3) Regina Rossa
E’ arrivata su Amazon Prime Video di soppiatto qualche mese fa, portando con sé molti dei pregiudizi che da sempre circondano molte Serie Tv spagnole. Il rischio di un flop era dietro l’angolo, ma Regina Rossa ha proseguito la sua strada nella giusta direzione, ottenendo un boom di visualizzazioni inaspettato (ne abbiamo parlato qua). Tratto dall’omonimo libro di Juan Gómez-Jurado, Regina Rossa propone sullo schermo un crime investigativo che ci fa tornare indietro nel tempo, presentandoci un duo che funziona e che si completa a vicenda. Nessun legame sentimentale. Nessuna attrazione. Solo due persone unite dall’obiettivo di venire a capo di qualcosa di molto più grande di loro. Qualcosa che soltanto la protagonista, Antonia, può sistemare. Perché lei è la persona più intelligente al mondo, e questo non è un modo di dire. Lo è davvero. Con il suo Q.L di 242, nessuno può competere con lei.
Come spesso succede, le persone più intelligenti sono anche le più vulnerabili. E così è per Antonia, vittima di un passato traumatico e di una tristezza che le striscia sotto la pelle. Jon Gutiérrez, un poliziotto non troppo sicuro di se stesso, viene incaricato di convincere Antonia a collaborare con lui per la risoluzione di un caso che vede come protagonista un crudele serial killer. Regina Rossa crea così due ambienti. Due Madrid ben distinte, seppur facenti parte di un unico sito. Da una parte la luce. I giorni qualunque. La normalità di una città che prosegue indifferente. Dall’altra, l’ombra. La Madrid sola e crudele in cui opera il serial killer. Per mettere fine a questa drammatica storia, Antonia e Jon faranno il possibile, dando ogni giorno di più vita a un rapporto che gli restituisce quel che non sapevano di cercare.
Antonia e Jon trovano nell’altro qualcuno che li veda davvero. Che gli sta accanto per una protezione disinteressata. Conoscono bene il dolore delle ferite, e così cercano di alleviarlo all’altro, ricordandogli che adesso non è più solo. Con un’ottima regia e una sceneggiatura ben curata, Regina Rossa sembra una Serie Tv senza tempo, sospesa in una Madrid indipendente priva di qualsiasi contatto con il presente o con il passato. E’ la Madrid di Regina Rossa, libera esattamente come la sua protagonista. Vulnerabile come la sua Antonia, forte allo stesso modo. Con un boom di visualizzazioni, Regina Rossa è stata tra le miniserie più viste al momento della sua distribuzione. Insomma non l’avete ancora fatto, qualche idea per il weekend adesso c’è.
4) Swarm
Ansia, suspense, adrenalina, tristezza, rabbia: questi sono solo alcuni degli ingredienti che hanno reso Swarm una grande miniserie, ma questo lo sanno davvero in pochi (qui abbiamo parlato del perchè dovreste assolutamente guardarla). Seppur sotto la mano del volto di Atlanta, Donald Glovere, e della sceneggiatrice Malia Obama, Swarm – qui in Italia – non ce l’ha (ancora) fatta. Resta sospesa nel catalogo Amazon Prime Video, vivendo di una gloria circoscritta a una ristretta cerchia di fan. Con Billie Eilish, Swarm affronta una storia horror attraverso espedienti non troppo lontani dalla realtà, chiamando in causa tematiche delicate e complesse come la salute mentale e l’abbandono da parte delle istituzioni. Siamo qui di fronte a una storia difficile, con scene a volte impossibili da digerire. Momenti in cui non puoi far altro che girarti dall’altra parte, aspettando che il peggio passi. Nella maggior parte dei casi, questo peggio si chiama Dre.
Dre è apparentemente una ragazza come tante. Vivendo da sola con sua sorella ed essendo esclusa da qualsiasi tipo di forma sociale, si appiglia all’unica cosa che la fa provare ancora una forma di gratitudine nei confronti della vita: la pop star Ni’jah. Con la sua voce e il suo solo esistere, la cantante dà un motivo a Dre per tirare avanti. Ma presto questo profondo senso di ammirazione si trasformerà in qualcosa di malsano, sfociando in un’ossessione. Dre comincerà infatti a punire chiunque pensi male di Ni’jah. Come se questa fosse la sua religione, Dre rivendica il suo credo. Lo fa mettendosi in macchina e perseguitando chiunque non si riveli un fedele. Sentendosi parte di una missione quasi divina, Drenon si ferma di fronte a niente, sentendosi malsanamente finalmente parte di qualcosa.
Swarm affronta così numerosi argomenti, passando dalla salute mentale all’ingiustizia sociale, sottolineando come Dre – durante la sua infanzia – sia stata abbandonata e lasciata da sola. Come non abbia potuto contare sull’aiuto di nessuno e solo sulla solitudine, finendo per perdere qualsiasi forma di umanità. Attraverso questo horror grottesco, Swarm si afferma come molto più di una storia spaventosa e cruda. Diventa il teatro di una profonda riflessione attua a far ragione il telespettatore, facendo sì che quest’ultimo possa andare oltre qualsiasi jumpscare. Perché dietro a ogni spavento si nasconde qualcosa di molto più grosso che affonda le sue raidici nella realtà. Una realtà che non possiamo ignorare, e che Swarm ci sta chiedendo di ascoltare.