Un All or Nothing del passato, riproposto: l’Arsenal
Dopo l’incursione in terra tedesca, torniamo ora in Inghilterra, per un paragrafo a suo modo speciale di questa lista. L’Arsenal è l’unica squadra, tra le nostre proposte, che è già stata oggetto di un All or Nothing (potete recuperare qui la recensione). L’interesse, penserete, sarebbe quindi minimo, considerando che nemmeno è passato molto dal documentario di Prime Video sui Gunners. Eppure, la stagione dei londinesi è di quelle davvero molto interessanti e soprattutto capaci di stimolare una riflessione cruciale per il mondo del calcio. L’Arsenal, come accaduto nello scorso anno, ha sfiorato il successo in Premier League, che, ricordiamolo, manca dal 2004. Gli uomini di Arteta hanno disputato un campionato eccellente: 89 punti, con appena 5 sconfitte. 91 gol fatti, solo 29 subiti. Un gioco a tratti devastante. Insomma, fare più di così era oggettivamente difficile. Eppure, l’annata dell’Arsenal si è chiusa con un nulla di fatto.
Questo esempio spalanca le parte all’annoso dibattito sul risultato. Nel calcio, e in generale nello sport, conta vincere, sono i trofei che rimangono. Ma com’è possibile criticare una stagione come quella dell’Arsenal? Un All or Nothing ci porterebbe nel cuore della questione, mostrandoci come, anche dall’interno, si possa percepire un argomento del genere. Dove si colloca, in sostanza, la linea di demarcazione tra successo e fallimento? Perché se vediamo i numeri e la qualità della stagione dei londinesi, non possiamo non considerarla un successo. I trofei conquistati, però, sono zero, e questo è sicuramente un fallimento. Il confine, come vediamo, è labile, e ragionarci intorno grazie alle straordinarie potenzialità narrative di un All or Nothing sarebbe un esercizio davvero molto stimolante.
Il miracolo europeo del Borussia Dortmund
Torniamo adesso in Germania, per il secondo esempio tratto dal calcio tedesco di questa lista di All or Nothing da sogno. L’annata del Borussia Dortmund è stata molto diversa da quella del Bayer Leverkusen. I gialloneri non sono praticamente mai stati vicini alla vetta della classifica, dopo che nella scorsa stagione hanno perso il titolo proprio all’ultima giornata. In Europa, però, il Borussia ha saputo mettere in piedi, anche con una buona dose di fortuna che non guasta mai, un percorso incredibile. Così, i tedeschi sono arrivati fino alla finale di Champions League, superando in ordine Milan e Newcastle ai gironi e PSV, Atletico Madrid e PSG nella fase finale. Un traguardo che davvero sembra impensabile, tanto a inizio stagione quanto, e soprattutto, vedendo la piega degli eventi nel corso dell’anno.
L’interesse di un All or Nothing sta, dunque, innanzitutto nella scoperta di questo inaspettato percorso europeo. Sarebbe interessante capire, un po’ come nel caso del Bologna, come ha preso corpo l’eventuale obiettivo di raggiungere la finale di Champions League. A margine di ciò, poi, c’è un altro punto d’interesse: l’addio di Marco Reus al Borussia. Il tedesco è stato la vera bandiera dei gialloneri, il simbolo di una squadra che si è vista sempre depredare dei propri campioni, soprattutto per mano degli acerrimi nemici del Bayern Monaco. Reus, invece, è rimasto sempre fedele al Dortmund e incredibilmente, nel suo ultimo anno in giallonero, arriva a giocarsi un’inaspettata finale di Champions League. Una storia dal potenziale romantico incredibile, che merita assolutamente di essere raccontata.