È successo: la seconda stagione di And Just Like That, il sequel di Sex and the City (che è in esclusiva su Sky e IN streaming solo su NOW) che tanto ha fatto parlare di sé per il suo essere – o non essere – all’altezza dell’opera che l’ha preceduto, è ufficialmente terminato. Nella recensione della puntata 2×10, prima parte del finale che ha chiuso una stagione all’inizio tentennante ma via via sempre più sostanziosa, ci chiedevamo quale sarebbe stato il destino della serie, se avrebbe mai visto una terza stagione o se il fatto che il pubblico non l’abbia apprezzata quanto Sex and the City fosse un repellente alla sola idea di continuarla. L’ho detto a cuore aperto, la scorsa settimana ho un po’ temuto. Le consapevolezze che abbiamo adesso però sono molto diverse: Max ha ufficialmente rinnovato And Just Like That confermandone la futura realizzazione della terza stagione. Quello che abbiamo appena visto non è dunque il finale di serie, ma solo la temporanea conclusione delle vicende di Carrie, Charlotte e Miranda. Una conclusione che però – e con un grande purtroppo – non ha pienamente convinto.
Mi sembra giusto e doveroso cominciare il riassunto della trama dell’ultima puntata di And Just Like That dal momento che tutti i fan dell’originario quartetto hanno aspettato per un’intera stagione: il ritorno di Samantha.
Sapevamo di non doverci aspettare grandi interazioni con le sue storiche amiche, sapevamo che sarebbe stata solo una breve apparizione e sapevamo anche che non sarebbe stata legata a un ritorno ufficiale di Kim Cattrall sul set insieme alle sue colleghe di Sex and the City, ma fatto sta che i circa 2 minuti che ci sono stati concessi sono stati più che sufficienti per rientrare nel loop della nostalgia. Samantha chiama Carrie per dirle che aveva in programma di farle una sorpresa a New York, che sarebbe valsa la pena di arrivare da Londra anche solo per 24 ore per salutare quell’appartamento che casa lo è stata per tutte. Purtroppo il destino e i voli si sono messi di traverso ma Samantha saluta comunque la casa a modo suo, a telefono, come si saluta una vecchia amica che non si vede da tanto, con la consapevolezza che non la si incontrerà più. Eccola qui, Samantha Jones in tutta la sua meravigliosa essenza, con il carattere e la personalità che ricordavamo pur non essendo più lì a interagire con quelle amiche con le quali sotto sotto è ancora per sempre. Poco importa che in realtà tra Kim Cattrall e le sue colleghe non scorra buon sangue, tra Samantha e le altre è tutta un’altra storia ed è giusto che sia così.
C’è chi dopo questa comparsa ha invocato a grandissima voce il suo ritorno nella serie, e come dargli torto. C’è chi ha chiesto uno spin-off sulle vicende londinesi del personaggio, ma questo invece proprio non mi va a genio. Le avventure che ci piace ricordare di Joey Tribbiani sono quelle con i suoi friends di New York o quelle vissute a Los Angeles insieme a persone delle quali nemmeno ricordiamo i nomi? Sì, è una domanda retorica. E no, non voglio assolutamente rischiare di vedere una storyline forzata come quella del trasferimento di Samantha Jones assumere le tinte di una vita vera e propria. Due minuti in questo caso sono abbastanza, giusto il tempo di ricordare al mondo quanto questo personaggio sia unico, irriverente e perfettamente imperfetto. Giusto il tempo di farcene sentire la mancanza, di farci tornare alla mente i suoi momenti più iconici e sperare di vederla ancora, ma solo al fianco delle persone giuste.
L’ultima cena
Per quanto mi piaccia l’idea di parlare di Samantha per un articolo intero – e non vedo perché non farlo, prima o poi – passiamo adesso al resto della trama del finale di stagione. Come si può ben intendere fin dal suo titolo, L’ultima cena. Seconda parte: portata principale, il fulcro dell’episodio sta proprio nella famosa cena stellata organizzata da Carrie per salutare il suo appartamento. La padrona di casa è raggiante, in quello stato di eccitazione mista a un briciolo di malinconia che si prova quando si è consapevoli del fatto che si sta lasciando qualcosa di importante, per cominciare però qualcosa di altrettanto grande e nuovo. Accoglie i suoi ospiti, mostra a tutti la dolcezza del suo nuovo micio e si prepara a dire addio al suo posto sicuro nel mondo.
Nella prima parte della puntata Carrie sembra fare solo da sfondo alle vicende degli altri personaggi, tutti quelli che poi si riuniscono nel suo salotto. Miranda, sempre alle prese con la consapevolezza di volere ancora i suoi ex nella sua vita, prima chiarisce le sue divergenze con un nuovamente bonario Steve, poi coglie l’occasione della cena per parlare con Che e per ammettere che sì, la loro relazione era davvero un disastro, ma anche un ponte necessario per arrivare alle persone che le aspettano in futuro. Charlotte, in ripresa dai peggiori postumi del suo ultimo decennio, ha finalmente piena consapevolezza di voler e poter essere una donna lavoratrice, moglie e madre capace e fiera in ognuno di questi ruoli. Ovviamente, neanche a dirlo, Harry è ancora sempre e comunque la parte più ironica della coppia e probabilmente dell’intera serie. A fargli compagnia nell’ironia c’è Anthony, che dopo essersi lasciato pienamente alle spalle Stanford è finalmente pronto per dare tutto – letteralmente – a Giuseppe, che per quanto giovane sa dove vuole andare, e soprattutto con chi. E poi ci sono le paure di Seema, ormai ben consapevole di amare davvero; di Lisa che dopo l’aborto spontaneo si sente in colpa per aver pensato di non volere il bambino; di Nya, che soffre all’idea di non avere qualcuno con cui condividere le sue gioie ma che si prospetta avere ben più di un interesse culinario nei confronti di un certo cuoco Michelin.
La cena va a gonfie vele, tutti i commensali hanno a loro modo l’occasione di risolvere le questioni più o meno complesse con le quali si stavano interfacciando nelle puntate precedenti e, per sugellare questa nuova era che sembra non essere solo di Carrie ognuno di loro a turno dice qualcosa di cui vuole liberarsi. Paura, senso di colpa, i social media, tutti vogliono lasciarsi alle spalle qualcosa per accogliere qualcosa di nuovo. Ma è alla fine della cena che le cose prendono una direzione diversa. Certo, un po’ ce lo aspettavamo visto il modo in cui le cose si erano evolute nell’episodio 10, ma non così. Aidan, finalmente e inaspettatamente, trova il coraggio di tornare nell’appartamento di Carrie, quella casa nella quale così a lungo durante la stagione si è rifiutato di mettere piede. Ma non lo fa per la cena né per dire addio a quel luogo con gioia e gaudio, non lo fa per dichiarare amore eterno a Carrie né per lasciarla definitivamente. Lo fa per metterla in pausa, una lunga pausa di 5 anni e pochi giorni, giusto il tempo di permettere al suo ultimogenito attualmente in crisi di compiere vent’anni. E a Carrie, seppure a malincuore, questa cosa sta bene.
Da questo momento in poi tutto ciò che scrivo dovrebbe essere in caps lock, perché ho voglia di urlare.
Ma seriamente? Gli autori di And Just Like That fanno sul serio? Io spero davvero di essermi persa qualche passaggio narrativo, perché sarebbe l’unica spiegazione per un finale del genere. Sono tante, davvero tantissime, le cose che io sono disposta a comprendere e accettare. Posso ovviamente capire il fatto che Aidan senta il bisogno di stare vicino a suo figlio e decida di smettere di fare avanti e indietro da New York. Posso capire che la paura causata dalla sfiorata tragedia lo porti a mettere tutto in discussione, a sentirsi in colpa, a pensare di aver trascurato i suoi figli. Posso anche capire che tutto ciò gli faccia pensare di dover o voler lasciare Carrie. Ma no, non posso capire come alla domanda di lei sulla possibilità di andare di tanto in tanto da lui, Aidan risponda che no, non può farlo perché altrimenti lui penserebbe solo a lei. Non posso capire il fatto che lui non decida né di farsi accompagnare in questo periodo difficile né di lasciarla, ma di metterla in pausa per cinque anni. Cinque anni. È follia, follia pura. Per non parlare poi della motivazione: devo stare con mio figlio fino a quando non avrà finito l’adolescenza. E poi? A 20 anni e un giorno può andare a schiantarsi contro un albero mentre Aidan si gode il suo sogno d’amore ri-ri-ritrovato? Ovviamente no, come testimonia anche il fatto che lo stesso Aidan ammetta che anche i suoi figli più grandi hanno bisogno di lui, compreso quello che ormai ha già superato la fatidica soglia dei 20 anni. E quindi la sua argomentazione si spiega ancora meno.
Carrie, ben più pacata di me, accetta di buon grado la decisione del suo compagno. Certo, non ne è felice, ma a differenza mia a quanto pare la comprende, e si gode un’ultima notte d’amore prima di partire con Seema – che invece ha da attendere solo cinque mesi prima del ritorno del suo amato, situazione che messa a confronto con quella della protagonista sembra quasi piacevole – per una vacanza in Grecia. Sul finale tutti sembrano ritrovare in qualche modo la loro serenità: Charlotte cercando di attivare il suo nuovo iPhone, Miranda comparendo sulla BBC e paradossalmente anche Carrie, ordinando in greco due Cosmopolitan. Ma hai idea di quanti dovrai ancora ordinarne in tutte le lingue del mondo nei prossimi cinque anni?
Per tirare le somme, quella del finale di stagione di And Just Like That mi sembra un’occasione persa
Ce lo siamo detti tante volte nel corso di questo viaggio che abbiamo vissuto insieme nelle ultime dieci settimane: il percorso di And Just Like That non è stato privo di ostacoli e interruzioni. Tante volte ho avuto – e magari molti di voi con me – voglia di lanciare il telecomando, soprattutto nel corso dei primi episodi. Altrettante volte, però, sono rimasta lì prima per nostalgia, poi per vero interesse. E proprio sul più bello, proprio quando mi stavo convincendo davvero del fatto che questa serie stesse finalmente prendendo la strada giusta, ci ha pensato questo finale di stagione a rimettere tutto in discussione. Rasserenare la vita sentimentale di Carrie Bradshaw è qualcosa che i suoi autori proprio non riescono a fare, e mi dispiace perché così facendo il passo indietro non è solo quello che fa Carrie nella relazione con Aidan, ma anche quello della serie stessa nella relazione con noi spettatori. E, come tutte le relazioni che non vanno come sperato, fa male.
Insomma, come se non si fosse capito, questo finale che adesso sappiamo non essere definitivo mi ha lasciato con l’amaro in bocca, perché mi sembra di essere tornata repentinamente a quella fase iniziale in cui succedevano poche cose e poco sensate. E come Carrie adesso ha cominciato la lunga attesa del suo amato, io mi appresto a iniziare quella della terza stagione di And Just Like That. Ma no, caro Aidan, cinque anni non sono uno schiocco di dita. E a differenza di Carrie, pur dovendone aspettare sicuramente meno, non è assolutamente detto che io rimanga qui in attesa.