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And Just Like That 2×08 – La Recensione: guardare al passato

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Quando And Just Like That chiama, noi ovviamente rispondiamo. Lo facciamo quando le puntate non ci piacciono – perché poi almeno possiamo lamentarcene, cosa che ci piace parecchio – e lo facciamo quando invece ci piacciono e possiamo finalmente parlarne in modo positivo (perché alla fin fine non vogliamo solo lamentarci e ogni tanto dire qualcosa di carino fa bene ai nostri cuori). Questa seconda possibilità si è verificata con nostra immensa e inaspettata gioia come un evento miracoloso dopo la visione dello scorso episodio e mi tocca dire che ha fatto il bis anche nella 2×08, la puntata distribuita venerdì 4 agosto su Sky e Now. Un mese fa non mi sarei sinceramente aspettata due episodi promossi di fila per questa serie che ci ha messo “solo” una stagione e mezzo per carburare, ma a quanto pare non bisogna mai perdere la speranza. E, nell’attesa di scoprire dove (e come) le ultime tre puntate ci porteranno, è arrivato il momento della recensione di un episodio che guarda molto al passato, cosa che come ci siamo ampiamente detti non sempre è un bene, ma che stavolta accade per il più grande fine di mettere le basi per un nuovo futuro.

La trama

Come potevamo immaginare l’episodio prende forma a partire da Carrie e dalla sua “nuova” relazione con Aidan, un rapporto che a un mese dal suo nuovo inizio è già pronto a decollare come l’aereo che a fine episodio porterà lei a conoscere i tre figli di lui. Carrie ed Aidan spendono una consistente somma di denaro per passare il loro tempo insieme a New York in albergo, dato che il veto messo da lui alla casa di Carrie continua. Sia chiaro, posso capirlo dato tutto ciò che quella palazzina ha significato per loro due insieme e per lui come individuo nel momento in cui la coppia è scoppiata non per sua volontà, ma credo anche che prima o poi per entrare davvero nel futuro sia necessario mettere un punto ad alcuni taboo legati al passato. Ma prima dei commenti continuiamo con la trama. Carrie ed Aidan propongono a Che, in crisi finanziaria, di prendere il suo appartamento per passare il loro tempo insieme nella Grande Mela e, detto fatto, si ritrovano in un negozio di articoli per la casa a comprare aggeggi che tritano il pepe o schiacciano gli spicchi d’aglio, alla ricerca forse più che altro di una quotidianità condivisa che non si sono permessi di avere. O che Carrie non ha mai concesso, cosa che la porta a chiedere a Miranda domandando in realtà a se stessa: Big è stato solo un grande errore? Una domanda non da poco, visto il tempo passato con l’uomo che è stato suo marito e che ha sempre considerato il suo grande amore.

And Just Like That
And Just Like That (640×360)

Uno sguardo nel passato con un occhio verso il futuro anche per Miranda, che alla veneranda età di cinquantasei anni comincia il tanto agognato tirocinio come ultima arrivata in un posto dove le colleghe con la sua qualifica potrebbero tranquillamente essere le sue figlie. Fortunatamente non lo sono, ma di sicuro rappresentano il classico cliché delle persone invidiose e inclini a guardare i nuovi arrivati dall’alto in basso, cosa che spero Miranda prossimamente ridimensioni con quel vecchio savoir faire che sinceramente di lei mi manca non poco. Cominciare una nuova esperienza – e farlo dal basso – è per lei un’occasione di riflessione sul suo passato, o meglio su quella che adesso sembra praticamente un’altra vita. Il matrimonio ma soprattutto i trent’anni passati nello studio legale rappresentano una parte dell’esistenza di Miranda che non le appartiene più ma che, piuttosto che relegarla in un cassetto da sigillare della sua memoria, deve essere proprio il punto di partenza dal quale muoversi per raggiungere un futuro a lei più congeniale. E prima di lei è la sua nuova e incintissima boss a rendersi conto del potenziale di quel curriculum che forse ormai non è più Miranda Hobbes, ma che può essere la base per chi si appresta a diventare.

Ma le scelte professionali sono anche il perno di ciò che Charlotte vive nell’ottavo episodio di And Just Like That. Accettare la proposta di lavoro ed entrare nuovamente nel magico mondo delle gallerie d’arte è un grande passo, un cambiamento radicale della vita da moglie e madre che ha costruito per se stessa negli ultimi vent’anni. Charlotte è preoccupata per la riduzione del tempo da passare con la sua famiglia (una cosa alla quale né Harry, né Lily né tantomeno Rock danno peso) ma soprattutto il ritorno al passato che rappresenta il mondo del lavoro scatena in lei il desiderio di tornare a essere come un tempo. Il suo corpo è – come è ovvio che sia – cambiato radicalmente, come testimonia una scatola dei ricordi piena di foto del passato e che per la prima volta da quando la serie ha preso vita ci mostra il volto della meravigliosa Samantha Jones quando l’attuale trio era ancora un meraviglioso quartetto. Non ci sono diete a base di brodo che tengano: le esperienze di vita cambiano il nostro corpo tanto quanto la nostra mente, anche se fare i conti con questa realtà può rivelarsi alquanto difficile. E ci vorrà l’esperienza diretta con il suo nuovo habitat lavorativo per capire che accettare se stessa è il miglior punto di partenza per la sua ritrovata carriera.

And Just Like That
And Just Like That (640×360)

In questo episodio And Just Like That parla al passato

Ci eravamo lasciati nella scorsa puntata con una sorta di ritorno al passato, nel momento in cui Aidan si rende conto di non voler mettere piede nella casa che avrebbe dovuto condividere con Carrie. Nostalgia di quello che è stato, niente di nuovo per questa serie che fino a poco fa è andata praticamente avanti solo su questo, direte voi. Anche l’ottavo episodio appena uscito continua a cavalcare quest’onda ma lo fa con una consapevolezza nuova, puntando al passato non per intortare gli spettatori nostalgici ma per permettere alle sue protagoniste di vivere nuovi inizi. Carrie, Miranda e Charlotte stanno vivendo l’inizio di fasi diverse della loro vita personale e professionale, ma tutte e tre possono davvero entrare in un nuovo percorso soltanto analizzando cosa di bello e di brutto le ha portate dove sono. Nel caso di Miranda l’ossessione per il suo lavoro non le ha permesso di percepire quanto ciò che faceva non la soddisfacesse davvero; Charlotte invece si è presa così tanta cura della sua famiglia, forse anche nell’esagerato tentativo di farla corrispondere a una di quelle del Mulino Bianco, da dimenticare quanto le piacesse occupare il proprio posto nel mondo come individuo e non solo come parte di un nucleo familiare.

Le riflessioni più pesanti sono però quelle che coinvolgono Carrie, il cui vecchio/nuovo amore la porta inesorabilmente a chiedersi se la sua scelta di ormai vent’anni fa di lasciare Aidan e di puntare il tutto per tutto su Big non sia stata solo un grosso errore. Qui non si tratta solo di chiedersi se prendere decisioni diverse l’avrebbe portata a una felicità più vera di quella vissuta con Big, ma di fare i conti con il senso di colpa che un pensiero del genere fa affiorare nel momento in cui la persona che hai ripetutamente scelto non c’è più. La storia tra Big e Carrie non è finita per divergenze caratteriali come la maggior parte di quelle che si concludono tra le star hollywoodiane, ma si è conclusa con Big morto tra le braccia di un’incredula Carrie. E chiedersi se il proprio defunto marito sia stato o meno la scelta giusta è una domanda che non può non fare male. Dopo una puntata di riflessione, Carrie afferma che la sua relazione con Aidan è finita perché lei “ha fatto uno sbaglio”. Ma lasciatemi dire che se con sbaglio intende lasciare il suo fidanzato un attimo prima di abbattere il muro che divideva le loro case posso capirla; se invece con sbaglio intende scegliere Big allora forse no. Perché così facendo sembra quasi che Carrie – e gli autori con lei – dimentichino quanto siano importanti le esperienze e il tempo. La Carrie di oggi, con il suo bagaglio di vita alle spalle, torna ad amare Aidan in modo più intenso di prima, ma chi ci dice che si sarebbero amati tanto anche dopo vent’anni di matrimonio? Questo non è dato sapere.

And Just Like That (640×360)

E a proposito di pensieri sulla vita, nella recensione di questo episodio di And Just Like That mi sembra anche doveroso fare forse per la prima volta nella mia vita un plauso a Seema, che dal presente di Carrie trae una riflessione sul suo passato e sul suo futuro. Lei non ha avuto due grandi amori, non ne ha avuto nemmeno uno e chissà, forse non lo avrà – o molto probabilmente sarà il regista appena entrato nella sua vita, ma questo lei ancora non lo sa ed è un’altra storia. Fatto sta che per la prima volta accetta, non senza precedenti crisi, di ridurre lo spazio per sé in favore di quello di un’amicizia che ha ancora tanto da raccontare.

In un episodio che si intitola Cento anni fa la riflessione sul passato era praticamente dietro l’angolo e non poteva essere evitata. È capitato a tutti di pensare a qualcosa che abbiamo detto, fatto o provato tempo fa e di dire “Oh mio Dio, sembra passata una vita“. È una sensazione che può fare tanto bene quanto male, ma che in entrambi i casi ci porta a riflettere su chi siamo e dove andiamo. A me sembra che Miranda, Charlotte e Carrie lo stiano finalmente capendo e che siano pronte a vivere il loro nuovo presente dopo un tempo di stallo che mi è sembrato infinito. E a questo punto mi sento davvero per la prima volta curiosa di scoprirlo insieme a loro.