4) One Piece
Ad anticipare il podio One Piece, l’anime da poco diventato Serie Tv grazie alla piattaforma streaming Netflix. Inizialmente accolta con estrema diffidenza da parte dei fan dell’opera madre, la Serie Tv (qui la nostra recensione) ha sconvolto il pubblico con una narrazione che è riuscita a portare alto il nome del vero One Piece, seppur con dei dettagli che speriamo possano essere limati nella seconda stagione. Un’eredità come questa era d’altronde non semplice da trasformare all’interno di una Serie Tv, stiamo pur sempre parlando di uno degli anime più longevi e importanti del genere. Due sole parole: One Piece. Dietro queste, l’intero mondo, il manga più venduto al mondo, uno degli anime più amati e visti di sempre.
Una sola domanda: che cosa è lo one piece? Da quel momento, la narrazione che prende piede. Lo One Piece è il tesoro nascosto dal Re dei pirati, Gol D. Roger. Prima di morire, il Re ha lasciato in eredità una sfida: chi riuscirà a trovarlo, diventerà ufficialmente il Re dei pirati. Ed è grazie a questo obiettivo che la storia di Monkey D. Rufy prende ufficialmente vita, portandolo a conoscere nuovi amici, a riscoprire il valore dell’amicizia, a trovare in se stesso l’ambizione e la determinazione per inseguire il sogno. Perché Monkey D. Rufy crede fortemente nella realizzazione del suo obiettivo, e per farlo non si fermerà di fronte a niente, mettendo la sua ambizione di fronte a ogni cosa. Anche di fronte a se stesso.
La sua ciurma sarà valorosa, piena di alcuni dei valori più nobili. Come l’amicizia che ti spinge ad affrontare ogni ostacolo in nome del gruppo, a sacrificare qualcosa per il prossimo, pur di proteggerlo. Ritrovare, nel bel mezzo della ricerca, degli amici del genere non era stato previsto dal protagonista, ma è successo. E in un certo senso, forse è stato questo il vero tesoro della sua vita. Le persone che l’hanno accompagnato e lo accompagnano ancora oggi. Perché One Piece è ancora qui, più vivo che mai. E’ cresciuto insieme ai suoi telespettatori, rendendosi protagonista indiscusso della vita di ognuno di noi.
3) Ad aprire il podio dei migliori anime da vedere di sempre, Death Note
Ad aprire il podio l’eterno e grandissimo Death Note, un altro dei cult assoluti, uno dei migliori anime da vedere secondo Hall of Series – Comunità di Recupero e non solo. Dimentichiamo quanto avvenuto con il film tratto dall’opera madre, facciamo finta che non sia mai esistito. Portare a casa un lavoro del genere era complicatissimo, e reggere il confronto lo era ancora di più, soprattutto considerando l’eredità enorme contro cui ha dovuto scontrarsi. Per fortuna a rincuorarci c’è sempre il ricordo dell’anime, l’oscuro Death Note. La trama ruota intorno alle vicende di Light Yagami, un ragazzo che trova per caso un ambiguo quaderno nero che diventerà presto la causa scatenante di tutti gli inquietanti eventi raccontati in Death Note.
Il quaderno è infatti dotato di alcuni poteri magici mortali: se qualcuno scrive il nome di una persona sulle sue pagine, quest’ultima muore. Importante, però, una cosa: per far sì che il quaderno sortisca l’effetto che si vuole scaturire, è necessario avere in mente il volto della persona della quale si scrive il nome, così da non colpire eventuali omonimi. Il destino di qualsiasi essere umano è dunque in mano a un quaderno e alla penna di Light, che qui prenderà parte all’eterna diatriba tra il bene e il male, scegliendo così da che parte stare. Uno degli aspetti più importanti della serie è infatti la sua filosofia, il concetto di giustizia e l’apparente giustificazione di ripulire il mondo dai criminali, e dunque dalla malvagità. Ma farlo implica diventare parte di essi. Ed è attraverso questo sistema continuo di paradossi che Death Note entra ufficialmente nel vivo, restituendo al mondo una della narrazioni più intelligenti e profonde mai viste nel mondo degli anime.
Morale, senso di giustizia, paradossi, filosofia, amicizia, rapporti, lotta tra bene e male: Death Note si mostrerà presto tutto questo e molto altro, consacrandosi come uno degli anime più importanti nella storia del genere. Il fine però non giustifica i mezzi in Death Note, una narrazione che nonostante tutto non avrà mai pietà per il suo protagonista, ricordandogli che se il suo piano funzionasse significherebbe che nel mondo esisterebbe un solo e ultimo cattivo: lui stesso.