Quanti di voi attendono con impazienza la seconda stagione di Chiamatemi Anna, che arriverà intorno alla fine del 2018? La Serie canadese (in originale Anne with an E) è stata distribuita da Netflix meno di un anno fa, nel maggio 2017, ma parla di una ragazzina che conosciamo tutti molto bene. Proprio per questo motivo, nel corso dei pochi episodi – solo sette (sigh) -, ha conquistato il favore di molti spettatori. Alcuni erano curiosi di rivedere in tv una delle protagoniste animate della loro infanzia; altri erano spinti dall’amore e dalla nostalgia per Anna dai capelli rossi, il romanzo di Lucy Maud Montgomery che è alla base di tutti gli adattamenti successivi.
Anna dai capelli rossi è considerato il cartone per bambini più triste di tutti i tempi. Per ora, però, non si può dire lo stesso di Chiamatemi Anna.
La tristezza del soggetto, in realtà, non è messa in dubbio. Anche la Serie Tv ha, infatti, un avviamento drammatico: la giovane Anna, ragazzina sola al mondo che ha trascorso la propria infanzia in diversi orfanotrofi, viene mandata per errore a vivere con gli anziani fratelli Cuthbert, che però volevano un maschio. Matthew e Marilla avevano deciso di adottare un ragazzino che potesse aiutarli a prendersi cura della loro fattoria. Vedendo arrivare Anna, una logorroica ragazzina dai capelli rossi, il loro primo istinto era stato quello di rimandarla indietro per poi ottenere quello che avevano richiesto.
Non sembra un inizio promettente per la protagonista. In realtà è addirittura peggio. Nella Serie ci vengono mostrati dei drammatici flashback sul passato di Anna in una precedente famiglia e, su quella base, sarebbe davvero possibile perdere la speranza nel genere umano. La ragazzina, infatti, veniva sfruttata dalla matrigna e trattata come una sguattera: doveva pulire, prendersi cura dei figli naturali della coppia e cucinare. Alla morte del patrigno, la povera ragazza era addirittura stata rimandata all’orfanotrofio come un oggetto vecchio, perché la famiglia non poteva permettersi un’altra bocca da sfamare. L’orrore è evidente, soprattutto se si pensa che questa situazione era stata vissuta da una bambina di meno di undici anni.
Sentirsi ancora rifiutata sarebbe stato un dolore grandissimo per Anna. La ragazzina, allora, conscia di non essere quello che i fratelli si aspettavano, fugge da Green Gables per evitare di essere cacciata via con la forza anche da loro.
C’è, però, ancora speranza nel mondo. Nel primo episodio di Chiamatemi Anna, Matthew Cuthbert va a prendere di persona la ragazzina in stazione. Il viaggio verso la fattoria è la prima occasione per i due di familiarizzare. Anna riempie l’uomo di chiacchiere, gli racconta i suoi sogni, gli dà subito un assaggio della straordinaria fantasia che nutre il suo mondo. Matthew è in difficoltà: da una parte è attirato terribilmente da questa ragazzina dalla vitalità fuori dal comune, dall’altra teme la reazione della sorella all’arrivo di una femmina. Sa già che gli chiederà di liberarsene, quindi cerca di rimanere distaccato per non iniziare ad affezionarsi alla bambina.
Ovviamente non ci riesce. Arrivati a Green Gables, Matthew è già stato conquistato dalla parlantina e dalla vivacità di Anna, che, secondo l’uomo, potrebbe portare una boccata di vitalità nelle esistenze grigie sua e di Marilla. La donna, sfortunatamente, è molto più difficile da convincere.
Ma Anna è forte e, dopo la fuga iniziale, decide di resistere e dare tempo alla donna. Certo, anche lei ha momenti di debolezza. Non le risulta facile ambientarsi nella nuova scuola perché è diversa dagli altri ragazzini, è strana. È troppo schietta, non sa tenere a freno la lingua e non è femminile come la sua amica Diana o le altre compagne. Il suo coraggio, però, riesce a conquistare gli altri abitanti di Green Gables che, giorno dopo giorno, imparano a volerle bene.
La sua bontà finisce per conquistare anche la dura Marilla, che con il tempo diventa la sua alleata numero uno.
La piccola Anna quindi, nonostante ne abbia passate di tutti i colori, continua a mostrare apertamente le sue emozioni. La nostra eroina non si è inaridita e non si è chiusa agli altri; pur essendo stata ferita più e più volte nel corso della sua vita, continua a credere nell’amore. Questo è il messaggio più bello di Chiamatemi Anna. La cosa stupefacente è che non solo la protagonista continua ad amare e a sperare nella buona fede degli altri, ma riesce a contagiare con la sua positività tutti coloro che la circondano.
Certo con Matthew era stato tutto più facile: l’uomo sembrava aspettasse solo il suo arrivo per rinascere. Matthew ha accettato molto in fretta la presenza di Anna, l’ha subito accolta nella sua famiglia e nel suo cuore senza apparente difficoltà. Marilla, invece, era bloccata dalla sua razionalità. Come avrebbero fatto con una ragazzina? Cosa c’entrava lei, con loro? La donna non era pronta ad aprirsi con qualcuno e a mostrarsi vulnerabile. Era stata dura con Anna, le aveva imposto delle regole rigide e l’aveva privata dell’affetto di cui si mostrava estremamente bisognosa. Però, poi, Marilla non era più riuscita a mantenere intatta la sua corazza. Era stato inevitabile addolcirsi e abituarsi a quella vivace ragazzina di cui non avrebbe più potuto fare a meno:
Ormai sei una Cuthbert nel bene e nel male.
Quante lacrime sono scorse dagli occhi di Anna, e dai nostri, nel sentire queste parole. È semplice farsi voler bene da qualcuno pronto ad amare. Quando a volerti bene è una persona che aveva perso la speranza nell’amore e nella famiglia, la gioia e la soddisfazione sono ancora più grandi. Si tratta davvero di essere spiriti affini.
Chiamatemi Anna è solo all’inizio del suo percorso. C’è ancora tanto da dire, la Serie ha ancora molte storie da raccontare.
La prima stagione si è concentrata sulla formazione del nuovo nucleo familiare di Green Gables, ma in realtà ci sono anche altri personaggi che si stanno avvicinando alla ragazzina. Ammettiamolo, tutti facciamo il tifo per la nascita di un’amicizia speciale tra la piccola Anna e Gilbert, augurandoci che riesca a riprendere contatto con i suoi sentimenti, dopo il dolore causato dalla morte del padre. Sicuramente con l’aiuto della ragazza con le treccine rosse anche lui riuscirà a tornare ad aprire il suo cuore:
In alcune situazioni sembra più semplice chiudersi, anestetizzarsi per non sentire il dolore. Ma i sentimenti sono ciò che ci rende umani, insieme ai sogni e alla fantasia, e questo Anna lo sa bene. Per questo motivo continua a insegnarcelo da più di cento anni.