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And Just Like That 2×10 – La Recensione: bisogna avere paura?

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Vi è mai capitato di fare un viaggio un po’ più lungo dei soliti 4-5 giorni? Anni fa sono andata in Spagna per tre settimane, un lasso di tempo più che sufficiente per sviluppare una routine in un contesto che non era quello della mia quotidianità. Mi ero abituata a dormire in un letto che non era il mio, a girare con familiarità per strade grandi e trafficate, a passare tutto il mio tempo con persone con le quali, una volta tornata a casa, avrei condiviso solo pochi momenti. Mentre ero nel bel mezzo del mio viaggio avevo la sensazione che quella che stavo vivendo fosse la mia normalità e mi sembrava impossibile che potesse giungere al termine, ma una volta arrivata a 3 o 4 giorni dal rientro in patria ho cominciato a provare una strana nostalgia: sapevo di essere ancora lì, in quei luoghi e con quelle persone, ma sapevo anche che di lì a poco sarebbe finita, e quello che avevo mi mancava già. Beh, tutto questo preambolo per dire che è esattamente così che mi sento ora, subito dopo aver visto l’episodio 10 della seconda stagione di And Just Like That, prima parte del finale che mi separerà da Carrie, Miranda e Charlotte. Mi sono talmente abituata ai miei venerdì insieme a loro che non riesco più a immaginarmi senza. Ma sarà un addio o un arrivederci? Questo ancora non è dato sapere, dato che Max non ha né confermato né smentito un’eventuale terza stagione. E c’è un po’ di paura nell’aria.

La trama di L’ultima cena. 1° parte: antipasto

La prima ad avere paura è proprio la nostra innamoratissima Carrie, che dopo aver venduto il suo appartamento alla vicina si prepara a traslocare nella gigantesca nuova casa comprata solo per permettere ad Aidan di metterci piede. Tutto ciò non prima dell’ultima cena che dà il titolo all’episodio in questione e a quello successivo, un evento con tutti gli amici che non è ancora avvenuto e che chiuderà sia la stagione, sia la duratura relazione tra la protagonista della serie e le quattro mura che l’hanno sempre tenuta al sicuro. Nel corso dell’episodio Carrie prepara scatoloni, organizza traslochi, ascolta le lamentele di Seema spaventata di essersi innamorata e dichiarata tale, accetta il fatto di aver adottato un gattino. La sua vita sembra avviarsi verso un nuovo stimolante capitolo, uno di quelli in cui alle stanze d’albergo condivise con Aidan può sostituirsi una quotidianità vera e propria. Ma a un certo punto arriva una telefonata che potrebbe cambiare tutte le carte in tavola: il figlio quattordicenne di Aidan ha avuto un incidente. E non un normale incidente, ma uno scontro avvenuto dopo una lite con sua madre, dopo essere scappato a casa dello stesso Aidan, essersi preso una sbronza a base di birra e aver poi provato a tornare a casa con il furgone di suo padre. Insomma, una dinamica che è un chiaro segnale della crisi che il ragazzo sta vivendo e per la quale, da come sembra, Aidan si sente colpevole. E quando lui telefona a Carrie piangendo dall’ospedale in cui è ricoverato suo figlio, lei sa benissimo che questo evento avrà delle ripercussioni sia su Aidan che sulla loro relazione.

And Just Like That
And Just Like That (640×360)

Passiamo da una relazione che si trova davanti un ostacolo ad altre che invece sono già giunte al capolinea. Nell’ultimo episodio di And Just Like That Miranda, oltre a fare un’esperienza lavorativa nientepopodimeno che all’ONU (cosa che, ci scommetto, a breve avrà delle ripercussioni positive sulla sua carriera) si ritrova a riflettere sul modo in cui mette fine ai suoi rapporti, tagliando completamente fuori dalla sua vita persone con le quali ha condiviso periodi più o meno lunghi. Per essere una versione meno drastica di sé (cosa che tra l’altro non condivido, chi ha detto che esiste un modo giusto e uno sbagliato di chiudere le storie?), Miranda decide allora di presentarsi a sorpresa al nuovo spettacolo di Che, ma la sorpresa più che farla la riceve nel momento in cui si rende conto di essere proprio lei l’argomento principale dello sketch. Segue una dinamica classica: Miranda ci resta male e va via, mentre esce dal locale Che la nota, dopo poco scende dal palco, la raggiunge fuori e hanno una brutta discussione. Ce lo aspettavamo? Ce lo aspettavamo. Resta all’undicesima puntata il verdetto su come andrà il loro prossimo incontro, sempre durante la già citata ultima cena a casa di Carrie, ma c’è da aspettarsi scintille. È da quando Che e Miranda hanno rotto che quest’ultima è tornata a essere la versione migliore di sé, una più concreta e meno sottona. E spero vivamente che tutto non si risolva in un ritorno di fiamma perché no, Che e Miranda non stanno assolutamente bene insieme.

Charlotte intanto continua a barcamenarsi tra una famiglia che le richiede sempre più attenzioni e un lavoro che le piace e la soddisfa, ma che a sua volta le prende sempre più tempo. Con un matrimonio solido e due figli adolescenti ma ormai capaci di badare a se stessi, è giunto per Charlotte il momento di ritrovare la propria identità a prescindere dal ruolo di moglie e madre che, per quanto le sia cucito addosso, non è tutto ciò che la caratterizza. Trovare un bilanciamento tra tutte queste esigenze non è semplice, ma forse lo diventa un po’ di più dopo qualche shot e una caraffa di margarita. E allora finalmente il personaggio più irreprensibile della serie dice quello che pensa, si sfoga, sveste per un attimo i panni perfetti che tanto è abituata a indossare per diventare una donna normale con delle esigenze normali e anche degli esaurimenti nervosi normali. E per l’ennesima volta nella serie la dinamica familiare dei Goldenblatt si rivela la più funzionale ma anche quella più divertente e ironica, con Harry che ha preso il suo scettro come mio personaggio secondario preferito e non l’ha più mollato.

And Just Like That (640×360)

E a proposito di personaggi secondari, finalmente questo finalino di stagione – se così possiamo definire il primo dei due episodi finali – dà anche una degna conclusione alle vicende di Stanford e alla sua relazione con un Anthony che, per quanto sessualmente attivo e disinibito, gli era sempre rimasto ancorato. Mi rendo conto del fatto che gestire la morte di Willie Garson non sia stata un’opera semplice per gli autori di And Just Like That, soprattutto considerando il fatto che dire addio a un altro personaggio dopo l’inaspettata dipartita di Big sarebbe stato troppo per gli spettatori di una serie del genere. Eppure prendere Stanford e mandarlo in Giappone a caso forse non è stata la scelta più saggia. Adesso però scopriamo finalmente il suo nuovo destino: è diventato un monaco, ha trovato la serenità dopo un brutto periodo di crisi e si è allontanato da tutti i beni materiali. Rivedere la sua foto è stato un bel colpo al cuore, e almeno adesso anche nella serie Stanford ha trovato la sua pace, ed Anthony può ricominciare a farsi amare come merita.

Quando c’è paura, c’è anche vita

Abbiamo aperto questa recensione con un esempio di nostalgia, ma quando ci si avvicina alla fine di qualcosa sono diverse le sensazioni che possono entrare in ballo. Il fatto è che la fine comporta a volte l’inizio di qualcosa di nuovo e migliore, ma in ogni caso un salto verso l’ignoto e verso una situazione diversa che – è fisiologico – fa paura. E proprio la paura è stata particolarmente presente in questo episodio quasi finale di And Just Like That, anche ma non solo tra le storyline dei personaggi secondari. Carrie, per tutta la puntata entusiasta del suo nuovo passo, sul finale ha paura che la situazione familiare di Aidan possa in qualche modo mettere un freno alla sua relazione e di conseguenza alle sue prospettive future. E non ha assolutamente tutti i torti. Anthony ha un’enorme paura di impegnarsi con Giuseppe, che rimane per diversi episodi bloccato dalle paranoie e dai muri che il suo compagno alza. Seema invece è stata così a lungo abituata a non esporsi da essere terrorizzata dai suoi stessi sentimenti, quasi come se fossero degli estranei che cercano di invaderla e cambiarla invece che una parte profonda di sé. E poi c’è Lisa, terrorizzata all’idea che la gravidanza – che sul finale termina forse in un aborto spontaneo – possa essere un ostacolo alla sua carriera finalmente in ascesa.

And Just Like That (640×360)

Tutte queste storie così diverse hanno in comune un’emozione, la paura, che altro non è se non il risvolto della medaglia della vita stessa. La paura di provare qualcosa, di perdere qualcosa, di affrontare qualcosa sono la prova provata di quanto i personaggi si stiano finalmente mettendo in gioco, uscendo dalle proprie comfort zone per affrontare nuove fasi delle loro vite. La paura nasce nel momento in cui ci troviamo di fronte a qualcosa di diverso da ciò a cui siamo abituati, quando le nostre prospettive future ci pongono davanti a bivi, strade tortuose che ci sembra di non poter affrontare o anche semplicemente strade buie che possono anche essere facili e piacevoli, ma non riusciamo ancora a vedere come tali. In ogni caso, però, le paure nascono proprio perché ci muoviamo, perché andiamo da qualche parte. Mi sono lamentata a lungo di quanto And Just Like That mi sembrasse ferma immobile, ancorata al passato e senza prospettive future. Durante le nostre ormai classiche recensioni settimanali ho criticato a lungo le vicende dei personaggi perché mi sembravano di poco conto, palliative a delle storie vere e proprie che la serie proprio non riusciva a raccontare. Questa volta però non è così, da qualche puntata a questa parte i nodi si stanno sciogliendo e – ci piacciano o no – nuove strade si stanno aprendo. Spaventose, sì, ma sono lì per noi.

E proprio ora che sto cominciando a prenderci gusto, ecco che And Just Like That volge al termine

E anche io, arrivata a questo punto, non posso che sentirmi già nostalgica e avere anche una po’ di paura, quella che la chiusura possa essere definitiva. Se qualche settimana fa mi aveste chiesto quale sarebbe stato secondo me il destino migliore per questo prodotto, vi avrei risposto con decisione: “Bisogna chiuderla prima che sia troppo tardi”. Ma ora no, e temo invece che possa accadere. E io non sono disposta ad abbandonare Carrie ora che sta provando seriamente a ricostruire la sua vita, non voglio dire addio alla nuova Charlotte meno casalinga disperata ricca sfondata e più donna realizzata, non ho intenzione di rinunciare a scoprire ciò che Miranda ha ancora da dare a se stessa, alla sua famiglia e alla società.

Ci sono serie alle quali bisogna dare un po’ di tempo e più di una possibilità per poter cominciare ad apprezzarle, e credo che And Just Like That sia assolutamente una di queste. È rivoluzionaria come lo è stata Sex and the City prima di lei? No. Ma finalmente ci sta raccontando qualcosa, e io non voglio perderla proprio sul più bello. Quindi cosa fare? Assolutamente nulla, se non aspettare pazientemente venerdì per capire come si concluderà la seconda stagione, si spera in maniera non definitiva. Ma anche per poter finalmente godere del breve ma sicuramente intenso ritorno di Samantha, perché sarà pure bellissimo vedere Sam Smith nella serie, ma noi rivogliamo Kim Cattrall.