L’universo di Citadel (messo in piedi da Prime Video) si espande con l’attesissimo spin-off italiano. A più di un anno dall’uscita della serie madre (di cui qui potete recuperare la recensione), l’Italia si unisce all’elettrizzante franchise spionistico. Matilda De Angelis è la protagonista di Citadel: Diana, in uscita sulla piattaforma di Amazon il 10 ottobre. Abbiamo potuto assistere all’anteprima che si è svolta a Roma, con la proiezione dei primi due episodi e l’incontro a margine con i protagonisti della serie tv. In sala sono intervenuti la protagonista assoluta, Matilda De Angelis, che veste i panni della super spia Diana Cavalieri. Presenti anche altri membri del cast: da Lorenzo Cervasio a Maurizio Lombardi, volti dell’agenzia Manticore Italia, filiale di quella già conosciuta in Citadel, a Filippo Nigro, personaggio fondamentale per l’ascesa di Diana come spia.
Al dibattito si sono uniti anche il regista Arnaldo Catinari, la showrunner ed esecutivo producer Gina Gardini e lo sceneggiatore Alessandro Fabbri. Durante la conferenza stampa di presentazione di Citadel: Diana sono stati toccati diversi punti, capaci di offrire spunti interessanti e di preparaci al meglio all’uscita della serie tv. Ricordiamo che la produzione Prime Video vedrà la luce il 10 ottobre sulla piattaforma, con i sei episodi che compongono la narrazione rilasciati in blocco. In anteprima abbiamo potuto vedere i primi due, e vi assicuriamo che sono di ottimo livello. Procediamo, dunque, col racconto della conferenza stampa tramite le parole dei protagonisti. Ricordiamo, anche, che presto il franchise si espanderà anche con l’uscita dello spin-off indiano.
Citadel: Diana e il rapporto con le spy story
Citadel: Diana è sicuramente un prodotto peculiare all’interno del panorama seriale italiano, soprattutto per il proprio genere narrativo. Una spy story complessa e futuristica, e proprio sul genere narrativo i protagonisti della serie tv si sono espressi, raccontando il proprio rapporto con il racconto spionistico. Un genere particolarmente amato dal regista Arnaldo Catinari: “Io sono un grande fan, sono cresciuto con gli 007 e raccontare una storia come questa col genere spy è una delle cose più interessanti che si possa fare”. Trasognaten Filippo Nigro: “Il sogno di fare la spia è tipico di tutti i bambini. È sicuramente una grande opportunità”.
Lavorare a un prodotto del genere ha dato ad alcuni anche la possibilità di rifarsi alcuni dei propri film più amati. È il caso, ad esempio, di Lorenzo Cervasio: “Una delle cose più belle è che per questo ruolo ho potuto ispirarmi a Matrix“. Diversa, invece, l’ispirazione di Gina Gardini per questo lavoro: “Casablanca è uno dei film preferiti di questo genere. È chiaramente una storia diversa, e lì all’interno c’è una grandissima storia d’amore. Ecco, questo genere mi piace quando possiede un grande cuore” .
Particolarmente interessante è il punto di vista di Matilda De Angelis, che introduce uno degli aspetto più interessanti di Citadel: Diana: “Prima per una bambina era difficile appassionarsi al genere, anche perché in passato le donne in questo genere non erano molto rappresentate. In questo senso quindi sono contenta di aver interpretato una spia e magari poter diventare un motivo per appassionarsi al genere per le bambine”. Infine, sul suo rapporto col genere spionistico si è espresso anche Alessandro Fabbri: “Io sono ossessionato dal genere da tutta la vita. Credo di aver capito che questo tipo di racconto ti dà l’illusione di scoprire come funziona davvero il mondo. Questo mi affascina moltissimo”.
La Diana di Matilda De Angelis
Per calarsi nei panni della super spia, Matilda De Angelis (che tra poco tornare anche nei panni di Lidia Poët) si è dovuta sottoporre a un intenso allenamento. L’attrice ha quindi raccontato la propria esperienza in vista di Citadel: Diana: “Mi sono allenata 4 mesi. Ho un passato da ginnasta, ho fatto 12 anni di ginnastica artistica, e mi piaceva l’idea di portare qualcosa di me nel mio personaggio. Ero pronta psicologicamente per l’allenamento. Ero entusiasta, ma non mi aspettavo che fosse così difficile. Spaziavamo attraverso diverse arti marziali, parkour. Mi sono allenata con le armi. Questa è una serie con pochissimi effetti speciali, quindi era importante che riuscissi a fare la quasi totalità delle azioni stunt”.
L’allenamento ha compreso, dunque, anche il lavoro con le armi. Un’esperienza davvero complessa per Matilda: “In assoluto non è piacevole. Hanno un peso specifico sia fisico che emotivo molto grande. Chiaramente non erano armi vere, ma ne hanno il peso. La prima volta che ho tenuto in mano una pistola ho provato una sensazione innaturale. Mi sudavano le mani e mi batteva il cuore. È stata un’esperienza spaventosa e inquietante. Ho dovuto mettere via Matilda per rendere il più naturale possibile il rapporto tra Diana e le armi”.
Infine, dal proprio allenamento Matilda De Angelis è passata a parlare di quello del suo personaggio per diventare una spia in Citadel: Diana. Un punto di vista davvero interessante: “Diana compie un training importante per reprimere le proprie emozioni, ma c’è un’emozione che non si può reprimere: l’amore. Senza dire nulla, questo sarà un elemento importante per lo sviluppo della serie”.
Gli altri personaggi di Citadel: Diana
Diana è chiaramente al centro del racconto, ma nella serie di Prime Video si susseguono una serie di personaggi importantissimi nella trama. Li abbiamo presentati in fase di introduzione, e gli attori hanno parlato qua e là dei loro ruoli. Un nodo centrale in Citadel: Diana è il rapporto tra la spia ed Edo, figlio del direttore di Manticore Italia. Così il suo interprete, Lorenzo Cervasio, sul rapporto tra i due: “Edo è un ragazzo cresciuto con un padre ingombrante e con un rapporto irrisolto col fratello scomparso prematuramente. Ha sempre vissuto in una gabbia dorata, poi è arrivata Diana con una proposta molto allettante e da lì si apre al rapporto con lei”. Sulla questione si è esposta anche Matilda De Angelis: “Come tutti i rapporti umani, il loro è in continua evoluzione. È dapprima un rapporto utilitaristico, poi si evolve ma rimarrà sempre molto contorto”.
Un altro rapporto fondamentale in Citadel: Diana è quello tra Ettore ed Edo Zani, padre e figlio alla guida della Manticore Italia. Così Maurizio Lombardi, interprete del primo, ha analizzato la questione: “Il rapporto con Edo e la responsabilità verso il mondo sono proprio gli elementi fondanti del mio personaggio”. Anche Lorenzo Cervasio ha analizzato questa relazione: “Edo è un personaggio molto ambivalente, aperto a diverso interpretazioni. Mi sono dovuto porre diverse domande per entrare nella sua psicologia nell’interpretarlo. La chiave del personaggio è la sua idea su come deve andare il mondo e in che modo (e se) deve essere controllato“.
Regia e messinscena
L’attenzione si è spostata anche su aspetti più tecnici della narrazione di Citadel: Diana. Una prima questione è rappresentata dalla messinscena delle scene d’azione, la cui realizzazione (ampiamente analogica) è stata spiegata da Arnaldo Catinari: “Innanzitutto la messinscena è stata realizzata non pensando a cosa hanno fatto i Russo in Citadel, perché sarebbe stato molto complicato emularli. Ho pensato alla tradizione italiana, per dare un tocco di originalità alla serie. La scelta di girare le scene in modalità analogica aiuta l’attore a interpretare nel personaggio, così da riversare le emozioni anche nelle scene di azione. Questa è una serie che parla di personaggi, non è solo azione. Per cui la scelta di regia è andata in questa direzione”.
Sempre Catinari si è soffermato sull’estetica di Diana: “L’estetica è alla base della scenografia. Abbiamo fatto molta attenzione nel rendere riconoscibile l’ambiente, e allo stesso modo ci serviva una corazza iconica per vestire Diana e renderla estremamente riconoscibile. Anche il taglio di capelli ha un significato profondo, è la sintesi perfetta per condensare il passato e il presente del personaggio. La serie vuole essere iconica dal punto di vista estetico. Abbiamo voluto costruire immagini memorabili”.
Infine due considerazioni interessanti arrivate da Gina Gardini. La prima sull’ambientazione milanese: “Milano era una città meno sfruttata e molto lontana dai cliché, con un’architettura che si prestava allo sguardo retrofuturistico che abbiamo voluto dare al racconto. Alessandro Fabbri ha aggiunto: “In apertura si vede il Duomo di Milano distrutto. Questa è stata l’immagine di partenza per la scrittura. Con Milano abbiamo anche creato un luogo familiare, che possa rendere questo futuro dispotico più plausibile, e terrificante, per gli spettatori”.
La seconda sul rapporto coi fratelli Russo, i creatori dell’universo di Citadel: “Abbiamo lavorato con due paletti. La prima rispettare i dettami dell’universo creato dalla serie madre (scoprite qui i cinque momenti migliori della produzione Prime Video). Il secondo però era il sentirsi liberi di realizzare un racconto radicato nel paese di appartenenza. Qui ci siamo presi dello spazio per creare la nostra serie. Mentre stavamo scrivendo la serie, anche in India si lavorava alla scrittura del loro spin-off e i Russo stavano girando Citadel. Abbiamo cominciato a interfacciarci con frequenza e si è creata una connessione tra le tre produzioni, che ha dato vita a un confronto molto prolifico e interessante, senza mai alcun tipo di concorrenza”.
Cosa aspettarsi da Citadel: Diana, dunque? “Una bellissima serie. Piena di azione, tensione e soprattutto emozione“, secondo Gina Gardini. “Ci saranno molte sorprese”, anticipa Maurizio Lombardi. Noi dal canto nostro, avendo visto i primi due episodi, possiamo dirvi che vi attende un racconto adrenalinico, intenso e spiazzante. Una serie davvero intrigante, unica nel panorama italiano. Con una protagonista d’eccezione come Matilda De Angelis, la cui Diana è destinata a far parlare di se.