ATTENZIONE: questo articolo contiene SPOILER sulla 3×04 di American Gods
American Gods è conosciuta per le sue scene evocative, immaginifiche e capaci di trasmettere agli spettatori un alto senso di misticismo e sovrannaturale. Uno dei problemi della scorsa stagione, però, riguardava l’incapacità di mantenere l’equilibrio tra questo lato più evocativo e la storia in sé che molto spesso veniva messa in secondo piano. Questa nuova puntata, dal titolo The Unseen (Non-Visto in italiano), ha come grande difetto la pecca di ricordare per certi versi proprio questa caratteristica che sembrava ormai un ricordo del passato.
Nel trattare la storyline di Bilquis si è persa un’enorme opportunità di approfondimento del suo personaggio, del contesto in cui è nato e delle implicazioni forti che intercorrono tra cultura africana e colonialismo. Invece è stato tutto sacrificato per mantenere ancora un’aura di mistero, incapace però di risultare altrettanto soddisfacente.
Nonostante questo limite però si conferma il cambio di rotta nella terza stagione: la storia va avanti a ritmo costante, i personaggi continuano a muoversi con una meta precisa e la curiosità di sapere dove andremo a finire è ancora altissima.
Vediamo nel dettaglio cosa è successo in questo episodio.
Sorprendentemente Technical Boy – trovato alla fine della scorsa puntata nella casa di Bilquis in uno dei cliffhanger più belli visti finora – decide di allearsi con Shadow per ritrovare la dea. Questa coppia risulta funzionare particolarmente bene: un’alleanza improbabile e dettata da motivazioni personali diverse, ma che sa benissimo compensarsi.
Se Shadow è infatti un personaggio abbastanza passivo e che non cede facilmente alle proprie emozioni, il semidio è un concentrato di emozioni e irrazionalità , soprattutto ora che si ritrova a dover fare i conti con i continui glitch e malfunzionamenti donatigli dalla Regina di Sheba.
Bill Sanders è il vero motivo della sparizione di Bilquis: un uomo così potente non può semplicemente sparire nel nulla e il sangue trovato dal nostro protagonista nella casa della dea è prova che sia stata rapita dagli scagnozzi durante la ricerca del loro capo. In un interrogatorio surreale TechBoy riesce a intimidirlo nell’ottenere informazioni, ma nel frattempo è Mr. World a trovarla per primo.
È molto interessante notare come il personaggio di Mr./Mrs: World si adatti al contesto nello scegliere chi interpretare: non più una donna nera come abbiamo visto nella prima puntata, ma torna momentaneamente a essere un uomo (nei panni l’attore Crispin Glover) per intimidire e dimostrare un fallace “senso di superiorità ”. Le tecniche di tortura messe in atto per piegare Bilquis alla sua volontà sembrano inizialmente funzionare, ma un’Antica Dea come lei è tutt’altro che vulnerabile.
In una visione in pieno stile American Gods – e che purtroppo non ci dice abbastanza di lei per poter soddisfare a pieno – la dea si ritrova a parlare con Oshun sulla sua identità . È stanca di sentirsi descritta, identificata e comandata dagli altri. È tempo invece di riscoprire le proprie origini divine.
L’altra grande storyline della puntata riguarda l’esperienza di Laura Moon in Purgatorio: dopo aver scoperto esattamente dove si trova e perché, è ora arrivato per lei il tempo di agire.
La sua rinascita comporta una seconda possibilità di vivere secondo i propri termini e con la consapevolezza di non essere l’unica e sola antagonista della propria storia: in un certo senso questo personaggio è cambiato moltissimo rimanendo in superfice sempre coerente e uguale a se stesso. Continua a essere una donna testarda, in certi aspetti violenta e poco incline alla pazienza, ma ora è molto più sicura di ciò che è e può ringraziare Mad Sweeney per questo.
D’altronde è proprio grazie alla fiala di sangue del leprecauno – accidentalmente rotta durante la pulizia della tomba in cui si trovavano – che Laura torna nel regno dei vivi. Senza bisogno di moneta, senza costante manutenzione del proprio corpo in decomposizione, ma viva e vegeta. Possiamo solo sperare che nel corso della stagione ci sia modo per lei di rivedere il personaggio di Mad Sweeney e poterlo ringraziare a dovere. La loro è stata una delle storie più appassionanti e sensate della serie, ma come molti fili secondari è stato tagliato corto per favorire lo sviluppo della trama principale. Ora che il percorso è stato impostato e che la storyline maggiore ha preso il suo ritmo, non sarebbe male tornare a esplorare la loro storia.
Ultimo ma non certamente per importanza è il grande piano di Mr. Wednesday di recuperare la sua amata Demetra dalla clinica in cui è rinchiusa.
Avendo provato a liberarla in modo pacifico e legale, è tempo di usare le maniere forti. Ecco dunque che Odino si ritrova a dover fare un patto con la gang motociclistica Lords of Valhalla – un nome, una garanzia – per poter forzare l’uscita della dea e ridarle la libertà . La condizione per questo favore è molto semplice: Alfather deve occuparsi della sua mina vagante Johan che, in pieno stile Marilyn Manson, non fa che portare ovunque violenza e disordine.
È molto curioso vedere come Marilyn Manson interpreti sempre questi personaggi irruenti, incapaci di conoscere i limiti della decenza e inopportuni. Rispecchiamo molto bene le accuse che, proprio in concomitanza con l’uscita della puntata di American Gods, molte donne hanno nuovamente sollevato nei suoi confronti. Nella speranza che il musicista venga estromesso dalla serie, possiamo confidare che il suo personaggio non sia tra i più importanti per il piano di Odino.
L’esplosione del bar messa in atto da Johan infatti potrebbe essere l’ultima volta che lo vedremo comparire nella serie, ma sicuramente ha fatto impazzire Mr. Wednesday. Mentre il Dio si dimena in mezzo alla strada senza vestiti, la sua complice Cordelia cerca di rintracciare Shadow per trovare e salvare suo padre.
Come abbiamo notato però sin dalla prima puntata il nostro protagonista non è più interessato a ciò che Odino compie o subisce: ridendo della condizione in cui il padre si ritrova, non lascia tutto per andare in suo soccorso ma – essendo comunque un personaggio incapace di cattiveria – promette di richiamare il giorno successivo. È questo un grande cambiamento in Shadow Moon e la dimostrazione che la storia, e con sé l’evoluzione dei personaggi, sta andando avanti in modo spedito.
American Gods sta dimostrando con questa terza stagione che le avventure e i progetti non seguono sempre percorsi lineari come uno potrebbe sperare: alti e bassi si succedono in modo imprevedibile, ma con la giusta concentrazione e volontà si può sempre ritrovare la propria via. I quattro episodi usciti finora ne sono la prova.