa dalla sua controparte cartacea. Dopotutto, il finale parzialmente aperto che ha concluso la season due con la “rivelazione” della carta del Joker lascia spazio a tante possibilità: che tale immagine spesso associata alla burla possa fungere come indizio per lo spettatore, a prova che il luogo dove Arisu e Unagi non sia davvero sulla Terra e che le parole di Mira riguardo a una simulazione celassero un velo di verità? È possibile che alcuni elementi di questo Limbo abbiano seguito i protagonisti nelle vita vera? Ora come ora possiamo solo teorizzare: le nostre infatti non sono solo altro che speculazioni: può infatti darsi che la storia di Alice in Borderland si possa essere effettivamente conclusa del tutto con il finale della 2×13.