ATTENZIONE: l’articolo contiene spoiler su Andor
All’interno del franchise di Star Wars rischia di esserci un prima e un dopo Andor. Non tanto a livello narrativo, perché la storia raccontata nella serie di Disney Plus sostanzialmente ha un punto di partenza e uno di arrivo ben definiti e in mezzo accadono molte cose che sappiamo debbano e sarebbero potute accadere. Più che altro a livello ideologico, perché Andor in tal senso è una serie rivoluzionaria, capace di irrorare l’intero universo di Star Wars di una luce nuova e potentissima.
Andor ha avuto il grandissimo merito di indagare un periodo abbastanza oscuro della storia del franchise, quello che va dall’affermazione dell’Impero alla nascita della Ribellione, restituendo un potentissimo sguardo riflessivo a tutte e due le forze in gioco, intorno a cui per anni ha ruotato il destino della galassia. Abbiamo già parlato di tutti gli indizi che la serie restituisce sulla formazione ideologica della Ribellione, ora è il momento, invece, di andare ad analizzare lo sguardo che Andor restituisce riguardo l’Impero.
Per tantissimi anni, anche a causa di esigenze e concezioni narrative del passato, l’immagine dell’Impero è rimasta legata principalmente a massimi esempi come Darth Vader e Palpatine. La sua analisi difficilmente è andata oltre questo primo strato, fermandosi a una caratterizzazione malvagia, in contrapposizione all’elemento positivo rappresentato dalla Ribellione. Andor fa invece un lavoro molto prezioso, squarcia questo velo e scava a fondo fino a giungere nei meandri dell’enorme apparato burocratico ed esecutivo dell’Impero. Per la prima volta con la serie di Disney Plus scopriamo, con cura di dettagli, il funzionamento dell’Impero, dai principi ideologici che lo alimentano fino al modus operandi che lo contrassegna. Alla luce di quanto visto nella prima stagione di Andor, andiamo a tracciare una sintesi di tutti gli indizi lasciati su come si muove l’Impero nella galassia di Star Wars.
Andor e l’ideologia dell’Impero
Per comprendere a pieno l’ideologia che soggiace la creazione e il funzionamento dell’Impero, è sufficiente aprire un libro di storia e leggere qualche approfondimento sulla nascita dei regimi fascisti negli anni ’20. Non è un mistero, infatti, che la principale forza malvagia operante nella galassia di Star Wars presenti diversi, chiarissimi, riferimenti al regime nazista tedesco. Dall’elmo di Darth Vader agli Stormtrooper: i collegamenti visivi e concettuali col nazismo sono molto evidenti, ma lo sono altrettanto quelli ideologici, che agiscono, per così dire, sotto pelle, creando tutto il sostrato concettuale che alimenta l’Impero.
In Andor tutte queste caratteristiche vengono, sia implicitamente che esplicitamente, palesate. L’Impero nella serie di Disney Plus è una forza in assestamento, dopo la sua formazione sta cominciando a funzionare e ci viene presentata infatti nei suoi aspetti più ordinari, non nelle eccezionali figure di Darth Vader o Palpatine. Lo vediamo come una forza molto ben organizzata, articolata in tutta una serie di diramazioni che ne permettono l’onnipresenza nella galassia. Vediamo per la prima volta nella sua interezza tutto l’enorme assetto burocratico allestito da Palpatine e ci caliamo nel suo funzionamento.
Alcuni elementi che vengono immediatamente sottolineati sono, appunto, l’enorme complessità dell’apparato burocratico dell’Impero e la rigidità della sua organizzazione, contrassegnata da gerarchie molto pronunciate e rigorose. La gestione del potere si suddivide in ben precisi compartimenti, ognuno coi suoi compiti, i quali conferiscono all’Impero una mappatura molto ramificata e funzionale. L’ordine gerarchico su cui poggia questa enorme costruzione si basa sull’osservanza delle regole, alimentata da paura e competizione. Questi sono il collante che tiene insieme i subordinati dell’Impero, non di certo la fede o l’ideologia, ma la cieca ambizione o la naturale paura. Il meccanismo in realtà è molto semplice: la fiducia nell’Impero viene generata a partire dal timore, con le minacce e i soprusi. Schemi che abbiamo visto applicati in praticamente ogni regime dittatoriale mai esistito, replicati con cura in Andor.
L’Impero esercita il proprio potere con la paura, ma facendolo si crogiola nella propria cieca superbia, che è il suo grandissimo punto di debole. L’assetto di Palpatine è intriso di potere e superiorità, non potrebbe essere altrimenti, ma l’altro lato della medaglia è rappresentato da questa superbia che rende cieco l’Impero, incapace di vedere, dal piedistallo su cui si è posto, tutti i movimenti che caratterizzano il sottosuolo, che fuor di metafora sarebbero le trame della Ribellione che iniziano ad avvilupparsi.
Qui troviamo già il presagio del compimento della profezia di Nemik, che nel suo manifesto teorizza la vittoria della Ribellione in quanto forza positiva che tende alla libertà. Di contro, l’Impero è un movimento innaturale, perché si basa sulla paura, e in quanto tale destinato a non esistere. Sappiamo già che sarà così, ma con Andor capiamo le vere motivazioni pratiche e teoretiche della sconfitta dell’Impero.
Come si muove l’Impero
Una forza la cui ideologia si basa sulla paura, non potrà che muoversi all’insegna della crudeltà. Sin dalle sue primissime puntate Andor sottolinea la malvagità dell’Impero, portandone degli esempi pratici come le azioni di Aldhani, dove per fini egoistici il dominio di Palpatine ha strappato un’intera popolazione alla sua terra e alle sue tradizioni. La crudeltà dell’Impero non è solo rivolta verso l’esterno, ma anche al suo interno. L’unico modo per mantenere un ordine fondato sulla paura è alimentare quella paura stessa. Ciò significa punire ferocemente qualsiasi errore o inadempienza. Lo abbiamo visto con Syril, il cui passo falso a Ferrix gli è costato praticamente tutto.
La dura reazione è il meccanismo base del modus operandi dell’Impero. Quando arriva un attacco, la forza di Palpatine reagisce con vigore moltiplicato. Dopo Aldhani, ad esempio, l’Impero ha alzato le imposte, aumentato la repressione, sgominato terrore nella galassia. È un occhio per occhio elevato all’ennesima potenza, perché l’Impero per dimostrare continuamente la sua superiorità deve reagire sempre più duramente e innesca così un circolo vizioso di violenza crescente.
Con Andor capiamo bene che le angherie dell’Impero non si limitano a scatenare Darth Vader o a eclatanti manifestazioni di distruzione con la Morte Nera. La cattiveria viene perpetrata giorno per giorno ed è proprio sul quotidiano che fa più male. Sugli innocenti ingiustamente imprigionati, sui civili colpiti dal fuoco delle armi. Minacce su minacce, soprusi su soprusi. La paura è l’unico combustibile in grado di far funzionare questa enorme macchina della morte.
La straordinaria forza di Andor è quella di aver dato una cornice a tutto ciò. Per anni e anni abbiamo immaginato la forza distruttiva dell’Impero. L’associazione al nazismo è stata sicuramente potente per connaturarla, ma come detto la sua immagine è stata legata soprattutto a Darth Vader e Palpatine. Con la serie di Disney Plus, invece, scopriamo un Impero più organico, entriamo nella sfera quotidiana di questa forza, nel suo pesante apparato burocratico, nel suo tragico sistema repressivo. Tocchiamo con mano tutti gli elementi che rendono l’Impero, di fatto, la metafora di una contingenza storica decisamente efferata.
L’Impero e le sue connotazioni storiche
Tutte le connotazioni lasciate da Andor riguardo l’Impero portano verso un’unica destinazione: i fascismi. L’Impero è sempre stato, sin dall’esordio del franchise, una metafora del nazismo e come abbiamo detto i riferimenti visivi e citazionisti sono sempre stati molto evidenti. Con Andor facciamo un ulteriore passo in avanti anche sotto questo punto di vista, perché i punti di contatto non si limitano più alla mera citazione, ma diventano profondi snodi riflessivi.
Andor non si limita a citare elementi o riferimenti del nazismo, ma li mette in scena. In tal senso, il passaggio fondamentale è quello della prigionia di Cassian su Narkina 5. È impossibile non rivedere in quell’assetto l’allestimento dei campi di concentramento nazisti. L’Impero ha creato delle prigioni in cui fa lavorare i propri detenuti per realizzare del materiale che, come abbiamo visto nella beffarda scena post credit al termine della stagione, sarà fondamentale per la costruzione della Morte Nera. Tutto ciò non richiama forse il lavoro degli ebrei nei campi di concentramento per realizzare materiale bellico e infrastrutture? Come da Auschwitz e simili, dalle prigioni dell’Impero non si esce, lì si entra e si muore e nel mentre si lavora. Tutto corrisponde alla perfezione restituendo un’agghiacciante senso di malvagità dilagante e di crudo realismo.
La sovrapposizione dei campi di prigionia è l’elemento cardine, ma sono tanti gli snodi concettuali che Andor riprende dai fascismi, e in particolare dal nazismo, per sviluppare l’Impero. L’ordine rigoroso che contrassegna i ranghi burocratici e militari, ma anche le reazioni sempre più dure agli attacchi subiti. Proprio di questa dinamica ne abbiamo avuta testimonianza in Italia, col tristemente famoso eccidio della Fosse Ardeatine, a Roma, dove per ogni soldato tedesco morto in un attentato avvenuto nella Capitale, furono giustiziati 10 italiani. Questo meccanismo di sovrareazione, per così dire, lo abbiamo visto bene dopo i fatti di Aldhani, quando l’Impero ha iniziato a fare man bassa di prigionieri, ed è evidentemente un retaggio dall’emulazione dei regimi fascisti.
Inquadrato in una cornice storica ben definita, l’Impero con Andor ha acquisito una dimensione del tutto nuova. In passato non c’era mai stato un approfondimento così curato del suo funzionamento e delle sue caratteristiche. La serie disponibile su Disney Plus ha colmato questo vuoto, realizzando che fosse arrivato il momento giusto per farlo. La caratterizzazione dell’Impero incarnata in Palpatine e Darth Vader ha funzionato a lungo, ma con lo sviluppo in profondità del franchise, soprattutto grazie alle serie, una riflessione più profonda era d’obbligo. La cornice era ideale, il momento di assestamento e di rinforzamento dell’Impero: Andor non si è lasciato sfuggire questa occasione e ha restituito un quadro capace di arricchire in maniera preziosissima tutto l’apparato ideologico e concettuale che contrassegna l’universo di Star Wars e di collegarlo definitivamente alla contingenza storica.