Vai al contenuto
Home » Anteprime

M. Il Figlio del Secolo, le parole dei protagonisti alla conferenza di presentazione della serie Sky

Una scena in parlamento
Ma prima di continuare con la lettura abbiamo entusiasmanti novità da condividere con te. A breve sarà disponibile Hall of Series Plus, il nostro servizio in abbonamento che ti permetterà di accedere a moltissimi contenuti esclusivi e in anteprima.

Inserisci il tuo indirizzo email e clicca su ‘Avvisami’ per essere notificato quando Plus sarà disponibile.

* campo obbligatorio

Una delle serie tv più attese dell’anno farà la propria comparsa proprio nel primo mese del 2025. Dal 10 gennaio inizierà la sua avventura in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW M – Il Figlio del Secolo, serie Sky Original prodotta da Sky Studios e The Apartment, società del gruppo Fremantle, che adatta il bestseller di Antonio Scurati sull’ascesa di Mussolini. Alla regia troviamo Joe Wright, firma di capolavori come L’ora più buia. La sceneggiatura è di Stefano Bises e Davide Serino, autori pure del soggetto di serie e di puntata insieme ad Antonio Scurati.

Abbiamo avuto modo di dare un’occhiata in anteprima agli otto episodi che compongono la serie tv (e vi avvisiamo, preparatevi a una produzione davvero ben realizzata) e abbiamo potuto ascoltare le parole dei protagonisti che, nella cornice del Cinema Barberini di Roma, hanno presentato in conferenza stampa M – Il Figlio del Secolo. Presenti all’evento lo stesso scrittore Antonio Scurati. Il regista, gli sceneggiatori e ovviamente i membri del cast. Dall’impressionante Luca Marinelli nei panni del protagonista a Barbara Chichiarelli, Benedetta Cimatti e Francesco Russo. Hanno preso parte alla conferenza pure Nils Hartmann, Executive Vice President di Sky Studios per l’Italia e la Germania, e il produttore della serie tv Lorenzo Mieli. Caliamoci, ora, nel racconto di quanto accaduto nella conferenza stampa di presentazione di M – Il Figlio del Secolo, a mani basse tra le serie tv italiane più attese del 2025.

Luca Marinelli veste i panni di Benito Mussolini
Credits: SKY

M, IL Figlio del Secolo, un prodotto rivoluzionario

A prendere la parola inizialmente è Nils Hartmann, che sottolinea l’importanza di M – Il Figlio del Secolo, altro prodotto che testimonia l’eccezionalità di Sky nel comparto seriale. “Abbiamo sempre detto che c’è stato un prima e dopo Gomorra nella serialità italiana, e ora mi sento di dire che ci sarà un prima e dopo M – Il Figlio del Secolo. Credo che un dramma storico così contemporaneo sia necessario al momento”.

Fanno seguito le parole del produttore Lorenzo Mieli: “Il primo impulso alla produzione della serie è stata la lettura del manoscritto di Antonio. Il tema mi interessava e leggendo il libro ho capito che lui, prima di me, ha capito dove affondassero le radici del populismo e chi l’avesse creato. Da lì è nata l’idea di imbarcarmi in questa avventura. Pensate che era il 2017. Da lì è iniziato un lavoro lunghissimo e febbrile.

Quello che sicuramente mi è capitato di chiedere come prima cosa agli sceneggiatori, a Luca e al regista era riuscire a fare una serie pericolosa quanto la materia narrata. Bisognava riuscire a essere emotivamente travolgenti, tanto da rischiare di risultare empatici, ma allo stesso tempo distanziarsi da questa materia. È stato un lavoro profondo, ogni aspetto dell’opera è tenuto insieme da questo doppio binario, essere travolti e distanziarsi da ciò che veniva racconto. Il risultato finale mi ha sorpreso, ma mi sorprendeva già durante la realizzazione. Non avevo mai visto un’opera così. Io ho sempre amato affidare le serie tv a registi provenienti dal cinema e la genialità di Joe Wright è stata quella di portare tutto il suo cinema in questa opera”.

Le parole di Joe Wright

La firma su M – Il Figlio del Secolo è quella di Joe Wright. Una firma prestigiosissima, di enormi successi come Orgoglio e pregiudizio, Anna Karenina e naturalmente L’ora più buia. Wright torna, dunque, alle atmosfere del terribile periodo storico della prima metà del Novecento e ha parlato così del suo lavoro per la serie tv di Sky: “Il fatto che io sia inglese ha creato una distanza importante sulla materia narrata. La sfida più grande è stata trovare il tono giusto. Era importante evitare di rappresentare Mussolini come un pagliaccio, ma prenderlo sul serio, facendo allo stesso in modo che la serie potesse intrattenere il pubblico.

Non c’è volontà di insegnare, ma solo di intrattenere. Poi il tono andando avanti con gli episodi cambia, si fa sempre più cupo e serio. Era importante pure riuscire ad avvicinarsi alla figura di Mussolini, permettendo a Luca (Marinelli ndr) di interpretarlo per sedurre il pubblico (come lui stesso ha sedotto il suo popolo e tanti altri capi di stato), senza mai però perdere di vista chi è stato l’uomo e cosa ha commesso“.

Un passaggio interessante riguarda la spiegazione che Joe Wright fornisce, circa la scelta già evidente del trailer, di rompere di frequente la quarta parete. Così, dunque, il regista: “La rottura della quarta parete mi è sembrata la scelta più naturale per continuare lo stile narrativo del romanzo. Ho scelto di adottare una struttura simile allo scritto, cercando di creare nello spettatore un sentimento di vicinanza per poi farlo sentire tradito e spingerlo a riflettere e quasi a sentirsi in colpa per l’empatia provata nei confronti di quest’uomo. Mi è sembrata opportuna, dunque, in questo senso la rottura della quarta parete”.

Joe Wright ha poi sottolineato alcuni suoi pensieri su M – Il Figlio del Secolo : “Durante la presentazione di questa serie ho sentito molto parlare di Italia, ma qui abbiamo a che fare con qualcosa che non ha a che fare con la Nazione. Il nazionalismo è una delle bandiere blandite da molti leader al giorno d’oggi e vorrei sottolineare che io non crede nelle nazioni, ma nelle persone. Credo che ci siano più cose che ci accomunano rispetto a quelle che ci separano. Da inglese non sono un alieno qui in Italia. Le differenze linguistiche tra noi sono un’inezia rispetto alle esperienze che ci accomunano come essere umani.

La Margherita Sarfatti di Barbara Chichiarelli
Credits: SKY

Luca Marinelli parla di M, il Figlio del Secolo

Il compito più arduo è toccato con tutta probabilità a Luca Marinelli, chiamato a vestire i panni di Benito Mussolini. Un lavoro importante, che l’attore ha così condensato: “Dal punto di vista fisico mi serviva sentirmi più pesante e presente. Dovevo avvicinarmi fisicamente al personaggio sicuramente, ormai nel cinema c’è questa ricerca ossessiva della somiglianza, che però sicuramente aiuta. Pure il piano intellettuale-emotivo però, per me, era importantissimo, ed era l’aspetto che mi spaventava di più. Sospendere il giudizio per così tanto tempo è stata un’esperienza umanamente devastante. Pure se artisticamente è stata una delle cose più belle che abbia mai fatto. Questo grazie al lavoro di Joe (Wright ndr), e di tutta la formidabile squadra che ha lavorato a M – Il Figlio del Secolo.

Ho tentato di togliere tutte quelle definizioni come “cattivo”, “mostro”; che non fanno altro che allontanare questa figura. Metterla quasi su un un altro pianeta. È importante invece sottolineare come siamo in presenza di un essere umano, che ha fatto coscientemente ciò che ha fatto, portando alle conseguenze che tutti conosciamo. Con questo lavoro abbiamo toccato con mano l’oscurità più recondita dell’essere umano ed è chiaramente un’esperienza che ti segna nel profondo.

Molto complicato è stato assorbire tutta l’oscurità di questo personaggio. In particolare mi hanno colpito le scene in Parlamento, dove non celava assolutamente nessuna delle sue mire. Noi abbiamo ripreso i discorsi che ha fatto e anche il semplice articolare quelle parole è qualcosa di assolutamente spaventoso”.

Le parole degli altri attori

Parola anche agli altri protagonisti di M – Il Figlio del Secolo. A partire da Francesco Russo (volto di un’altra grande serie tv Sky come Call my Agent), interprete qui di Cesare Rossi: “Per entrare nel personaggio mi sono letto tutti i libri scritti dal mio personaggio. Ho notato che c’era un’adulazione incredibile, pure a posteriori. Non riusciva a parlare male di Mussolini proprio come persona. Joe Wright, inoltre, ha suggerito a me e Luca di lavorare su una sorta di amicizia tossica. Ho pensato, quindi, di interpretare Cesare Rossi come la vittima di una sindrome di Stoccolma. Lui diventa così la metafora di un paese intero che si lascia sedurre da questo personaggio. Ho cercato, dunque, di caratterizzare Cesare come un “uomo nell’ombra”.

Barbara Chichiarelli (che, di recente, abbiamo visto in Adorazione) veste, invece, i panni di Margherita Sarfatti: “Non conoscevo personalmente la vita di questo personaggio. È una donna che ha avuto un’esistenza complessa, ancora poco conosciuta in Italia. Ho, quindi, letto i suoi libri e approfondito il suo vissuto. Anche lei viene prima sedotta e poi non solo abbandonata, ma proprio tradita (in quanto ebrea) da Mussolini”.

Benedetta Cimatti è invece Donna Rachele, moglie di Mussolini. Così l’attrice ha parlato della sua esperienza: “È stato per me molto difficile liberarmi dal pregiudizio iniziale che avevo nei confronti di questa donna. Dalla rabbia iniziale, però, sono passata a una sorta di pena, e ho cercato di rappresentarla nella sua umanità e nella sua debolezza”.

Benedetta Cimatti nei panni di Donna Rachele
Credits: SKY

Il lavoro degli sceneggiatori

Molto complesso è stato pure il lavoro degli sceneggiatori, che hanno portato sullo schermo il sensazionale libro di Scurati. Così ha descritto il processo di scrittura Stefano Bises: “Il primo passo è stato sposare il libro. Questo si apre e si chiude con Mussolini e noi abbiamo preso spunto da lì per creare il dialogo con lo spettatore, che immediatamente si toglie dal period drama classico.

Questo primo Mussolini è un perdente, uno sconfitto, un arcitaliano opportunista, meschino e bugiardo. Da qui siamo partiti per il tono, questo tipo di personaggio si prestava a creare una sorta di Alberto Sordi, un Tony Soprano. Inizialmente, dunque, questo’uomo poteva anche suscitare un po’ di empatia. Poi quando il racconto va avanti e si fa più oscuro, lo spettatore arriva quasi a sentirsi male per aver provato anche un briciolo di empatia per quel perdente. Il racconto chiaramente comportava un po’ di responsabilità. Stiamo parlando di Mussolini e chiaramente la responsabilità verso la memoria storica del paese e verso il romanzo di Scurati ci ha spinto spesso a chiederci se stessimo facendo la cosa giusta”.

A fargli eco le parole dell’altro sceneggiatore di M – Il Figlio del Secolo, Davide Serino: “Abbiamo sentito tutti una grande responsabilità e cerchiamo di restituirla agli spettatori. È molto facile sottovalutate i pericoli, continuiamo a farlo, e cerchiamo di mantenere sempre alto il livello di guardia verso il populismo e le sue derive”.

Antonio Scurati parla di M – Il Figlio del Secolo

Durante la conferenza stampa di presentazione di M – Il Figlio del Secolo ha parlato anche Antonio Scurati, l’autore del romanzo da cui è tratta la serie. Così lo scrittore ha parlato del proprio lavoro e dei propri timori durante la realizzazione:“Devo dire che sono stato molto sorpreso dal risultato finale. Io ho fiancheggiato dal fianco esterno la scrittura e per certi versi la produzione. È stata un’esperienza intellettualmente molto affascinante. Sono stato sorpreso perché a un certo punto ho dubitato di alcuni aspetti fondamentali. Il tono, ad esempio, così come la resa del personaggio di Mussolini.

Durante la scrittura del libro ho cercato in tutti i modi di evitare che il lettore potesse provare empatia per lui o che ne venisse addirittura sedotto. Allo stesso modo ho evitato di far passare Mussolini come un personaggio da commedia, per cui nel vedere alcuni elementi di commedia di M – Il Figlio del Secolo ho dubitato fortemente. A un certo punto ho detto di non voler seguire quella strada, ma ora devo riconoscere che invece quella era proprio la strada giusta. Sono stati bravissimi gli sceneggiatori nell’andare in fondo con le loro idee, magari anche stimolati, e non ostacolati, dai miei timori. È venuto fuori un lavoro incredibile, in ogni suo aspetto. Ora riponiamo fiducia nel pubblico affinché la serie tv arrivi forte e potente ovunque debba arrivare”.

Terminato il racconto della conferenza stampa, vi rinnoviamo l’appuntamento al 10 gennaio, quando esordirà in esclusiva sul Sky e in streaming solo su NOW M – Il Figlio del Secolo, serie Sky Original prodotta da Sky Studios e The Apartment, società del gruppo Fremantle. La regia di Joe Wright, la sceneggiatura di Stefano Bises e Davide Serino e l’eccezionale lavoro di Luca Marinelli e del resto del cast vi aspettano per farvi vivere l’impressionante best-seller di Antonio Scurati con una serie tv destinata a lasciare un’impronta profondissima sul panorama italiano.

Scoprite la classifica delle migliori serie tv italiane del 2024