2) Rocco Schiavone
Altra produzione Rai, altro interprete magistrale, altri misteri da risolvere. Ma qui a far da fondo alle vicende del protagonista sono i paesaggi innevati e brulli della Valle d’Aosta e protagonista in questa serie, ancor più dello stesso Rocco Schiavone, è la solitudine.
Rocco Schiavone (Marco Giallini) è vice questore della polizia di Roma che, per motivi disciplinari, viene trasferito ad Aosta. Rimasto da tempo vedovo, ma mai rassegnato alla morte dell’amata Marina continua a vederne il fantasma. O meglio, la sua allucinazione. Un personaggio ermetico, si muove quindi su un territorio inusuale e per lui insopportabile, impegnando le sue energie nella risoluzione di crimini. Il dramma poliziesco si sviluppa quindi sul confine tra vita e morte, affascinando lo spettatore che – ancor più degli omicidi – resta affascinato da Rocco Schiavone. Scontroso e disinteressato ad avere ogni contatto umano vivo, volto tutto verso questa dimensione ultraterrena.
Non manca lo humor che si affianca alla perfezione a situazioni tragicomiche e che riempie le giornate del questore. Irriverente e affascinante, disillusa ma tenera, Rocco Schiavone è una serie che colpisce lo spettatore, istintivamente legato alle vicende e ai personaggi. Condividendo con loro la stessa malinconica consapevolezza della precarietà della vita.