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Non avevamo mai visto niente di simile ad Andor nell’universo di Star Wars

Andor
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Non è la spettacolarizzazione che fa la qualità dell’opera, e questa è una lezione che l’universo di Star Wars sembrava ormai aver dimenticato da tempo, fino all’arrivo di Andor.

Sono passati sei anni dall’uscita in sala di Rogue One che è, a detta di tutti, una delle migliori pellicole dell’universo espanso creato da George Lucas. Rogue One è un film senza presunzione di sorta, focalizzato sui propri personaggi, sul loro scopo e la loro crescita in un arco temporale molto ristretto ma estremamente fatale. Sono gli eventi di quel film a innescare, in fondo, la trama della trilogia originale con la quale molti di noi sono cresciuti. Quella che per prima ci ha fatto sognare di pianeti lontani, spade laser e l’utilizzo della Forza. Ma la ricchezza narrativa di Rogue One sembrava essersi esaurita con il film stesso. Né la nuova trilogia né le serie tv targate Disney Plus – ad eccezione forse di The Mandalorian – sono riuscite a mantenere alta l’asticella, puntando al consenso unanime di un pubblico facile piuttosto che alla qualità conquistata con il rischio.

Una “nuova speranza” arriva allora con Andor, serie tv creata da Dan Gilroy con protagonista Diego Luna, che torna a vestire i panni logori di Cassian Andor in quello che è, a tutti gli effetti, un prequel di Rogue One. Ed è da quest’ultimo che lo show targato Disney Plus raccoglie a piene mani l’eredità – con gran soddisfazione per tutti noi – optando di nuovo per il pregio piuttosto che per l’apprezzamento in toto. Un’eredità evidente sotto un aspetto fondamentale:

Andor non è una serie tv ma un film lungo 12 episodi pensato e creato per la televisione. C’è una grande differenza.

Andor
Diego Luna (640×360)

L’approccio adottato da Andor è diverso da qualsiasi altro progetto dello Star Wars Universe. In che senso? Lo show rimane si un prodotto pensato per le famiglie ma aggiunge una componente dark -con tanto di sangue e linguaggio scurrile – nuova al resto del franchise. Questo perché i creatori stessi hanno espresso, fin da subito, la volontà di costruire un mondo che facesse riferimento a quella galassia lontana lontana ideata da George Lucas ma che non ci si adagiasse comodamente sopra. Il fan service viene (finalmente) messo da parte in favore di una trama che si prende i suoi tempi, che non ha paura di osare e che ci tiene ai propri personaggi, anche a quelli nuovi.

Se infatti conosciamo abbastanza bene il nostro protagonista e la fine che lo attende, al contrario sappiamo molto poco degli altri personaggi della serie tv: dal misterioso Luthen Rael all’integerrimo Syril Karn, dalla tenace Bix Caleen alla diplomatica Mon Mothma. Ognuno di loro interpreta un ruolo nella guerra fredda tra l’Impero e la ribellione. Non c’è traccia dell’epicità dei jedi, non ne viene fatta neppure menzione. Siamo di fronte a una spy story in piena regola, in cui ogni mossa ne deve prevedere e anticipare un’altra e in cui Cassian si ritrova inevitabilmente coinvolto.

Lo stesso Cassian è in realtà un mistero. Conosciamo il suo coinvolgimento nello spin-off di Star Wars e abbiamo visto la fine del suo viaggio ma non abbiamo idea di come ci sia arrivato o delle strade percorse che lo hanno portato infine su Scarif insieme a Jyn (Felicity Jones). Diego Luna torna nel ruolo di Cassian Andor donandoci un’intepretazione sottile e pacata, quella di un osservatore attento che registra, scruta e calcola la mossa più opportuna da compiere. Dal primo episodio, osserviamo nuovi tratti di questo personaggio estremamente grigio che non è affatto un eroe ma solo un uomo che tenta di sopravvivere ad ogni costo.

Andor
Adria Arjona (640×324)

La scrittura è indiscutibilmente la punta di diamante di Andor. Dai dialoghi al lento built up di trama che costruisce, puntata dopo puntata, una storia completa e avvincente.

A chi critica che Andor pecchi di lentezza, sfugge probabilmente l’ambizione stessa del progetto. Lo show Disney Plus non punta a delineare un racconto che inizi e finisca in sei puntate. No. L’obiettivo di Andor è raccontare un film attraverso il medium televisivo, con un progetto ben definito e pensato di 24 episodi in totale, equamente divisi tra una prima e una seconda stagione. Insomma delle intenzioni molto chiare così come lo erano i progetti originali di George Lucas. Un crescendo di intenzioni che scaveranno a fondo nella ribellione, nelle tensioni con l’Impero ma anche nelle dinamiche diplomatiche e burocratiche di chi fa parte del sistema.

Detto così potrebbe sembrare una noia mortale ma lo show è anche in grado di sporcarsi le mani e di pensare aldilà del piccolo box in formato famiglia al quale le serie tv Disney Plus ci hanno abituato. Tra Star Wars e MCU. Andor è una spy story ma alla maniera di James Bond e Mission Impossible. C’è il complotto, il tradimento, l’ingegno ma anche l’azione fisica che ci tiene in bilico sulla sedia per tutto il tempo. In questo si percepisce la mano di Dan Gilroy, qui in veste di produttore esecutivo ma che aveva già lavorato alla sceneggiatura di Rogue One e alla trilogia di Bourne.

Andor
Andor (640×360)

Andor è una serie tv più adulta, più dark e più impegnata rispetto a qualsiasi altro prodotto ci sia stato propinato recentemente riguardo all’universo di Star Wars. L’inizio può risultare sconcertante e poco avvenente ma, come un piatto sconosciuto che si assaggia per la prima volta, lo show ha un sapore del tutto diverso rispetto al solito ma non per questo meno saporito. E se lo si gusta a pieno è in realtà possibile percepire degli aromi noti, solo dimenticati da tempo. La creatura di George Lucas che, tanto tempo fa, era molto di più che facile fan service e spade laser tirate fuori senza un perché, quello Star Wars in grado di farti riflettere e lasciarti a sognare galassie lontane lontane.