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Animal Kingdom, la legge del più forte

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La lezione e la teoria evoluzionistica risolutoria, brillante ed epocale del famoso sociologo e biologo Charles Darwin, deve essere perentoriamente accantonata, almeno in tale contesto.

Nel ‘Regno Animale‘ (Animal Kingdom) non vince sempre la specie che si adatta al cambiamento, vince l’esemplarità e la linearità della basilare “legge del più forte“, il predatore più feroce, prestante, astuto e cattivo che conquista, domina e lacera a morsi il rivale.

Questi predatori, lupi affamati, vogliono e lottano per ogni cosa: soldi, donne, vizio, benessere, rispetto; la specie più forte si evolve lottando e pianificando, ma non adattandosi.

La nuovissima serie ha decisamente convinto, il parallelismo con il masterpiece irragiungibile ‘Sons of Anarchy‘ è dietro l’angolo, il parallelismo, non il paragone. SoA ha come termine di paragone il solo BReaking BAd e si fregia di caratteristiche più intense ed emotive, vantando un simbolismo unico.

Se in SoA si parlava di fratellanza, qui si parla di veri fratelli (quantomeno per via materna), se nella riduzione seriale dell’Amleto di Shakespeare una matriarca cinica e protettiva reggeva il potere Samcro, qui un’altra dura e spietata matriarca detiene lo scettro. Il paragone continua, l’illecito ed il contesto criminale in SoA era caratterizzato da un clan di bikers trafficanti d’armi mentre in Animal Kingdom i criminali sono dei ladri dediti a medi e grandi colpi.

Gli animali fanno gruppo, creano un branco, non si occupano di nascondere i loro vizi e passioni, non devono cercare di essere diversi rispetto alla loro specie d’appartenenza, e rapportando questo concetto ai personaggi, ne derivano diverse riflessioni. Il capobranco è una lupa, Smurf, una matriarca, una lupa voluttuosa e feroce, la regina di questo ‘regno ferino’, lei è quella che prende le decisioni, colei che protegge i suoi lupi, la madre che li manipola, vizia, condanna, placa e istiga.

Le azioni malavitose della famiglia Cody, sono dettate, approvate e stabilite dal potere decisionale di Smurf, l’ideazione a volta può spettare al figlio Baz, scrupoloso pianificatore, ma l’approvazione definitiva mai. La capobranco ascolta per poi decidere.

Non esistono gerarchie in Animal Kingdom, tutti sono ugualmente retribuiti, tutti devono sottostare a Smurf, tutti possono proporre ‘colpi’ ma mai deciderli. La situazione però si complica quando il fratello maggiore Pope esce di prigione, reclamando di ritornare alla posizione originale, ritornare ad essere il braccio destro di Smurf. Craig (Kalf di Vikings) e Deran sono i due fratelli inseparabili, cane sciolto il primo e cane furioso e bastonato il secondo (che deve occultare nel branco la sua omosessualità). Pope è l’instabile, un soggetto turbato e di difficile lettura, freddo come il colore della sua bianca carnagione e spietato come la sua espressione da sociopatico. Pope contro Baz, sarà una sfida nella sfida.

animal-kingdomOltre al ruolo spodestato del fratello maggiore Pope, ci sarà un’altra vera e propria figura chiave, il loro nipote J. La madre di Joshua muore per un’overdose, nell’abbandono della sua famiglia ma non di suo figlio J, questa serie-tv inizia proprio così. Una madre priva di vita che giace sul divano di fianco suo figlio, una donna distrutta dalla tossicodipendenza e un figlio neanche scosso più di tanto. L’inevitabile con questo tipo di brutale passione, è cosa sempre preventivabile. Joshua aspetta i dottori che ormai non possono far nulla, c’è un maledetto silenzio assordante, nessuna parola, nessun pianto, nessun grido di dolore, una situazione tragica, scontata e improrogabile. Joshua ha finito la speranza per sua madre prima ancora che le lacrime.

J è solo, ha bisogno della famiglia Cody, quell’ambiente cinico, sporco, deleterio, torbido da cui la madre si era allontanata per sempre. L’adolescente J ha bisogno di una figura materna sostitutiva e sua nonna Smurf lo accoglierà a braccia aperte, provocando le ghigna ferine degli altri lupi. Ha inizio la fase dell’accettazione del branco, Joshua deve aiutare e coprire gli zii, sporcarsi le mani per diventare un lupo, accantonare la coscienza pulita e immacolata per essere un loro pari. Sottomettersi alle loro volontà per poter essere finalmente accettato.

Le gelosie, i soprusi, il cinismo e le cattiverie iniziali dei loro zii, faranno capire al ragazzo che educazione e intelligenza non sono peculiarità bastevoli per entrare a far parte del Regno Animale, bisogna essere sporchi e feroci. I quattro fratelli Cody, tra alti e bassi, condurranno in questo regno il giovane ragazzo, lo sfrutteranno e premieranno, lo vizieranno e lo puniranno. Smurf docet.

I lupi ripropongono con il nuovo arrivato la metodologia comportamentale che la lupa capobranco utilizza da tempo con loro.

animal kingdomNon basta essere presenti nel regno animale, per essere parte del branco bisogna cacciare insieme, sporcarsi le mani, ferirsi, proteggersi. Gli zii devono coinvolgere il nipote nelle loro azioni, nonostante Smurf non sia di questo avviso. Colpi andati a segno, situazioni di tensione, una morte brutale, pianificazioni semplici e complesse, un colpo di scena sensazionale, una trama avvincente, un coinvolgimento esterno.

La prima stagione di Animal Kingdom della rete televisiva TNT, ha decisamente convinto, la seconda stagione uscirà nel 2017, ma solo il susseguirsi della stagioni potrà essere chiarificatore, solo lo scandirsi degli eventi ed episodi, potrà farci capire se si tratta di un vero capolavoro o di un buon prodotto. Nel frattempo vedere la pellicola madre nonchè omonima del 2010 (con attore il premio Emmy per Bloodline, Ben Mendelsohn) confrontandola con la prima stagione seriale, può essere un valido sistema per ingannare l’attesa e farsi un’idea dell’intero potenziale legato a questa storia.

Non potendo definirlo ancora con risolutezza, possiamo limitarci ad affermare che gli ingredienti per il successo di Animal Kingdom, sono decisamente quelli giusti.