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Come si diventa cattivi – Jinx

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Nelle storie che ascoltiamo, leggiamo, guardiamo ci sono personaggi che, a seconda della bravura dell’autore, godono di un diverso livello di complessità. Con un’analisi un po’ semplicistica e senz’altro manichea, possiamo distinguerli in “buoni” e “cattivi”. Se il percorso narrativo del “buono” ci appare solitamente abbastanza lineare e comprensibile, capita più frequentemente che quello del “cattivo” sia ondivago. Quando il “cattivo”, poi, è particolarmente riuscito, ci troviamo spesso di fronte a una personalità prismatica, tanto vasta da contenere al suo interno contraddizioni spesso insanabili. In questi articoli, cercheremo di indagare le storie, gli indizi, i topoi dei “cattivi” più riusciti delle narrazioni seriali e cinematografiche. Oggi continuiamo il nostro percorso (iniziato nella prima puntata con Daenerys Targaryen di Game of Thrones) con Jinx di Arcane.

Come si diventa cattivi?

Diventare cattivi non è il culmine di un percorso, non è una cosa che “capita”, non è una scelta. Diventare cattivi, molto spesso, è la conseguenza della sconfitta o dell’accettazione di un conflitto tra mostri spaventosi che ha luogo nel punto più profondo e oscuro della nostra anima. E Jinx da quel conflitto ne è uscita devastata, ma da quel conflitto è rinata.

Come ha fatto Powder a diventare Jinx?

Powder racchiude Jinx dentro di sé fin dal principio, fin dal momento in cui ha perso tutto, fin dall’istante in cui ha visto morire brutalmente sotto ai suoi occhi chi amava. Ed è lì, in quel frangente, quando tutto sembrava ormai perduto che Jinx, paradossalmente, è stata sconfitta. Perché Powder resta Powder nel momento peggiore. Quando tutti avrebbero vomitato fuori l’oscurità, lei riuscì a sconfiggerla, grazie a quel sentimento che è l’unico deterrente contro il male più orrido: l’amore.

L’amore di Violet rinchiude Jinx nella sua prigione fallace e caotica.

Powder viene tratta in salvo dalla mano tesa di una sorella che in mezzo a tutto il suo caos e al suo ascendente male ha visto una speranza lucente, sepolta sotto le macerie, ma pur sempre luminosa. Tuttavia, il male non può essere sottomesso in un istante. Il male rispetta la sconfitta e aspetta, trama nell’ombra, pronto a prendersi tutto, fino all’ultimo brandello. La piccola Powder vive costantemente con un mostro dormiente, ascoltando di tanto in tanto il suo eco lontano, flebile e spaventoso. Riesce a tenerlo lì, nascosto a tutti, lotta con se stessa per farlo, ma quando il diavolo avverte il sentore di un’anima, come un vampiro fa col sangue, perde la testa.

Il diavolo, nella mitologia più classica, è un essere infimo e diabolico che si traveste da angelo pur di ingannare le sue vittime. Non appena la situazione nella città sotterranea precipita, dove il viscidume e il terribile olezzo di disperazione regnano incontrastati, l’oscurità dentro Powder passa al contrattacco.

Senza difese, senza l’amore a salvarla, senza una mano tesa, Jinx risorge dalle tenebre e fagocita la piccola Powder.

È il trionfo della pazzia, il mostro a briglia sciolta distrugge tutto quel che può distruggere, prendendosi tutte le vite che intralciano il suo cammino. Jinx è libera.

jinx

Come detto prima, però, la cattiveria è un concetto relativo che può essere collegata alla sconfitta per mano di essa o alla sua accettazione. La pazzoide figlioccia di Silco infatti risulta estremamente divisa, quasi spaccata, tra il suo presente e il suo passato. La creatura nata dalla disperazione, dalla sete di vendetta, e dalla pazzia, è rimasta talmente tanto a lungo sepolta che ora, nonostante sia libera, soffre di una certa forma di Sindrome di Stoccolma. Powder passa da aguzzina a vittima ma è innegabile che tra lei e Jinx si sia insinuato una sorta di legame.

Ed è proprio sulle rimembranze di questo legame che Violet funge da ago della bilancia tra la sconfitta definitiva di Jinx e la rinascita di Powder.

Nei vicoli, tra gli appestati e i disperati, però, non vi è terreno fertile per una rinascita.

Powder prova in tutti i modi ad aggrapparsi a qualche sporgenza del suo passato, ma Jinx è forte, ostinata, e il mondo in cui vive è tremendamente ingiusto. Ed è per questo che il simbolo della rinascita incarnato da una ragazzina salvata dall’amore diventa il simbolo del caos totale. In definitiva si può quindi affermare che Jinx è il risultato di ciò che un’ingiustizia tremenda può generare e la testimonianza di come anche il bene più puro debba scendere a compromessi pur di salvarsi. Quando Violet viene portata via da quel vicolo, Powder era ancora lì, pronta ad aggrapparsi alle uniche mani in grado di salvarla… nonostante le sue fossero sporche del sangue dei suoi fratelli. Powder grida, implora di non essere abbandonata, sa che da sola non può farcela, sa chi sta aspettando famelica di impossessarsi di lei. Uno scherzo del destino che ha generato un mostro e sepolto una ragazzina.

jinx

Jinx può essere definita cattiva, a seguito di quanto detto, poiché in qualche modo risulta essere prigioniera del diavolo, captivus diabŏli, ma al contempo esula dal senso stretto e più comune del termine poiché incarna il concetto filosofico di vittima e carceriere.

Proprio per questo Jinx è la mina vagante per antonomasia, una sorta di Re Mida al contrario che distrugge suo malgrado tutto ciò che tocca. Una superstite alla ghigliottina della vita assetata del sangue del suo boia. La sua nascita è il trionfo beffardo del male che, infame e subdolo, sotterra persino i fiori nati dopo un terribile tornado.

Dal sangue di chi è morto per mano sua, dalle lacrime disperate e isteriche della piccola Powder, dalla rabbia e dall’amore di Violet, dal terribile affetto di Silco, Jinx si erge, cede alla salvifica follia, imbraccia la sua terribile arma e spara contro quel palazzo simbolo del progresso di pochi e dell’oppressione di molti dove per una volta il bene stava trionfando.

Il suo gesto da liberatrice la tramuta in una distruttrice di mondi. È così che Jinx è diventata definitivamente “cattiva”.

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