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Poche ma buone: Apple TV Plus sta scommettendo tutto sulla qualità

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Quando esce una piattaforma streaming nuova, normalmente è accompagnata da diversi rumoreggiamenti da parte dei futuri addicted della stessa: il parlarne si fa sempre più incalzante a ridosso della data di uscita, si inizia a controllare l’intero catalogo per vedere su quale serie, per prima, ci si getterà e alcuni (tra i più folli e fissati) controllano anche chi sono i produttori, registi e sceneggiatori dietro i primi materiali originali della piattaforma, così da iniziare a farsi un’idea di che cosa li aspetterà al rilascio di quelle che, c’è la possibilità, saranno le loro nuove serie preferite. Il 25 marzo del 2019, quando la casa di Cupertino ha svelato il progetto Apple TV Plus, un servizio di streaming che facesse concorrenza ai vari Netflix e Prime Video, detentori del mercato, la ricezione della cosa fu abbastanza tiepida: alcuni non si aspettavano una vera concorrenza da parte di Apple, tanto meno che potesse in alcun modo andare a scalfire lo strapotere delle due sopracitate. A oggi, quei detrattori, non hanno avuto tutti i torti.

C’è un enorme ma, alla fine di questa frase.

Pur non essendo riuscita al momento a conquistare un’enorme fetta di mercato, con una proposta numericamente ridotta se comparata a quella delle due concorrenti e con contenuti a pagamento, Apple TV Plus si è concessa un lusso che le altre, complice la necessità riscontrata di essere sin da subito concorrenziali e invidiabili, non sono riuscite a concedersi. Il lusso della scelta.

Mentre Netflix e Prime facevano incetta nel loro catalogo anche di alcuni prodotti definibili tutt’al più passabili o peggio, AppleTV+ ha potuto selezionare con cura e criterio ciò che voleva i suoi abbonati vedessero e, soprattutto, le produzioni che si dimostravano maggiormente interessanti. A supporto di questa tesi, vorremmo porre all’attenzione le cinque serie che, probabilmente, sono più esplicative di ciò che sto dicendo.

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Guardatelo, guardate com’è svogliato.

La prima è Ted Lasso: ormai serie molto conosciuta e apprezzata dall’intero pubblico, la sua importanza sta nell’aver sdoganato e fatto conoscere a chiunque la piattaforma, proponendo una Comedy piena di buonumore, personaggi incantevoli e situazioni ridicole ma quotidiane, affrontate sempre con il sorriso del protagonista. Per questa serie, la piattaforma si è assicurata i servigi di Bill Lawrence, già creatore di Scrubs e di un faccione simpatico e familiare a tutti come quello di Jason Sudeikis. Non cose da niente, insomma.

For All Mankind, invece, propone una formula ostica ma declinata in maniera vincente, snodando tutta la sua trama da un quesito: e se i russi fossero arrivati sulla luna per primi?
Le serie distopiche sono sempre difficili da gestire e questa in particolare, dati i cambiamenti minimi ma enormi che avrebbe comportato, lo è ancor di più. Gli sceneggiatori sono abili artigiani, però, e costruiscono una storia avvincente dal primo all’ultimo secondo di queste due ottime stagioni.

Avvicinandoci ad un dramma più nei canoni, The Morning Show è stata forse la prima grande serie di Apple TV Plus: con un cast composto da sole superstar in uno stato di forma eccezionale (memorabile ogni interazione tra Reese Witherspoon e Jennifer Aniston, struggente, commovente e rabbiosa la performance di Steve Carell) propone una formula più che riuscita in un modo fresco e forte al tempo stesso. Un must per chiunque ami la buona scrittura e recitazione, in attesa della seconda stagione che ormai è in arrivo.

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Queste due meravigliose attrici sono il miglior punto di partenza per ogni piattaforma.

A dimostrazione della versatilità della piattaforma, hanno anche come freccia all’arco, un Mystery-Post Apocalittico come The Mosquito Coast. Basata sull’opera letteraria omonima di Paul Theroux, è difficile incasellare The Mosquito Coast: riesce a parlare di corruzione della società, di ambiente, di relazioni famigliari e di dinamiche relazionali in generale in un modo molto naturale e con poche sbavature, rendendolo un prodotto appetibile e più che interessante. Se poi nel cast c’è Justin Theroux, l’indimenticato Kevin Garvey di The Leftovers, siamo già un passo avanti a tutti.

In ultimo, See, forse la più ambiziosa dell’intero mazzo. Con una trama a dir poco strana (ma vi rimando a questa analisi per informazioni migliori) e una spesa di ben 15 milioni a episodio, il potenziale di questa serie rimane infinito e, possibilmente, un’interessante declinazione di quella serialità un po’ fuori dai canoni convenzionali di “ciò che piace” ma decisamente interessante. Se aggiungiamo nel cast Jason Momoa e Dave Bautista (ormai lanciato dopo il ruolo di Drax) siamo a cavallo.

Certo, non sono mancati dei passi falsi per la piattaforma. In difesa di Jacob, adattamento dell’omonimo romanzo e legal-thriller sulla carta decisamente interessante, è stato un buco nell’acqua nonostante le premesse fossero quelle della serie che prende “Emmy da tutte le parti”. Sia per la pretenziosità della messinscena, sia per la scarsa qualità dell’adattamento o per la svalutazione degli attori e delle performance del cast in generale (J.K. Simmons è divino, il personaggio scricchiola; Chris Evans è un attore sottovalutato che però non riesce ad esaltarsi in questo ruolo) la miniserie che doveva lanciare di diritto AppleTV+ tra

In linea generale, AppleTV+ sta proponendo un catalogo di tutto rispetto con scelte oculate in termini di qualità, anche se talvolta non reclamizzate a dovere. Fossi in voi, io un’occhiata la darei.