Weathering with you è un viaggio negli abissi profondi del cielo, dei suoi misteri e – attraverso la metafora della natura – racconta una storia di sacrificio e amore. Di disperazione e consolazione. Ancora una volta, Makoto Shinkai, si conferma un degno erede della potenza visiva ed emotiva di Hayao Miyazaki. E lo ribadiscono anche i numerosi omaggi alle opere del maestro, in particolare Laputa – Castello nel Cielo. Dopo Your Name. sarebbe stato difficile superare l’escalation di sentimenti che la storia di Mitsuha e Taki ha provocato. E in effetti, Weathering with You a volte sembra non stare al passo con la magia e la suggestione del predecessore.
Ma se un bilancio tra i due è inevitabile alla fine della visione, il paragone è sbagliato e lede la bellezza del nuovo film. Anzi, piuttosto che confrontarli cercando di stabilire quale sia il migliore, sarebbe più giusto vederli come due facce della stessa medaglia.
Da una parte abbiamo un viaggio, quello di Your Name. che combatte contro il tempo, lo scorrere degli anni, alla ricerca disperata di una seconda occasione. Dall’altra quello di Weathering with You che lotta contro una simbiosi con il tempo atmosferico e che spera di poter cambiare le cose. E mentre al primo fa da protagonista una notte stellata e un sole che sparisce al crepuscolo, nel secondo assistiamo a un cielo che proprio di giorno mostra la sua straordinaria unicità e a un sole che fa capolino tra le nuvole.
Il titolo originale è Tenki no ko e significa letteralmente La Ragazza del Meteo. La Tokyo che fa da sfondo alle vicende narrate non è la suggestiva e incantata Itomori di Mitsuha. È cupa, sporca, negletta. Proprio come i suoi protagonisti appare solitaria, mentre la pioggia scroscia incessante sui singoli ombrelli: Hodaka fugge dalla sua città natale sognando l’indipendenza e la comprensione di una grande città, ma ben presto si ritrova senza soldi e senza lavoro a sonnecchiare nei vicoli. Keisuke Suga è un padre che cerca di mantenersi sobrio per poter tornare a vedere sua figlia, proprietario di un bislacco giornale che si occupa di attività paranormali. Insieme a lui sua nipote Natsumi che spera di capire presto quale sia la sua attitudine. Infine, Hina cerca di tirare avanti con un fratello piccolo a cui badare, Nagi. Le loro vite si intrecceranno sotto la pozza assolata di un cielo sereno che la ragazza, con le sue preghiere, riesce a rischiarare.
I protagonisti di questa storia non sono i classici eroi degli anime. Non si battono per un mondo migliore e più felice. Combattono per loro stessi, affinché il proprio personale sole non smetta di splendere. Sono personaggi immaturi, capricciosi, testardi. E proprio per le loro debolezze appaiono più realistici. Carichi di luci e ombre. Sono essi stessi come l’etere, che talvolta si rischiara e altre volte invece si ingrigisce. Nel momento della difficoltà non riescono a vedere a un palmo dal proprio naso, perché, dopo tanto dolore, sentono di aver diritto alla felicità più degli altri. E così il signor Suga arriva a sperare che la piccola Hina muoia per poter avere più tempo da trascorrere con la figlia malata e che con la pioggia non può uscire di casa. Come Hodaka è disposto a sacrificare l’intera Tokyo per salvare una sola persona.
Hina e Hodaka sono giovani, preda delle emozioni forti che li condizionano e li dominano. Eppure entrambi sembrano aver già sperimentano quel senso di abbandono e di disperazione, la mancanza di prospettive e la necessità di scendere a patti con persone e situazioni pericolose e precarie. E proprio perché hanno idea di quanta desolazione possa esserci nel mondo e negli esseri umani, si aggrappano con forza agli unici affetti sinceri che hanno stretto. Consapevoli di quanto ci si possa sentire soli, sebbene circondati da tante persone, e incompresi, nonostante si condividano esperienze e vicissitudini.
E forse proprio per una coerenza con l’indole del protagonista, il finale va contro la morale tipica della società giapponese che pone il bene degli altri al di sopra del proprio.
Hina è schiacciata dal senso di responsabilità e vede come unica soluzione la sua dipartita. Ma Hodaka si lancia in una corsa disperata per raggiungere il magico accesso al cielo e riportare la ragazza sulla Terra.
Your Name. e Weathering with You sono parte dello stesso viaggio, ma hanno destinazioni differenti.
Taki e Hodaka, alla fine, cambiano entrambi la forma del mondo. Ma se da una parte Taki combatte per salvare Mitsuha e con lei l’intero villaggio di Itomori dalla distruzione totale, Hodaka invece lotta per salvare Hina e condanna Tokyo a essere sommersa dalle acque quasi totalmente, e i suoi 40 milioni di abitanti non rivedranno più la luce del sole. Eppure, sono proprio le parole della nonna di Taki alla fine del film che lasciano la questione aperta:
“In origine era sommersa dal mare: fino a duecento anni fa, Tokyo era una baia. L’intervento degli esseri umani e il clima stesso l’hanno cambiata poco a poco, inesorabilmente. Quindi ho pensato che in fondo non ha fatto che tornare alla sua forma originale.”
E se in Your Name. si palarla di musubi, in Weathering with You si parla di tsunagu. Entrambi significano “legare“. Nel primo era inteso come un legarsi di destini attraverso il tempo e lo spazio. Nel secondo invece va inteso come un legame tra una persona e un ente naturale: Hina e il cielo. Che tuttavia nel corso dell’anime diventa un legame tra due personaggi: Hina e Hodaka, in grado di attraversare gli abissi del cielo e riemergere più forte di quello che Hina aveva stretto con la pioggia. È la vittoria dei sentimenti e la consapevolezza che c’è sempre qualcosa che possiamo fare per cambiare le cose. Questi due anime sono il contraltare dell’uno, lo specchio dell’altro. Si uniscono e si separano, per ricongiungersi in un messaggio finale di speranza e determinazione.