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Siamo stati alla conferenza stampa di Domina, la nuova serie Sky con Kasia Smutniak e Cunnigham

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Domina, la serie storica Sky Original che si impegna a narrare il critico passaggio dalla Roma repubblicana alla Roma imperiale da un punto di vista tutto al femminile., arriva il 14 maggio su Sky Atlantic e in streaming su Now Tv. La lente d’ingrandimento è posta sulla figura di Livia Drusilla, moglie dell’imperatore Ottaviano Augusto.

La serie, prodotta da Sky Studios, Fifth Fathoms e Tiger Aspect Productions, con Cattleya nel ruolo di executive production service, vanta eccellenze italiane, sia tra gli attori che nel cast tecnico di cui fa parte il premio Oscar Gabriella Pescucci ai costumi, Katia Sisto al make-up e Luca Tranchino alla scenografia. Tutti riescono a trasportarci in un altro mondo, rendendoci testimoni del ruolo rivestito dalle donne all’epoca e dell’influenza che esercitarono sulle trame politiche e belliche all’indomani delle Idi di Marzo.

Le domande che la storia ci suscita sono tante e non tutte ottengono sempre una risposta – neanche nelle migliori serie tv storiche – , ma durante la conferenza stampa tenutasi il 10 maggio in collegamento con gli Studios di Sky, noi di Hall of Series abbiamo avuto l’opportunità di porne alcune allo sceneggiatore Simon Burke (Fortitude; Strike Back) e all’attrice protagonista Kasia Smutniak (Perfetti sconosciuti; Loro; Diavoli).

Domina

Riferendoci a Smutniak, abbiamo posto l’accento sul profondo legame che si instaura durante la performance tra l’attrice – in questo caso – e il personaggio che interpreta.

In Domina Livia Drusilla è una donna forte, complessa, costretta ad abbandonare i suoi stessi figli per sopravvivere.

Lei è costretta a vivere il dramma di due realtà romane: quella repubblicana incarnata dal padre Marco Livio Druso (Liam Cunningham) e quella imperiale incarnata dal marito Gaio Cesare Augusto (Matthew McNulty) . Ecco perché abbiamo chiesto a Kasia Smutniak quali fossero stati gli aspetti di questa astuta donna romana che l’hanno più affascinata e quali invece l’hanno messa a dura prova durante l’interpretazione.

L’attrice, con fermezza e personalità, si è subito concentrata sul passo più importante che bisogna fare quando si entra in contatto con un nuovo personaggio: capirlo! Entrare in sintonia con la mente, le abitudini e i timori di una donna dell’epoca non è facile, specialmente quando gli eventi la costringono all’abbandono della famiglia, dei figli, in favore di una posizione sociale più sicura. Smutniak si è soffermata molto sulle scene dei parti che ha dovuto girare, definendole “le più difficili”.

Per poter interpretare Livia ho dovuto prima capirla. [Ho dovuto capire] Le decisioni di grande rinuncia, soprattuto quelle che ruotano intorno ai propri figli che per una madre, oggi, sono difficili da capire. Noi raccontiamo Livia nel suo intimo e ci sono stati più momenti difficili, per esempio rinunciare ai propri figli, rinunciare veramente, in tutto e per tutto, lasciarli a un marito incapace o probabilmente anche lasciarli pensando che potrebbe non rivederli mai più… per cosa? Per l’idea di cui lei è completamente consapevole: ha un ruolo specifico che è quello di far tornare la Repubblica al potere. Quindi lei ha dei principi a cui rimane coerente per tutta la vita. Le scene dei vari parti realizzati nella serie, sono state le più difficili, emotivamente.

Kasia Smutniak

Dalle parole dell’attrice Kasia Smutniak emerge l’immagine di una Livia Drusilla che è madre ma al tempo stesso soldatessa militante per un ideale politico, che per secoli si è creduto fosse stato difeso solo dagli uomini. Ma che in realtà interessava anche l’altra parte fondamentale della società e troppo spesso negletta: quella femminile. Interessante è stata anche la riflessione fatta sempre da Smutniak sul rapporto donna-potere, sottolineando che all’epoca le donne ne avevano bisogno per sopravvivere, per salvare loro stesse e la famiglia. La storia di Roma è costellata di donne che nonostante gli impedimenti riuscirono a emergere per intelligenza, astuzia e conoscenza, ma è pur vero che è con Livia Drusilla che possiamo iniziare a parlare di donne che manipolando gli uomini furono capaci di amministrare il potere a Roma.

È con questa consapevolezza che Simon Burke si introduce nel discorso su Domina.

La nostra seconda domanda, rivolta allo sceneggiatore, verteva sulla possibilità di narrare in futuro anche la vita di altre donne che furono protagoniste di eventi importanti nella storia di Roma. Ma al nostro quesito leggermente provocatorio sulla possibile produzione di una seconda stagione, lo sceneggiatore ha ribattuto con astuzia rivelandoci il perché avesse deciso di iniziare a narrare la storia delle grandi donne romane partendo proprio da Livia Drusilla.

La domanda riguardava le altre donne. Credo che la cosa interessante di Livia è che sia stata la prima della sua famiglia a comprendere come manipolare gli uomini in alcune situazioni, e usare il potere tramite loro. È la nonna, la bisnonna […] che dà inizio a una linea incredibile di donne che sono connesse emotivamente con gli imperatori che hanno seguito Augusto […]. Livia è vissuta fino a una età avanzata e tutti suoi discendenti sono stati assassinati. Pur avendo seguito le orme di Livia, essendo coinvolti dalla politica, non sono riusciti a rimanere in vita, non avevano l’abilità [di questa donna] della sopravvivenza, qualcosa che lei aveva imparato probabilmente fin da una età molto giovane dato che ha avuto sempre una taglia sulla testa. Questa storia è una cascata tragica di lutti e di dolori, che poi si ripetono con le storie di altrettante donne capaci come Livia, perché la famiglia diveniva sempre più folle, violenta, un po’ come Roma in quel periodo.

Simon Burke

Ecco che lo sceneggiatore Simon Burke ci dipinge in breve il macabro quadro della dinastia Giulio-Claudia, nella quale Livia Drusilla ebbe un ruolo fondamentale al fianco di Augusto. Lo scopo della serie, continuano Burk e Smutniak, è infatti quello di mostrare una Roma diversa da quella sfarzosa che spesso ci raccontano. Domina vuole narrare il prima, mostrando le dinamiche sanguinarie alla base degli scambi di potere. Sotto certi aspetti ricorda infatti molto Game of Thrones. Ma Burke e Smutniak sottolineano che hanno cercato di far ciò soffermandosi sugli eventi consideranti più importanti e dovendo purtroppo sacrificarne altri per realizzare un giusto compromesso tra realtà e narrazione.

Tra le altre curiosità emerse durante l’intervista su Domina è degna di nota quella legata ad Augusto, interpretato da Matthew McNulty.

Domina

Kasia Smutniak ha rivelato che le scene tra Livia e il futuro imperatore “raccontano una storia d’amore passionale e bellissima. Tutte le scene sono state rese facili anche grazie a una bellissima scrittura e a Michael (nome proprio dell’attore)che ha portato forza e sensibilità a questo personaggio (Augusto). Insieme siamo riusciti a portare qualcosa di diverso”.

È quindi evidente che dietro la realizzazione di questa nuova serie storica vi siano sensibilità e consapevolezza, componenti necessarie per la trasposizione di un evento storico così critico. Chiude l’evento una personale riflessione dell’attrice, che ci ha rivelato la sua passione per la storia.

Sono un’appassionata di storia, ma non di quest’epoca [Antica Roma]. Ma di quella della Seconda guerra mondiale.

Kasia Smutniak

Riconduce questo interesse alla sua infanzia, vissuta in Polonia, in città dove i muri portavano ancora i fori di proiettile. “Ho vissuto la mia infanzia vivendo quella storia”. Questo l’ha resa consapevole di quanto sia importante il passato, specialmente in un’epoca come la nostra, in cui viaggiamo sempre più velocemente verso il futuro.

Così si è chiusa la conferenza stampa, ora non ci resta che attendere venerdì 14 maggio per poter guardare gli otto episodi di Domina.

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