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Perché The Legend of Korra è un grande sequel

The Legend of Korra
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Oggi si parla della saga di Avatar, no, non quella di James Cameron, ma di quella delle amatissime serie animate prodotte da Nickelodeon ideate e da Michael Dante DiMartino e Bryan Konietzko, tra i prodotti per ragazzi più popolari degli Stati Uniti. Trattasi di un’epopea ambientata in un mondo fantasy dove alcuni individui, detti dominatori, possono incanalare il potere di uno dei quattro elementi: fuoco, terra, acqua e aria. In questo contesto, la salvezza del mondo è strettamente legata alla figura dell’Avatar, una persona in grado di dominare tutti gli elementi e di ripristinarne l’equilibrio. Se nella prima serie animata andata in onda tra il 2005 e il 2008 seguivamo le avventure del giovane Aang, l’ultimo dominatore dell’Aria, e dei suoi amici in missione per abbattere l’avanzata del pericoloso Signore del Fuoco, quello di cui vogliamo parlarvi oggi, però, è il suo sequel, un prodotto che, pur ispirandosi per forza di cose al suo fortunatissimo predecessore, è ancora fin troppo sottovalutato e poco conosciuto, soprattutto nel nostro paese: stiamo parlando di The Legend of Korra (La leggenda di Korra), un prodotto animato ambizioso e anche piuttosto maturo che ha continuato a sorprenderci per tutta la sua durata, disponibile ora su Netflix.

Attenzione: il seguente articolo su The Legend of Korra contiene riferimenti allo status quo rispetto al mondo e ai personaggi dopo La leggenda di Aang, siete pertanto avvisati!

The Legend of Korra

Ambientata settant’anni dopo la sconfitta del Signore del Fuoco Ozai da parte di Aang e dei suoi amici e alleati, la serie animata segue le avventure della nuova reincarnazione dell’Avatar, la diciassettenne Korra, una ragazza proveniente dalla Tribù dell’acqua del Sud che rappresenta tutto ciò che Aang non è mai stata: irruenta, sicura di sé e arrogante, tanto forte dall’aver appreso sin da giovane età a dominare anche la terra e il fuoco, ma ancora incapace di detenere il controllo sull’Aria, per imparare il quale si trasferirà nella nuova grande capitale, Città della Repubblica, un conglomerato urbano (definito dagli autori una “Manhattan asiatica) dove la tecnologia sta facendo passi da giganti e che ospita gente di tutte e quattro le grandi nazioni, dove la aspetta Tenzin, figlio di Aang e di Katara. A farle da spalla durante le sue imprese e avventure troviamo i fratelli Mako e Bolin, dominatorii rispettivamente di Fuoco e Terra e la geniale e bellissima Asami.

Composta da quattro stagioni dalla durata variabile (da 6 a 18 episodi), The Legend of Korra è una serie pensata per accompagnare coloro che avevano adorato le avventure dell’ultimo dominatore dell’aria in una nuova fase della loro vita, più matura e capace di raccontare un mondo con diverse sfumature e non più divisa in maniera così netta tra bene e male. In maniera quasi antologica, la serie si divide infatti in quattro nuclei tematici in cui la posta in gioco di alza progressivamente, così come l’approfondimento psicologico della sua protagonista e dei suoi comprimari.

The Legend of Korra
Korra (640×360)

Nonostante il successo ottenuto in patria, la lavorazione di produzione della serie non fu facile e i suoi creatori si ritrovarono sin da subito a combattere per la loro creazione. Gli studi di Nickelodeon, infatti, non pensavano che fosse una buona idea rendere protagonista delle serie una ragazza: la paura era che in questo modo la serie si sarebbe giocata il pubblico maschile, non avvezzo, secondo loro a guardare serie in cui a essere protagonista fosse una femmina. Fortunatamente per noi DiMartino e Konietzko riuscirono a persuadere i dirigenti e riuscirono a portare avanti La leggenda di Korra come avevano pianificato anche se non riuscirono a risparmiarsi, almeno durante le prime fasi della messa in onda alcune critiche.

Questo perché non è semplice amare il personaggio di Korra sin da subito.

La sua testardaggine e la sua superbia insieme alla sua incontenibile forza ci facevano pensare di esserci ritrovati di fronte a una Mary Sue, ossia un personaggio femminile volta a incarnare l’empowerment femminile che però manca di profondità e di un lato fallibile che la rendessero credibile. Tuttavia, con il procedere della narrazione, qualsiasi spettatore che riesca ad analizzare senza faziosità si rende conto che questo non è affatto vero. Vedendo il percorso della protagonista, assistiamo infatti non solo a momenti in cui la ragazza trionfa, ma anche e soprattutto altri in cui incontra ostacoli che la mettono alla dura prova e situazioni tragiche e traumi che ne forgiano il carattere in maniera opposta a quanto verificatosi con Aang nel corso della sua trilogia. Quel che gli sceneggiatori volevano mettere in atto era infatti proprio questo: che agli spettatori del cartone, pur ritrovandosi di fronte a un sequel, non balenasse mai in mente di assistere alla ripetizione di eventi e tematiche già verificatisi nella serie madre.

Tenzin (640×360)

Profondità: tanta profondità che possiamo vedere non solo nel cambiamento della protagonista, ma anche negli argomenti trattati, come la parità sociale, il progresso e la sindrome del disturbo post-traumatico, e nei vari e ottimi villain che si susseguono di stagione in stagione, ben più caratterizzati e con motivazioni più credibili di quelle del Signore del fuoco.

Tuttavia, ciò che distingue maggiormente The Legend of Korra dal suo prequel, anche dal punto di vista estetico, è il mondo in cui i vari fatti si verificano, un mondo che ben contestualizza come anche solo in pochi anni tutto può cambiare: se le mongolfiere di Sokka ai tempi parevano un’invenzione storica, in The Legend of Korra ci ritroviamo di fronte a un’epoca di vera e propria rivoluzione industriale che cambia notevolmente gli scenari e gli sfondi, ma che si inserisce di prepotenza proprio all’interno della narrazione dando modo di discutere con particolare enfasi sulle possibilità offerte dal progresso, che mette quasi alla pari chi non possiede il dominio su un elemento e i dominatori, ma anche i suoi rischi e le sue conseguenze negative.

Lin (640×360)

Una narrazione avvincente che, oltre a esplorare in maniera inedita il mondo che già conoscevamo, riesce anche ad approfondire la sua mitologia con nuovi domini e tecniche e grazie a flashback che approfondiscono le origini degli Avatar e chiariscono la loro importanza. Grazie alla grande variabilità concessa dai diversi nuclei di ogni stagione, ai tanti nuovi interessanti personaggi come Lin e Tenzin e alla comparsa di vecchie glorie della serie madre che tornano in scena dando il proprio contributo, la serie animata ne ha davvero per tutti i gusti e sebbene forse non iconica come La leggenda di Aang rimane dritta nel cuore dello spettatore. Il più grande difetto della serie? Triangoli amorosi eccessivamente calcati e senza i quali la serie sarebbe stata ancora più scorrevole.

Visivamente parlando, inoltre, non possiamo che apprezzare i notevoli balzi in avanti compiuti dalla serie Nickelodeon che, tra il 2012 e il 2015 sono riusciti a confezionare una serie curata nei minimi aspetti: dal character design dei personaggi alla scelta dei colori, più cupa che in precedenza, passando per animazioni molto più dinamiche complesse rispetto al passato, lo sforzo compiuto dal comparto tecnico dello Studio Mir è davvero innegabile! Un plauso va inoltre alla dedizione dietro alle coreografie di combattimento e di uso dei vari domini portate nello show, risultato di uno studio approfondito di peculiari arti marziali di maestri della pratica, capaci di veicolare tramite solo il linguaggio del corpo, l’appartenenza, all’interno del mondo, di una delle quattro principali nazioni.

In attesa della nuova serie live action di Avatar – The Last Airbender di Netflix, vista dai fan con sospetto dopo l’abbandono del progetto da parte di DiMartino e di Konietzko, e dei nuovi progetti animati destinati ad approdare su Paramount+ (un film su Aang e i suoi amici adulti e una serie su un Avatar della Terra), vi invitiamo quindi, qualora non lo aveste ancora fatto, a recuperare The Legend Of Korra, una serie davvero all’altezza della serie madre e capace di fornire tanti spunti e di intrattenere lasciandoci con il fiato sospeso.

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