ATTENZIONE: l’articolo contiene spoiler su The Big Door Prize – Il premio del destino, la serie in onda su Apple Tv+!!
Se qualcuno ti dicesse che stai sprecando la tua vita in mansioni che non ti valorizzano? Se stessi perdendo tempo a perseguire una strada che non è la tua? Se stessi viaggiando al di sopra delle tue reali possibilità? Sono le domande che suggerisce la macchina Morpho agli abitanti di Deerfield, la cittadina in cui è ambientata The Big Door Prize – Il premio del destino, serie Apple Tv+ attualmente in onda con episodi a rilascio settimanale. La Morpho è una particolarissima macchina a gettoni che qualcuno ha recapitato in un market della città e che sta mettendo in crisi l’intera comunità perché, in cambio del codice di previdenza sociale, di un paio di monetine e delle impronte digitali, rivela a ciascuno il proprio potenziale di vita, il massimo a cui ogni persona può verosimilmente aspirare. Ne vengono fuori i messaggi più disparati, per lo più indicazioni molto specifiche, ma anche diciture più generiche, talvolta persino enigmatiche. Suggerimenti? Risposte date a casaccio? Un gioco? Una finzione? Un imbroglio di qualche misteriosa multinazionale che sfrutta la curiosità delle persone per sottrarre dati sensibili? Nessuno lo sa, l’unica certezza che dà la macchina è che, per ogni individuo, il bigliettino è sempre lo stesso.
Insegnante, eroe, predicatore, becchino, storyteller o superstar: l’oscuro macchinario sembra poter tracciare il destino di chiunque vi poggi sopra le mani.
È un bene o un male? The Big Door Prize si sofferma sulla reazione dei personaggi alla scoperta del proprio potenziale di vita. Quello che in apparenza si presenta come un gioco insignificante, in realtà finisce per intaccare qualcosa nella quotidianità di chi si presta a raccogliere il proprio bigliettino. È un materiale corrosivo che non agisce in superficie, al primo impatto, ma penetra negli strati più invisibili della psiche umana e consuma quegli spazi sospesi tra una domanda e l’altra, lasciando solo un’enorme voragine tra una miriade di dubbi. Che cosa è stata la nostra vita? Quanta discrepanza si è creata tra ciò che volevamo essere e ciò che invece siamo? È davvero così che immaginavamo le nostre vite? Avremmo potuto aspirare ad altro? Ci siamo accontentati? Siamo felici?The Big Door Prize mette gli abitanti di Deerfield davanti alla propria immagine riflessa nello specchio. La serie Apple Tv+, sempre più anti- Netflix sulle orme della prima HBO, stabilisce immediatamente una relazione tra ciò che si è e ciò che si desidera essere. Queste due dimensioni viaggiano sullo stesso binario, a volte incrociandosi, altre volte distanziandosi di parecchio. Ciascuno, costretto a tracciare un bilancio della propria esistenza, finisce inevitabilmente per domandarsi se ha smesso di cercare la versione migliore di se stesso oppure no. Se alla fine ha ceduto, si è arreso, si è adagiato alla vita che gli è capitata senza esplorare nuove vie. Per pigrizia, per indolenza, per mancanza di coraggio.
La Morpho arriva in città proprio per costringere ciascuno a fare i conti con se stesso.
Il nome della macchina – morpho – rimanda al suo significato originario: forma. Quale forma ha preso la tua esistenza? Ma soprattutto: hai la possibilità di cambiarla? La vita è una specie di plastilina che assume le sembianze di ciò che noi modelliamo o si adatta semplicemente al recipiente entro il quale la colloca il destino? Il simbolo della Morpho è una farfalla con le ali blu. E, in effetti, “Morfo” è anche un genere di insetti lepidotteri che si trovano nelle foreste pluviali. La farfalla è un insetto che ha raggiunto il suo massimo potenziale: originariamente è un uovo, poi vive la metà della sua vita come un bruco, infine diventa una crisalide e poi dispiega le ali come farfalla. Se il bruco più brutto del pianeta infilasse le monetine nella Morpho, questa gli recapiterebbe sempre lo stesso messaggio: farfalla. Il che significa che esiste per tutti un destino luminoso da riscrivere. Chris O’Dowd, che nella serie interpreta il protagonista Dusty, un insegnante di liceo a cui il bigliettino ha indicato esattamente insegnante/fischiatore come potenziale di vita, in un’intervista sulla serie Apple Tv+, ha fatto notare l’effetto positivo di un meccanismo del genere: la macchina sarebbe una specie di catalizzatore che riesce a tirare fuori il meglio dalle persone, un aggeggio che spinge ciascun individuo a cercare sempre la versione migliore di sé. Dopotutto, uno degli appellativi con cui veniva chiamata Afrodite, la dea della Bellezza, era proprio Morpho. Allora basterebbe sfidare le proprie convinzioni e sbloccare la magia che è in ciascuno di noi per trovare la bellezza e sfruttarla a proprio vantaggio.
The Big Door Prize ci suggerisce però che la scoperta del proprio potenziale di vita non ha sempre effetti benefici su cui riceve il bigliettino.
Il responso del macchinario spinge a voltare pagina, ma quella successiva è un’altra pagina tutta bianca, non dà punti di riferimento e cominciare a scriverci sopra qualcosa fa paura. Cosa potrebbe succedere, nella tua piccola vita, se qualcuno ti dicesse che il tuo potenziale è la “regalità” e tu invece hai sprecato la tua intera esistenza a vivere come una comune venditrice di felpe in una cittadina dimenticata dal mondo? E se invece ti dicessero che hai già raggiunto il tuo massimo potenziale? Cosa ti resterebbe da fare? Il regalo del destino è una serie che si sofferma su mille interrogativi ed è proprio quel catalizzatore di cui ha parlato Chris O’Dowd che dovrebbe spingerti a cambiare in meglio ciò che sei. Il creatore di The Big Door Prize, David West Read (Schitt’s Creek), ha iniziato a lavorare alla produzione Apple Tv+ durante la pandemia. Il 2020 è stato un po’ come una gigantesca macchina Morpho infilata con la forza nelle case di ciascuno di noi. Quel tempo sospeso, di riflessione e di esplorazione dei propri interessi, ci ha spinti a cercare il nostro potenziale e a farne tesoro. È stato il mondo in lockdown che ha ispirato a West la realizzazione di questa serie, che è tratta da un romanzo di M.O. Walsh ma assume poi dei connotati del tutto originali. Si tratta fondamentalmente di una comedy, ma lo script spinge i suoi personaggi a fare delle riflessioni sulla propria esistenza talmente profonde da conferire al prodotto un tono drammatico sempre percepibile. Lo show è apparso su Apple Tv+ lo scorso 29 marzo e finora se ne è parlato troppo poco (e non è l’unico caso). Abbiamo potuto vedere solo i primi cinque episodi – gli altri usciranno a cadenza settimanale, fino al 17 maggio -, per cui tracciarne un bilancio complessivo è ancora prematuro. Ma la Morpho ci ha già mandato in tilt il cervello e ci ha fatto avvertire tutto il peso soffocante della possibilità di un destino che potrebbe essere riscritto.