Attenzione: questa recensione contiene spoiler su American Gods 2×02, The Beguiling Man.
La puntata di settimana scorsa ci aveva lasciati con un punto interrogativo: come si evolverà la situazione? American Gods riuscirà a riprendere il volo dopo una prima puntata non troppo entusiasmante?
Abbiamo aspettato una settimana, non abbiamo ancora una risposta definitiva ma questa puntata ha lasciato il segno. Ci ha riportato al passato, a momenti della vita di Shadow che non conoscevamo. Ci ha anche permesso di mettere in ordine, anche se ancora non completamente, molti dei dettagli che finora erano rimasti in sospeso. Ma andiamo per gradi.
Shadow viene rapito da Mr. World che non vede l’ora di scoprire chi è e perché è così importante per Wednesday nella lotta tra vecchi e nuovi dei. La tortura a cui viene sottoposto Shadow è una continua immersione nella sua storia, ogni pezzettino del passato si aggiunge alla trama e ne valorizza il legame temporale che si sta pian piano formando.
Parallelamente abbiamo la ricerca dello stesso Shadow da parte di Laura e Sweeney che ovviamente continuano a incontrarsi e scontrarsi per poi solidificare sempre di più il loro rapporto.
Odino manda Ifrit accompagnato da Salim a recuperare la sua lancia Gungnir, e parte con Mr. Nancy. Questo viaggio è forse il più misterioso e con l’esito meno certo di quelli che abbiamo visto durante questa puntata.
C’è poi l’abbandono di Mr. Nancy a un passo dalla scoperta di cosa stia veramente accadendo. Per quanto possa risultare ironico e sulle frequenze del personaggio, appare come un difetto simile a quelli della prima puntata. Troppo repentino forse, senza troppe spiegazioni, Mr. Nancy va via immaginando cosa avverrà ma lo fa con la stessa velocità con cui nella puntata scorsa Bilquis tradisce i vecchi dei.
Ed è la stessa Bilquis ad avere un ruolo ancora enigmatico. Tradisce i vecchi dei nella prima puntata e non si schiera neanche con i nuovi dei. Probabilmente il suo compito da outsider sarà quello di portare la battaglia finale su una direzione inedita e inusuale. Ma questo arriverà col tempo, che però continua a non esserci clemente.
La fine di American Gods 2×02 è aperta, un inno alla sospensione che ha l’effetto che non abbiamo avuto nella prima puntata. Anche essendo consapevoli che l’episodio giungeva a termine, non abbiamo potuto non essere sorpresi dallo stacco finale.
Questo escamotage ha dato un risultato positivo, aumentando in noi spettatori la voglia di vedere come effettivamente lo scontro tra il treno e Odino possa concludersi.
Diversamente dalla prima puntata, la scenografia qui è meno accentuata in termini di colore, ma il buio che prevale è sempre significativo. Permette di mettere in luce il blu degli elettrodi su Shadow, è l’unica fonte di colore e dà vita a un gioco di luci e ombre che risaltano in maniera divina lo sforzo fisico del personaggio. Anche i colori dei ricordi sono adeguati al loro tempo, scoloriti ma al punto giusto. Come a voler sottolineare che si tratti di istanti andati via in contrasto con il buio vivido delle scene contemporanee. È ancora lì la volontà di far esperire in tutta la loro scomposta bellezza le scene e i dettagli che le compongono. La scena della goccia di sudore di Shadow per esempio.
Così come è ormai evidente che si voglia mantenere la poesia di Fuller nel rallentare i particolari del momento che si sta vivendo, è altrettanto dirompente la scelta di manifestare la violenza così com’è. Lo si nota principalmente nelle scene che vedono Laura protagonista.
Ma veniamo a Laura Moon. Il rapporto con Sweeney, a cui abbiamo già accennato si accentua sempre di più, ma dall’altro lato la ricerca di Shadow mette in mostra di nuovo e costantemente la sua forza fisica e mentale. Arriva di fronte a quello che era l’amore della sua vita e abbatte tutto e tutti per farlo. Shadow non parla, è immobile nella sua costrizione fisica e l’unica espressione che possiamo intravedere sul suo volto rivela qualcosa di profondo. Forse una nuova consapevolezza influenzata dal ricordo di ciò che è stato. Da quei momenti vissuti nel passato Shadow riemerge probabilmente ancora più diverso, ancora più confuso. La tortura subita è servita a lui più di quanto sia servita al nemico.
La tecnologia però rimane ancora un dettaglio da migliorare, in questa puntata i nuovi dei sono mostrati meno. Eppure la ricerca di Media appare sempre scomposta, frammenti distorti che non riescono a trovare un loro ordine nella trama. Ma c’è tempo per vedere dei miglioramenti, siamo ancora alla seconda puntata. Quello che più attrae per la visione della prossima è l’impatto di quello che abbiamo intravisto nell’occhio di Odino. Succederà veramente? E come riusciranno a salvarsi Sweeney, Laura e Shadow?
È stata decisamente la puntata di svolta, ha delineato la direzione delle successive. Oltretutto American Gods sta cominciando a riprendersi da assenze importanti che hanno influenzato ovviamente anche i giudizi sull’inizio di questa stagione.