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Non avevamo visto arrivare Andor

Andor
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ATTENZIONE: l’articolo contiene spoiler sulla prima stagione di Andor e sul film Star Wars: Rogue One

Nell’immensa e ricchissima produzione che ha contrassegnato il 2022 appena giunto a conclusione, un ruolo sorprendentemente di primo piano se lo è preso Andor, serie tratta dall’universo di Star Wars che, arrivata in punta di piedi, è stata la vera e propria rivelazione dell’anno. La serie creata da Tony Gilroy è il prequel del film Rogue One, spin-off della saga principale di Star Wars uscito nel 2016. La pellicola ha messo in scena la missione di un manipolo di ribelli intenti a rubare i piani di costruzione della Morte Nera, un compito decisivo per la futura vittoria della Ribellione contro l’Impero che avevamo già visto nel corso della saga. Andor, dunque, ha mosso i passi da queste premesse, seguendo, cinque anni prima rispetto agli eventi di Rogue One, le gesta di Cassian Andor, personaggio apparso proprio nella pellicola e interpretato da Diego Luna.

Andor si è calata, dunque, in un periodo abbastanza oscuro della continuity di Star Wars, quello che va dal crollo della Repubblica alla formazione della Ribellione e vede intanto l’affermarsi dell’Impero. Un periodo poco narrato in live action, pressoché assente nei film e trattato solo dalla deludente Obi-Wan Kenobi, che non è riuscita a fornire un ritratto adeguato di questo oscuro momento storico della galassia pur potendo contare su un personaggio di spicco della saga. Queste sono le condizioni che hanno caratterizzato, dunque, l’arrivo di Andor su Disney Plus: elementi che di per sé hanno contribuito a creare quel velo di diffidenza intorno alla serie, immediatamente squarciato, comunque, già dopo poche puntate.

Perché non abbiamo visto arrivare Andor

A onor del vero, la diffidenza con cui Andor è stata accolta non era completamente ingiustificata, anzi. Le premesse di cui abbiamo parlato, in effetti, non delineavano un quadro troppo convincente e hanno creato dei comprensibili preconcetti che hanno contribuito a rendere freddo il clima di accoglienza alla serie di Disney Plus. Innanzitutto il personaggio protagonista, estremamente secondario nella narrazione di Star Wars e di certo non eccessivamente richiesto dai fan. Cassian Andor ha avuto un ruolo importante in Rogue One, sacrificandosi insieme alla protagonista Jyn per la missione. Tuttavia, la realizzazione di un prequel incentrato su di lui sembrava eccessivo e inizialmente non ha scaldato i cuori dei fan.

Oltre a ciò, a creare diffidenza è stata anche la natura stessa del prodotto. Un prequel di uno spin-off, già di per se decisamente slegato dalla narrazione principale di Star Wars visto che presentava ben pochi personaggi dei film canonici. Non sembrava, onestamente, che Rogue One avesse bisogno di un approfondimento che ne esplorasse gli antefatti o ne ampliasse le condizioni. Il film sembrava decisamente auto-compiuto, senza ulteriori esigenze narrative, tanto che era difficile anche solo immaginare a priori la materia narrata da Andor. Queste condizioni hanno sicuramente fatto passare inosservato l’arrivo di Diego Luna e compagni su Disney Plus, ma non è tutto.

Andor
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Le domande che non sapevamo di doverci porre

La realtà, poi, si è confermata completamente diversa, non solo per l’altissimo livello mostrato da Andor, ma anche per la sua capacità di riempire dei vuoti importanti nella narrazione di Star Wars. Come detto, la serie di Disney Plus è andata a calarsi in un momento fino ad ora poco esplorato nella produzione in live action, un posto che qualche mese prima aveva occupato Obi-Wan Kenobi, serie dalla risonanza estremamente diversa, ma anche dai risultati. La sensazione, quindi, era quella che, se l’attesissimo ritorno di Ewan McGregor non era riuscito ad aggiungere granché a quel periodo storico, non lo avrebbe di certo fatto un prequel di uno spin-off su un personaggio secondario. Una considerazione che ha ampliato la diffidenza già palesata dagli elementi sopracitati. Una previsione, però, estremamente sbagliata.

Andor non l’abbiamo vista arrivare perché non è riuscita ad attirare la nostra attenzione in partenza date tutte queste circostanze, ma quando poi è finalmente giunta, è stata una vera e propria esplosione che ci ha immediatamente mostrato quanto ci fossimo sbagliati nelle nostre previsioni. La forza della serie con Diego Luna è stata quella di infilarsi in pieghe e vuoti della continuity di Star Wars, soprattutto a livello concettuale, connaturandosi come una produzione molto complessa e sfaccettata. Prima di Andor, non ci eravamo minimamente resi conto quanto avessimo bisogno di questa serie. Poi, di settimana in settimana, la produzione Disney Plus si è svelata, mostrando tutta la sua ricchezza e andando ad occupare il suo posto speciale nella continuity di Star Wars, rivelando tutte le sue preziosità mano a mano.

Tutte le risposte di Andor

Sin dal triplice episodio che ha segnato il suo esordio, Andor ha saputo mostrare quanto le premesse che l’hanno accompagnata fossero sbagliate. Col passare delle settimane abbiamo assistito al lento e complesso articolarsi della trama, che si è mossa con ritmi compassati, ma necessariamente rallentati perché col suo incedere la narrazione ha introdotto progressivamente snodi concettuali molto potenti che necessitavano di tempo per essere assorbiti. Con Andor siamo andati, per la prima volta, nel cuore dell’ideologia che muove l’intera narrazione di Star Wars. Tutto il franchise si è costruito, da sempre, sullo scontro tra forze del male e del bene, tra l’Impero e la Ribellione o le sue declinazioni precedenti e successive. Lo scontro frontale è sempre stato lo stesso, indipendentemente dalle diverse casistiche, ma fino a prima di Andor è rimasto più superficiale, meno denso. Più simbolizzato e meno analitico.

La serie di Disney Plus per la prima volta ci fa ragionare sulle ideologie che muovono le due forze. Ci porta nella pancia dell’Impero e nel cuore della Ribellione, sviscerando le componenti riflessive e pratiche delle due realtà, delineandone un potentissimo ritratto a tutto tondo. Non a caso, Andor è probabilmente il racconto più collettivo che abbia mai popolato la produzione di Star Wars, insieme proprio a Rogue One. Alla luce di ciò che abbiamo visto capiamo tutte quelle premesse che non avevamo compreso, ma che anzi avevamo completamente travisato. Il concentrarsi su un personaggio secondario ha permesso di conferire al racconto quel tono universale necessario ai suoi scopi. Così come l’esplorazione di un momento poco noto della storia della galassia ha garantito la libertà tematica fondamentale per un’operazione del genere. Senza costrizioni dovute a personaggi ingombranti o a collegamenti con altri momenti dei film, Andor ha potuto assumere la libertà più assoluta e lavorare su quell’enorme apparato concettuale che serviva assolutamente all’universo di Star Wars e che ha ridisegnato per sempre le due componenti fondamentali della sua storia: la Ribellione e l’Impero.

Ciò che impressiona di Andor è la decisione con cui ha portato avanti questa operazione fortemente rivoluzionaria. La serie di Disney Plus ha imposto i suoi ritmi, molto compassati e insoliti per un prodotto del genere. Andor non si è mai concessa al sensazionalismo, al patetico, al colore: è andata avanti per la sua strada, anche a rischio di scontentare i fan. Alcuni punti sono stati più faticosi, ma, una volta ultimato, il disegno finale è apparso grandioso. Con la sua prima stagione Andor ha vinto la sua scommessa, a modo suo ha portato una rivoluzione simile a quella di cui sono incaricati i ribelli di cui narra le gesta. Ha dotato il complesso universo di Star Wars di un apparato concettuale mai visto prima, ha riflettuto profondamente, ha analizzato a fondo, si è imposta come una serie di una densità incredibile. Il tutto senza perdere di vista la trama, che coi tempi giusti arriva dove deve. La prima stagione di Andor è stata un vero e proprio trionfo. Non l’avevamo vista arrivare, ma ora non possiamo più fare a meno di ammirarla. In attesa della seconda, e ultima, stagione, che stavolta giungerà avvolta da aspettative altissime.