Come il Bologna, anche l’Atalanta meriterebbe un All or Nothing per la sua stagione
Dopo l’incursione in terra britannica torniamo a casa, per un’altra narrazione dedicata al calcio italiano. Finora l’unico All or Nothing dedicato al calcio italiano ha seguito la Juventus, in una stagione nemmeno particolarmente brillante. Ci sono tante storie provenienti dalla Serie A che meriterebbero di essere raccontate, ma nessuna probabilmente più di quella dell’Atalanta. La Dea è ormai una realtà consolidata del nostro calcio, e questa stagione l’ha definitivamente incoronata grazie alla conquista dell’Europa League, arrivata al termine di una cavalcata pazzesca, di cui l’ultimo atto è stato il massacro degli invincibili del Bayer Leverkusen. Alla luce, dunque, dell’epilogo di questa stagione, un All or Nothing sull’Atalanta sarebbe davvero un grandissimo regalo a tutti gli appassionati di calcio, perché ci porterebbe all’interno di uno dei modelli più efficaci del calcio mondiale.
Negli ultimi anni, quelli che hanno visto l’exploit degli orobici, la squadra nerazzurra è stata quasi sempre un enigma. Alla guida di Gasperini, l’Atalanta ha saputo stupire, reinventarsi e stupire di nuovo. In tanti hanno provato a carpire i segreti dei bergamaschi. Nessuno, in pratica, ci è mai riuscito. In pochi casi come questo c’è una sete di conoscenza incredibile. Qualsiasi appassionato di calcio vorrebbe gettare uno sguardo all’interno del mondo Atalanta, per capire come ha fatto una società rimasta sempre a un livello medio-basso, a diventare una delle realtà più importanti del nostro calcio. Questa sarebbe la stagione giusta per scoprirlo, perché il trionfo europeo della Dea rappresenta davvero il culmine di un percorso di crescita e affermazione impressionante.
A un passo dall’invincibilità: la stagione del Bayer Leverkusen
A proposito di modelli vincenti. Parlando di Atalanta si passa direttamente al Bayer Leverkusen, squadra sconfitta proprio dai bergamaschi in finale di Europa League. La serata di Dublino, però, non cancella minimamente la stagione da sogno dei tedeschi, capaci di vincere la prima Bundesliga della propria storia e di mettere la parola fine a un dominio interno del Bayern Monaco che reggeva dalla stagione 2012-2013. La squadra di Xabi Alonso non si è limitata a vincere il campionato, ma lo ha semplicemente disintegrato. Le aspirine non hanno mai perso, hanno chiuso con ben 17 punti di vantaggio sulla seconda in classifica, raccogliendo ben 90 punti, frutto di 28 vittorie e 6 pareggi. Nessuna sconfitta. Questo è il dato impressionante. Mai un passaggio a vuoto, un calo. Niente. Nichts, come direbbero i tifosi del Bayer Leverkusen.
Viene da sé, dunque, perché un All or Nothing su una stagione del genere sia una narrazione decisamente interessante. Ma c’è di più. Nonostante il Bayer Leverkusen sia sempre stata una grande di Germania, vantava una tradizione decisamente negativa. Prima di quest’anno, nel suo palmares figuravano solo una Coppa UEFA e una Coppa di Germania. Un bottino scarno, che, insieme alla famigerata stagione 2001-2002, quando i tedeschi sono arrivati in fondo a ogni competizione, tra cui la Champions League, senza vincere nulla, hanno segnato il mito del “Neverkusen”. La squadra che non vince mai. Ecco, l’interesse sarebbe proprio nel capire quanto questa tradizione abbia influito su una stagione che sin dai suoi albori si preannunciava vincente. La liberazione da una maledizione, che si è tramutata poi in gioia infinita. Al centro di un eventuale All or Nothing ci sarebbe questa transizione, davvero molto interessante.