The Big Bang Theory
Da un cult all’altro. Da uno dei migliori drama dell’ultimo decennio a una delle migliori sit-com. Parliamo, stavolta, di The Big Bang Theory, protagonista di una storia molto particolare e dal successo piuttosto incostante: non in termini di pubblico, sempre presente in massa, bensì a proposito della sua percezione qualitativa. La creatura di Chuck Lorre, infatti, ha subito nel tempo delle critiche spesso ingenerose da parte del pubblico e degli addetti ai lavori. A tal proposito, uno degli elementi più sensibili riguarda il presunto cambio di linea operato dalle prime alle ultime stagioni: i fan della prima ora contestano infatti l’apparente e progressiva standardizzazione di una sit-com che aveva premesse piuttosto peculiari.
Niente di più sbagliato.
The Big Bang Theory ha trovato nel tempo una prospettiva differente che ha avuto il merito – non il demerito – di aver allargato il pubblico e di aver associato una sit-com sui generis a canoni più associabili a titoli storici del calibro di Friends. Secondo qualcuno, il cambio di linea ha rovinato tutto, ma non è affatto così. The Big Bang Theory non è “solo” la storia di un gruppo di straordinari nerd che devono fronteggiare l’ordinarietà del mondo: è, soprattutto, una storia di evoluzioni. Evoluzioni intense ed emozionanti che hanno scritto alcune tra le pagine più struggenti delle sit-com d’ultima generazione, e che hanno dato vita a percorsi di vita incredibilmente coinvolgenti. Cosa ci dovrebbe essere di sbagliato, in tutto ciò?
La storia sembra voler riscattare, tuttavia, l’ultima fase del percorso di una comedy che rappresenta, a oggi, l’ultimo vero esempio delle grandi sit-com storiche. A cinque anni di distanza dal meraviglioso finale, le visioni più critiche si sono raffreddate e restano solo i pregi di un titolo che ha appassionato e divertito un po’ tutti nel corso delle sue dodici stagioni.
Una serie tv da vedere assolutamente su Prime Video. Bazinga.
Fleabag, una serie tv da vedere su Prime Video che è una delle serie ‘manifesto’ della piattaforma (anche se non è Original Prime Video)
“Intelligente e ferocemente divertente, Fleabag è una commedia commovente e selvaggiamente inventiva su una giovane donna complicata che naviga all’indomani del trauma”.
Così si parla di Fleabag su Rotten Tomatoes, e non possono stupire gli incredibili numeri ottenuti sul celebre aggregatore: la prima stagione ha un indice di gradimento che arriva addirittura al 100%, con un voto medio di 8.5 su 10. Wow. 92 su 100 su Metacritic, sempre a proposito della prima delle due stagioni complessive. Wow, ancora. Poi i premi: quattro Emmy e due Golden Globe. Tutto questo per una serie che ha “solo” due stagioni e la miseria di dodici episodi da mezzora circa.
Poco, pochissimo. Tuttavia, più che sufficiente per tramutarsi immediatamente in un instant cult. Una di quelle serie tv da vedere assolutamente su Prime Video.
Dramedy sui generis, ostinatamente britannica e abile nel sovvertire i canoni del genere, Fleabag celebra il talento di Phoebe Waller-Bridge, una di quelle autrici e interpreti che hanno tanto da raccontare nel mondo di oggi. Attraverso una prospettiva coraggiosa e sovversiva, femminista senza preconcetti. Un esempio importante di scrittura applicata ai linguaggi televisivi contemporanei, capace di segnare un epoca con uno screentime ridottissimo. Non sono mancati, negli ultimi anni, dei timidi tentativi di emulazione, ma tutti gli sforzi sono stati inutili: quando si scrive con maestria senza mai dimenticare di essere prima di tutto spontanei e onesti, il risultato non potrà mai essere all’altezza dell’originale. All’altezza di Fleabag, una delle migliori serie tv da vedere su Prime Video.
Qualcuno, con ogni probabilità, avrebbe voluto più di due stagioni, ma Phoebe Waller-Bridge ha una visione chiara della sua narrativa, non è incline ai compromessi e ha deciso di fermarsi sul più bello, quando la storia che aveva in mente è stata raccontata per intero e ogni alternativa avrebbe portato a fastidiose forzature. Ad avercene.