American Horror Story è una fonte pressoché inesauribile per quanto riguarda le storie dei serial killer. Ce n’è una, in particolare, raccontata durante la stagione di Hotel che rimane impressa.
Non viene mai nominato, non ci sono chiari riferimenti a lui, ma quando Ms. Ever parla del nipotino scomparso (e poi ritrovato cadavere in una fattoria), non si può fare a meno di pensare alla tragica e macabra vita di Gordon Stewart Northcott.
Gordon nasce il 9 novembre 1906 in Canada, a Bladworth. Nel 1924 si trasferisce con i genitori negli Stati Uniti, a Los Angeles. Qui chiede al padre di comprargli un appezzamento di terra a Wineville, dove costruisce un allevamento di polli, proprio con l’aiuto del genitore, che lavora nell’edilizia.
Sono anni di grande miseria e povertà e, apparentemente spinto dal desiderio di offrirgli una vita migliore, chiede alla zia di mandare il cugino tredicenne Sanford a vivere con lui in America.
Ma è tutta una messinscena e Sanford lo scoprirà a proprie spese.
Il ragazzino subisce violenze e soprusi di tutti i tipi, viene ripetutamente violentato e picchiato ed è obbligato a scrivere alla madre che, in realtà, va tutto bene.
Sanford non è l’unica vittima del cugino, anzi, il modus operandi di Gordon è ricorrente: attira bambini e ragazzini nel suo allevamento e ne abusa, minacciandoli di morte se mai avessero raccontato qualcosa.
L’allevamento di polli diventa un luogo di violenze indicibili, anche grazie all’aiuto della madre di Gordon.
Ben presto, come è evidente dal racconto di American Horror Story, iniziano gli omicidi.
La prima vittima è un ragazzino messicano, Alvin Gothea, che viene fatto a pezzi e gettato in una strada secondaria non lontano dalla fattoria.
C’è poi Walter Collins, figlio di un ex galeotto, che scompare nel nulla. La sua storia sarà l’ispirazione per il film Changeline del 2008 con Angelina Jolie. Gordon lo rapisce e, inizialmente, alla sua scomparsa non viene dato molto peso a causa dei trascorsi del padre e si pensa a una vendetta tra carcerati. Non è così, perché Walter è da giorni prigioniero della fattoria di Gordon che lo picchia e lo violenta ripetutamente, fino a quando non riceve una telefonata da parte della madre, Sarah Louise Northcott.
La donna è in arrivo in visita alla fattoria.
È impensabile che la donna non fosse a conoscenza delle deviazioni del figlio e di quello che stava accadendo alla fattoria, ma, per alcuni giorni, fa finta di nulla. Gordon nasconde il bambino in uno dei pollai e lo tiene lì rinchiuso per giorni, nella speranza di non attirare l’attenzione della madre.
Sarah Louise, però, sa e ha capito tutto: dice al figlio che il bambino ha visto troppo, che non può essere lasciato libero, che devono coinvolgere nell’assassinio anche Sanford per evitare che qualcuno possa tradire gli altri. Uno sparo avrebbe attirato l’attenzione dei vicini, quindi il povero Walter viene colpito alla testa con un’ascia mentre dorme nel pollaio.
Lo stesso tragico destino tocca anche ai due fratelli Winslow, Lewis and Nelson, rispettivamente di 12 e 10 anni.
Nel frattempo, la sorella di Sanford, che ha 19 anni e si chiama Jessie, inizia a nutrire dei sospetti, malgrado le lettere rassicuranti del fratello. Lo va a trovare e, approfittando di un momento in cui Gordon dorme, riesce a sentire la vera storia.
Tornata in Canada, denuncia i fatti al console statunitense che prende in carico la vicenda e ordina una perquisizione dell’allevamento dei Northcott. Mentre Sanford viene preso in custodia dagli agenti, Gordon fugge, ma viene catturato poco dopo. È probabile che i ragazzini uccisi da Gordon siano molti di più di quelli sopra elencati, ma l’assenza di prove concrete ha fatto sì che venisse incriminato solo per i quattro omicidi. Ci vogliono solo 27 giorni per il processo e il 13 febbraio 1929 il giudice Freeman condanna a morte Gordon.
La sentenza viene eseguita il 2 ottobre 1930: Gordon Northcott ha solo 23 anni. Questo è uno di quei casi in cui la fantasia delle trame di American Horror Story non riesce a raggiungere la realtà agghiacciante dei fatti della vita vera.