La prima stagione di Arcane (qui la nostra recensione), la serie ispirata al mitico universo di League of Legends, si concentra sul rapporto – simbiotico prima e conflittuale dopo – tra le due sorelle Violet “Vi” e Powder, poi Jinx.
Jinx e Vi sono due facce della stessa medaglia, sono legate indissolubilmente, condizionate dalla presenza e perfino dall’assenza dell’avversaria. Perfettamente opposte eppure coerentemente simili. Sono l’una il prodotto dell’altra. Insieme si bilanciano, si scontrano e si incontrano, riconoscendo nella sorella parti di sé. Sono come lo Yin e lo Yang, diverse ma entrambe necessarie per mantenere l’equilibrio.
Lo Yin e lo Yang sono alla base della filosofia cinese, sono il principio che regola il mondo. Sono forze contrapposte, ma che non possono essere complete senza la controparte. Mai assolute, ma contenenti sempre un frammento del loro contrario.
Vi rappresenta lo Yang: il bianco, la luce, la fermezza.
Vi è da sempre un polo catalizzatore, un punto di riferimento per chiunque. È il sole che illumina l’oscurità, il fuoco, la chiarezza di chi ha un obiettivo e lo vuole perseguire, combattendo in prima linea.
È la sorella maggiore, che ha sempre dovuto farsi carico di Powder e di cui ha cercato di prendersi cura fin da piccolissime. Eccellente nelle arti del combattimento corpo a corpo, la sua lucidità nelle situazioni di pericolo l’ha resa subito una leader, ammirata dai compagni come dagli adulti. La stessa Powder non ha mai smesso di puntare a lei, di sognare di raggiungere quella luce così accecante che era Violet. È quella che si avvicina agli dei di Piltover, che stringe con loro un’alleanza, che dimostra come farsi valere e imporsi anche a chi è più grande di lei. Questo perché la sua purezza, il buon cuore che si cela dietro l’aspetto mascolino e scontroso, emergono e attirano persone di altrettanto buone intenzioni.
Ma Vi è anche l’oscurità che l’attanaglia nel momento in cui la rabbia prende il sopravvento e il suo unico desiderio diventa la vendetta ai danni di una società che lei vede chiaramente come ingiusta.
Jinx rappresenta lo Yin: il nero, l’oscurità, il caos.
Powder si è sempre sentita messa da parte, lasciata indietro perché troppo debole per affrontare la vita, finendo per rimanere a guardare passivamente mentre era Vi ad agire. È nel momento in cui rimane sola che si rende conto di non poter più fare affidamento sugli altri e inizia a mostrare il suo potenziale. Ma così facendo si avvicina ai demoni della città sotterranea, svegliando i mostri quiescenti nella sua mente che non fanno che affollarsi e gettarla nella confusione più assoluta.
Ovunque Jinx arrivi, la segue il panico. Senza controllo, finisce in un turbine di sentimenti contrastanti, come fosse trascinata dalla corrente, si trasforma lei stessa in acque agitate capaci di diventare un pericoloso tsunami.
Ma Jinx è anche il bianco candido, la purezza di un amore viscerale che supera delusioni e pregiudizi, che si dona con calore e totalità.
Quando si rincontrano in Arcane, di fronte al cambiamento di Jinx, Vi rimane esterrefatta. Vede le sue certezze crollare, proprio lei che di dubbi non ne ha mai avuti. Lei che si era sempre fatta carico di ogni responsabilità, lei che portava la luce della speranza e che con determinazione guardava al futuro con lo sguardo famelico di chi vede distintamente cosa la attende ed è pronta a cambiarlo in meglio. Ma la sua unica debolezza fino a quel punto era sempre stata Powder, la dolce Powder che andava tutelata e che senza la sua cura non sarebbe sopravvissuta a quel mondo tanto brutto. E se Powder non fosse sopravvissuta, allora anche Vi non avrebbe potuto continuare a combattere.
L’una non può esistere senza l’altra e viceversa. Ormai distanti anni luce, o forse lontane lo sono sempre state, Vi e Jinx hanno bisogno dell’altra per sopravvivere, per potersi completare. Perfino nei momenti più bui, durante gli anni trascorsi dopo l’esplosione e la morte di Vender – perfino quando Powder credeva che Vi l’avesse abbandonata e Vi sapesse che Powder aveva ucciso la sua famiglia – perfino allora non hanno smesso di sperare di riabbracciarsi. Violet le ha perdonato tutto, senza perdere l’anelito che la spingeva a proteggerla. Nella sua cella immaginava il volto della sorellina, ferma ormai nella sua testa all’età di dieci anni, indifesa e sola. E intanto invece Powder è cresciuta, l’abbandono le ha permesso di farsi forza e finalmente esprimere tutto il suo potenziale. E nonostante una parte di lei abbia odiato Violet per come l’abbia trattata prima di andarsene, non ha mai smesso di figurarsela accanto. Anche quando ormai Powder non c’era più e Jinx ha preso il sopravvento.
Un rapporto di co-dipendenza viscerale, fortificatosi dal dolore. E lo dimostra come, nell’ultimo episodio di Arcane, alla cena organizzata da Jinx, entrambe abbiano mostrato risentimento e pietà per la sorella. Vi ha cercato fino alla fine di riportare in vita Powder. E Jinx alla fine, quando ha avvertito il pericolo per Violet, non ha esitato a uccidere l’unica persona che l’abbia mai accettata per com’era realmente, senza mai cercare di cambiarla o di trattarla con i guanti.
È nell’istante in cui Jinx abbraccia in toto chi è diventata, riconoscendosi diversa da quella che era e capendo che Vi non avrebbe mai accettato la sua nuova natura, è da quel momento che le due sorelle un tempo sempre un unite di schierano definitivamente su fronti diversi. Combattendo una per la luce, l’altra per l’oscurità.