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Siamo stati all’anteprima di Non ci resta che il crimine, la serie di Sky che prosegue l’amata trilogia

Non ci resta che il crimine
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Dopo tre film, ora arriva la serie. Non ci resta che il crimine – La serie esordisce a partire dal 1 dicembre su Sky e prosegue la saga di film che ha avuto inizio nel 2019 con l’omonimo film, seguito poi da Ritorno al crimine e da C’era una volta il crimine. La serie, dunque, prosegue il racconto, dando vita a una nuova avventura a spasso per il tempo per Moreno (Marco Giallini), Giuseppe (Gian Marco Tognazzi) e Claudio (Giampaolo Morelli). Il trio, stavolta, torna al 1970, perché Giuseppe, dopo aver scoperto di essere stato adottato, vuole conoscere i suoi veri genitori, ma come al solito le cose prenderanno una piega imprevedibile, dal momento che le azioni dei tre cambieranno per sempre il futuro e, di ritorno nel 2023, ad accogliere i protagonisti c’è un’Italia completamente diversa, finita sotto il giogo di una nuova dittatura fascista.

La serie si compone di sei episodi e, come detto, parte il 1 dicembre su Sky. Abbiamo potuto vedere in anteprima la prima puntata e assistere alla conferenza stampa di presentazione di Non ci resta che il crimine – La serie, dove sono intervenuti i membri del cast Marco Giallini, Gian Marco Tognazzi, Giampiero Morelli, Maurizio Lastrico, Liliana Fiorelli, Massimiliano Bruno, anche sceneggiatore e regista, le produttrici Paola e Federica Lucisano e il regista Alessio Maria Federici. Di seguito, dunque, il racconto dell’evento tramite le parole dei protagonisti.

Non ci resta che il crimine
I protagonisti della conferenza stampa di Non ci resta che il crimine – La serie (640×360)

Non ci resta che il crimine – Le parole del cast

A prendere la parola per primo è Massimiliano Bruno, la grande mente dietro al progetto, sia davanti lo schermo che dietro le quinte. L’attore, sceneggiatore e regista della serie ha parlato, innanzitutto, del passaggio dal format cinematografico a quello televisivo: “Il lockdown ci ha fatto passare dal cinema a Sky e quindi il passaggio dal film alla serie è stato meno complicato di quello che mi aspettassi. Abbiamo confermato il cast e inoltre l’anno d’ambientazione è il mio anno di nascita e questa è una cosa che ho voluto tantissimo, mi piacerebbe molto tornare a quell’anno e vedere la mia nascita, com’erano i miei genitori al momento della mia nascita. Quello in televisione, ad ogni modo, è stato un passaggio importante e a un certo punto ho capito che avevamo bisogno di un supporto forte durante le riprese e quindi si è unito alla squadra Alessio Maria Federici”.

Parola, quindi, ai protagonisti dei viaggi nel tempo, a partire da Gian Marco Tognazzi: “Ritrovare questo cast è stato meraviglioso, siamo un branco di pazzi che si divertono molto. Con una serie si possono approfondire i personaggi sotto diversi punti di vista, io di solito amo cambiare, ma qui mi sono trovato bene nell’analizzare meglio il mio personaggio. Inoltre Massimiliano mi ha dato la possibilità di tornare in un periodo storico che amo molto, dove se potessi tornerei volentieri”. Alle parole di Tognazzi hanno fatto seguito quelle di Giampaolo Morelli: “Il mio Claudio lo ritroviamo sempre con questa esigenza di affermarsi, vuole fare lo scrittore e prova a piazzare libri, musica e soggetti di film nel 1970, quando non esistevano ancora. Nella serie c’è un viaggio alla riscoperta di un’amicizia, un po’ come avvenuto nella vita fra di noi”.

La grande novità di questa serie è sicuramente Maurizio Lastrico, che ha parlato della sua esperienza in Non ci resta che il crimine e del suo personaggio Duccio Casati: “L’accoglienza? È stato come andare in una classe di Liceo e trovare una banda di scalmanati, è stata davvero una bellissima opportunità. Duccio è un essere umano iper accogliente, amante della cultura, ha uno stretto contatto coi giovani ed è un sognatore. Quest’esperienza è stata davvero bella perché ho potuto recitare con molti giovani neo-diplomati e si è creato un bellissimo rapporto con loro”. L’altra novità è Liliana Fiorillo, che ha così parlato di Non ci resta che il crimine: “Il mio personaggio è un po’ dissonante dagli altri, è stato davvero emozionante lavorare con questo cast. Questa è una serie che vorrei davvero vedere, un prodotto internazionale, ma in fondo anche italianissimo”.

Le parole della produzione

Insieme ai protagonisti del cast, sono intervenuti anche i responsabili della produzione e della distribuzione di Non ci resta che il crimine – La serie, a partire dal volto di Sky Nils Hartmann: “Voglio ringraziare Paola e Federica (Lucisano ndr) per averci portato questo brand, questo cast e questi registi. Questo è un prodotto che si aggiunge a una Sky più leggera, quella dei Delitti del BarLume e di Call My Agent ed è un prodotto che alleggerirà un periodo di Natale che non è così leggero per molti. Siamo davvero così soddisfatti”.

Così una delle due produttrici, Paola Lucisano: “Già dall’uscita del primo film ho pensato che sarebbe potuta venire fuori una bellissima serie tv. La sfida è stata complicata: passare da una trilogia così di successo a una serie tv e allo stesso mantenere un cast del genere. L’adattamento seriale anche ha avuto le sue difficoltà, lavorando con autori abituati al cinema. Voglio ringraziare Sky che ha seguito capillarmente tutta la produzione, anche Alessio Maria Federici che si è messo al servizio della serie e ha dato un grandissimo contributo”.

Alle parole di Paola hanno fatto seguito anche quelle di sua sorella Federica: “L’idea di una serie tv è nata col lockdown, ci sono state difficoltà a distribuire il terzo film a causa delle chiusure, così siamo passati a Sky Original e allora è nata l’idea della serie tv. Amo molto questo prodotto, dal punto di vista editoriale sono stata più che altro spettatrice e ogni proiezione mi ha messo molto entusiasmo”. In appendice, anche un commento del regista Alessio Maria Federici: “La sfida più bella è stata vedere questi mostri sacri della commedia insieme ad alcuni giovani emergenti”.

Marco Giallini, Gian Marco Tognazzi e Giampaolo Morelli (640×360)

Non ci resta che il crimine e gli anni Settanta

Dopo la panoramica generale, la maggior parte delle domande si sono concentrate proprio sugli anni Settanta, il periodo di riferimento di Non ci resta che il crimine – La serie, e in generale sulle concezioni storiche dietro la produzione. C’è, nel cast, chi ha vissuto quegli anni, come Marco Giallini che ha parlato di un suo ricordo del periodo “Di quegli anni, in cui ero adolescente, conservo molti ricordi, ma uno in particolare è relativo a quando sono andato con mio padre in un negozio a prendere la stoffa per fare il vestito della cresima. A un certo punto si sentono di colpi di arma da fuoco all’esterno e tutti i negozi abbassano le saracinesche. Siamo rimasti dentro un’ora, intanto fuori c’era la guerriglia e quella è un’immagine emblematica del periodo”. E c’è anche chi non ha vissuti i Settanta, come Maurizio Lastrico, che invece ha parlato di ciò che ha imparato da questa esperienza: “Oggi viviamo in un’epoca che sembra insipida e confrontarla con un periodo cosi ricco di stimoli è stato d’insegnamento”.

Gli anni Settanta sono importanti soprattutto per Massimiliano Bruno, che ha spiegato le ragioni di questa scelta: “Negli anni 70 c’era il movimento studentesco, con i giovani impegnati socialmente e politicamente. Erano anni di enorme fermento politico e rappresentare questi anni è importante per ricordare come il ventennio successivo sia stato un periodo di annullamento totale dei progressi di quegli anni. Siccome sta riemergendo un sentimento popolare in questi anni, è importante imparare dalla storia e ricordare che questo fermento non deve essere, ancora una volta, calpestato da ideali nichilistici. È importante vedere quanto lottavano quei ragazzi e ricordarlo a chi si è spento“.

Infine, noi di Hall of Series abbiamo voluto chiedere se ci fosse un periodo storico in cui i protagonisti di Non ci resta che il crimine – La serie vorrebbero tornare se ne avessero la possibilità e così ha risposto prima Giampaolo Morelli: “Gli anni Ottanta sicuramente, soprattutto la seconda metà. Per il cinema, per la musica, era un periodo ricco di idee, questo stesso film è ispirato da Ritorno all Futuro e Non ci resta che piangere, due film dell’epoca. Sono stati anni di grande formazione, spesso molto sottovalutati” Anche Gian Marco Tognazzi ha detto la sua, lanciando pure un intrigante augurio per il futuro: “Sicuramente quel periodo degli anni 80, ma anche la fine degli anni 60. Abbiamo raccontato il 1982, magari si può fare la fine degli anni Ottanta”.

Qui, dunque, termina il racconto della conferenza stampa di presentazione di Non ci resta che il crimine – La serie. L’appuntamento, dunque, va al 1 dicembre, quando la produzione Sky esordirà e ve lo assicuriamo, le risate non mancheranno di sicuro.

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