My Dress Up Darling (Sono Bisque Doll wa Koi wo Suru in originale) è uno degli anime di cui si sta parlando di più negli ultimi mesi, vuoi per i disegni accattivanti vuoi perché dietro tutto l’erotismo si nasconde una storia profonda e tenera. Inutile dire che ha rispettato tutte le aspettative che avevo, a tratti le ha addirittura superate. My Dress Up Darling si rivela un prodotto godibile per entrambi sessi e che soprattutto propone una storia d’amore fuori dei soliti canoni degli shoujo più classici. Non fraintendetemi, io sono un’amante dei classici shoujo dove la protagonista è sbadata e gentile e subito conquista il cuore del cinico e affascinante compagno di classe, anche se lei non se ne accorge e lui non vuole ammetterlo. O delle storie dove lui è affabile e premuroso e lei una tsundere scontrosa e schiva. Ma ho apprezzato come questo anime abbia ripreso molti dei tropes classici propri non solo del genere slice of life, ma che ritornano in tante serie, e li abbia adattati e reinventati. Li ha resi frizzanti e freschi, realistici per certi versi.
Alcuni cliché restano, ma fanno sorridere (come che tutte le protagoniste vogliono Gojo, rendendo la storia una sorta di harem) e altri invece scaldano sempre il cuore. Basti pensare che la tematica principale è quella molto sentita del non abbandonare mai i propri sogni.
“Proprio in questa classe c’è una persona che vive in un mondo opposto al mio. Vive in un mondo dove è accettata per quello che è. Dev’essere un mondo bello in cui stare…”
Wakana Gojo è sempre stato un emarginato fin da quando – da bambino – aveva rivelato di adorare le bambole hina. Ma il suo mondo cambia quando entra in collisione con quello di Marin Kitagawa. Una compagna di classe che non si vergogna delle proprie passioni, vivendole con disinvoltura e gioia. Gojo resta sconvolto dalla straripante eccitazione con cui Marin parla dei sui interessi nerd e secondo alcuni ridicoli. E in un certo senso, anche noi restiamo abbagliati dalla sua personalità, finendo per essere conquistati da ciò che la entusiasma tanto.
Due mondi diversi, ma allo stesso tempo estremamente simili.
Lui con un sogno preciso, una passione totalizzante che però non riesce a condividere per via dell’idea che gli altri hanno di quello che è “roba da maschi” e ciò che non lo è, di cosa è socialmente accettabile desiderare e cosa invece no. Lei popolare e carismatica, all’apparenza quasi superficiale, e che invece rivela un animo da otaku, sola in un gruppo di persone che non riescono a comprendere quegli interessi per lei così importanti.
La storia d’amore tra Gojo e Marin sboccia piano piano, rivelando sentimenti e pensieri che sono inevitabilmente propri di due adolescenti che iniziano a conoscersi e scoprire l’altro per la prima volta. Il loro rapporto inizia grazie a una promessa e a un cosplay da realizzare, per poi scoprirsi amici e iniziare a nutrire sentimenti nuovi, più profondi, che richiedono tempo per essere capiti e per palesarli all’altro.
L’uso delle scene erotiche è intelligente e accattivante. Belle a vedersi e divertenti nei fraintesi, alludono senza scadere mai nel volgare e invece realizzando in modo tenero momenti imbarazzanti, ricordando le prime esperienze e palpitazioni. Sicuramente la rotondità delle forme di Marin, le animazioni e i disegni sensuali e allusivi sono stati un’ottima campagna pubblicitaria che strizza l’occhio al suo target e che ha attirato numerosi, colpiti dalla bella figura della protagonista.
Ma la verità è che dietro tutte le forme sinuose si nasconde molto di più.
Il sesso diventa un mezzo, uno strumento per parlare dei protagonisti, per mostrarci gli impacci dell’incontro con l’altro. Senza contare che per la prima volta viene messo in risalto quanto anche le ragazze possano appassionarsi agli eroge e vedere hentai. Marin lo ammette senza pudore, rendendo la sua passione per la schiva Shizuku, protagonista di un videogioco erotico, una cosa comune. È esilarante la scena in cui i due discutono in strada di un momento piuttosto esplicito nel videogame e le persone accanto restino scandalizzate dalla disinvoltura dei due.
Kitagawa però non rende mai la sua passione per il cosplay qualcosa di becero, di fine a se stesso: al contrario la eleva. Non completamente consapevole delle proprie forme provocanti, non esita a stuzzicare Gojo, alludendo al sessuale e sfruttando il proprio fascino per conquistarlo. Marin è travolgente e affascinate, sveglia ma non troppo, spontanea e dal cuore puro. Rompe lo schema della ragazza tonta, che non capisce e non desidera un contatto con il ragazzo che le piace. Ma resta innocente anche se comprende l’importanza del sesso in una relazione. Resta spontanea e sempre se stessa e questo non fa che farcela amare sempre di più.
My Dress Up Darling è una delle migliori uscite degli ultimi anni in fatto di anime slice of life (qui trovate altri anime a tema non sovrannaturale che non dovreste perdervi). Ogni episodio è come essere travolti da una valanga di emozioni per poi terminare la visione uscirne sempre più affascinati e con la grinta di inseguire i propri sogni.