È tempo di prime volte a MasterChef 13, show Sky Original prodotto da Endemol Shine Italy, in onda tutti i giovedì su Sky e in streaming su NOW e sempre disponibile on demand. A mietere nuove vittime sono la Golden Mystery total yellow e lo Skill Test Amazzonico in compagnia dello chef Alex Atala. Questa volta sono Valeria e Nicolò a dover slacciare per sempre il grembiule di MasterChef 13.
Ormai, come da tradizione, noi di Hall of Series abbiamo intervistato i due eliminati della 4a puntata di MasterChef 13, che ci hanno raccontato come è stata la loro esperienza nel cooking show
La nostra guida informativa su tutto quello che c’è da sapere di MasterChef Italia 13
Valeria: esperienza bellissima, MasteChef capita una volta nella vita. Come avevo detto all’inizio, volevo cavalcare un’onda diversa da quella che mi aveva portata fino a quel momento. È stata un’esperienza sicuramente positiva.
Nicolò: È un’esperieza completamete immersiva e che ti prende in tutto e per tutto, non solo fisicamente. Un valore aggiunto è il fatto di stare a contatto con persone che condividono la tua stessa passione e che hanno una loro personalità, una loro storia, una loro pazzia. È quello che lascia un ricordo indelebile.
Ovviamente non potevamo fare a meno di chiedere notizie sull’ormai famoso Pippi: il gabbiano adottivo di Valeria di cui si è parlato così tanto nelle scorse puntate.
Valeria: Quando sono tornata è stato davvero emozionante, sono rientrata tardissimo di sera e mancavo da un mese, anche se avevo lasciato una persona per dargli da mangiare e bere tutti i giorni. Sono rietrata la sera e sono venuti di corsa, Una cosa emozionante, ero in lacrime. Io non ho dei gabbiani ho dei cani.
Rassicuratici sullo stato di salute del gabbiano e la sua ciurma, Valeria e Nicolò ci hanno rivelato qual è il ricordo più bello che si portano a casa dopo questa esperienza a MasterChef 13
Valeria: Il ricordo più bello è sicuramente quando sono entrata con il mio spaghetto alle vongole fatto a mano, quando mi hanno messo quel grembiule bianco che per me è come una medaglia. È stata una svolta perché è comunque una cosa nuova, e mi ha portato su un’altra via che continuerò a cavalcare. Io cucino sulle barche, quindi mi sto perfezionando, sto studiando e sicuramente continuerò a fare questo come ho sempre fatto per svariate persone. È stata un’esperienza bellissima ma questo è ovvio.
Nicolò: È un’esperienza che purtorppo è durata poco, quindi i ricordi si contano sulle dita di una mano, ma se proprio devo sceglierne uno direi l’esterna: anche lì è stato molto immersivo, abbiamo lavorato bene e ci siamo divertiti davvero tanto. Quindi il ricordo più bello se proprio devo sceglierne uno è Settimino che porta i piatti ai commensali con i quattro capelli al vento.
Sia Nicolò che Valeria hanno poi rivelato qualche dettaglio in più in merito alla loro idea di cucina, e se si sentissero meno preparati di altri concorrenti nella MasterClass.
Valeria: Io faccio una cucina da barca, dove non fai le sfere e cose più prestigiose. Non a caso ho portato una pasta fatta a mano con le vongole al sapore di limone, perché la mia è una cucina che faccio con delle materie prime di un certo tipo. Ovviamente se c’era la persona arrivata a MasterChef studiando sfere e caramellizzazioni quella non ero io. Io ho fatto quello che sapevo fare nel miglior modo possibile e, soprattutto, nel modo più sportivo, nonostante quello che abbiano detto. Io sono stata sportiva senza andare contro niente e nessuno. Ho fatto tutto quello che potevo fare bene.
Nicolò: Si impara tanto a MasterChef, soprattutto si impara molto con i giudizi dei giudici. Il livello di cucina si è alzato, anche perché durante il giorno anche con gli altri concorrenti parlavamo solo di cucina e poco di altro. Si impara molto velocemente. Sicuramente reputo che ci siano alcuni personaggi dentro la classe che hanno molte più capacità di me, ma non parlo solo dal punto di vista tecnico, ci sono tante persone che sanno cucinare meglio di me, ma anche andando oltre i tecnicismi, oltre gli schemi, sia dal punto di vista degli abbinamenti sia dell’impiattamento. È un aspetto che non riguarda la tecnica, ma qualcosa di naturale che è dentro di loro, se devo fare i nomi devo nominare necessariamente Antonio ed Eleonora. Per me sono persone che hanno una mentalità molto aperta e all’avanguardia.
Mentre a chi chiede quale effetto abbia sortito la consapevolezza di essere circondati dalle telecamere, hanno risposto così:
Nicolò: Le telecamere non hanno influito minimamente, forse all’inizio durante le selezioni era un po’ strano avere tutte queste telecamere puntate addosso, ma poi la prova è talmente immersiva che non hai il tempo di pensare alle telecamere.
Valeria: Non ho avuto problemi dal punto di vista televisivo perchè la televisione già l’ho fatta tra virgolette da giovane. Poi per via dello sport sto spesso a contatto con giornalisti e telecamere, questo non mi ha tranciato.