7. I coniugi Harmon
Insomma, non sono completamente inutili: la loro follia infatti contribuisce a creare il clima di tensione e degenerazione che rende la prima stagione di American Horror Story così appassionante; inoltre il comportamento dei genitori giustifica i problemi che la stessa Violet dimostra di avere nel corso degli episodi, perciò tutto sommato i signori Harmon hanno uno scopo.
Ma che razza di personaggi! Vivien è una quarantenne ancora più attenta a tenersi i riccioli biondi in ordine che alla figlia adolescente, rinchiusa in un mondo di egocentrismo dove esistono soltanto lei, il suo rancore verso il coniuge, gli impulsi sessuali frustrati e il desiderio di una seconda maternità non realizzato; è vero, ha dovuto sopportare dei gravi traumi (quali la perdita del bambino che aspettava e il tradimento di quell’idiota del marito, quindi possiamo capirla e compatirla…), eppure non riusciamo a trovarla simpatica, proprio a causa dell’aria da pavone ferito che ostenta in ogni puntata: in effetti spesso sembra essere lei la diciassettenne e Violet l’adulta. E non che Violet sia un capolavoro di sanità mentale.
D’altro canto non possiamo però rimproverarla troppo, perchè qualunque donna impazzirebbe dovendo vivere a fianco di Ben Harmon: traditore recidivo, psichiatra incompetente, pessimo padre, e soprattutto molto stupido. Gli perdoneremmo volentieri qualsiasi errore, se solo non fosse così terribilmente cretino; perchè come si fa a vivere in una casa dove le porte chiuse a chiave si aprono da sè, passeggiando per i corridoi puoi incontrare persone che non dovrebbero affatto essere lì e non capisci come siano entrate, tua moglie e tua figlia sembrano perdere progressivamente la testa e, udite udite, dove il resto della famiglia vede la governante con l’aspetto di una vecchia mentre soltanto a te lei sembra una sensuale ventenne… E non porsi alcuna domanda?
Mah. Forse era troppo impegnato a impedire alla sua giovane amante di smascherarlo una seconda volta davanti a Vivien, sapete.