Tanto acclamata all’estero quanto ancora poco conosciuta nel nostro Paese: parliamo di Archer, l’irriverente serie animata per adulti a tema action-spionistico di FXX. E dire che lo show incentrato sulle avventure della strampalata e politicamente scorretta agenzia di spionaggio ironicamente nota come ISIS (International Secret Intelligence Service) porta con sé una lunga storia. Dal 2009 fino a oggi, Archer ha infatti saputo mantenere un ottimo livello globale, riuscendo a rinnovarsi di volta in volta senza senza per questo dover rinunciare al proprio stile e alla propria impronta e regalando agli spettatori piacevoli momenti di grande intrattenimento.
Un grande peccato, dunque, il fatto che in Italia la serie sia sempre passata piuttosto in sordina: pensate solo al fatto che la dodicesima stagione di Archer non sia stata per nulla pubblicizzata da Netflix, che infatti ha diffuso i nuovi episodi senza neppure darne un annuncio ufficiale. E ciò risulta strano perché la serie avrebbe tutte le carte in regola per piacere a tantissimi utilizzatori della famosa piattaforma streaming.
Trattasi infatti di una spy-comedy dannatamente originale e divertente, una serie animata per adulti che non si fa scrupoli a mettere nel mirino tutto e tutti con la sua comicità sboccata e frizzante e le sue folli trame.
Dopotutto, tra personaggi carismatici, avventure deliranti e una componente comica davvero peculiare, Archer riesce a continuare a essere divertente anche dopo anni, dimostrando di poter contare su una formula vincente, ma inserendo anche parecchi elementi di novità che portano notevolmente avanti la trama orizzontale dello show. Perché in fondo Archer non è altro che un procedural con una struttura fissa di partenza, una missione della settimana da portare avanti, un bizzarro compito da eseguire e nemici stravaganti da sconfiggere. Trame non particolarmente elaborate ma che diventano interessanti grazie a variazioni sul tema e all’imprevedibilità dei fantastici protagonisti della storia, che nel bene e nel male riescono sempre a cavarsela, nonostante tragicomici inconvenienti.
In ogni caso, la routine non è mai piaciuta agli autori della serie animata, e quando hanno sentito che la creatività stava venendo meno e che in mancanza di nuovi spunti la loro creatura rischiava di arenarsi, sono riusciti a trovare soluzioni alternative che dessero nuova linfa al loro show. Ecco, dunque, che nella quinta stagione, rinominata Archer Vice i protagonisti abbandonano momentaneamente le carriere nello spionaggio per intraprenderne una criminale, dedita al narcotraffico. Tuttavia, è a partire dall’ottava che le cose cambiano ulteriormente.
Dopo sette stagioni di onorato servizio, la serie infatti inizia a prendere una piega del tutto inaspettata.
Con una dichiarata operazione di rilancio del brand e con un palese intento di sperimentazione, ecco quindi che la scelta narrativa di far finire in coma l’amato protagonista della serie si risolve in un ventaglio di infinite possibilità: è così che dall’ottava fino alla decima stagione, in una modalità che trova ben pochi uguali nella storia delle serie tv, Archer diviene una serie parzialmente antologica.
Abbandoniamo quindi momentaneamente la familiarità delle missioni dell’I.S.I.S. per imbarcarci in scenari inediti: mondi alternativi che vedono ricomparire i soliti personaggi ma sotto diverse vesti, stili e ambientazioni sui generis, ma con lo stesso immancabile e iconico tono, con la medesima irriverenza e comicità che i fan della serie hanno via via imparato ad amare e a fare propria.
Ecco quindi che l’ottava stagione, rinominata come Archer Dreamland si ambienta in una realtà alternativa, partorita dalla mente del protagonista, dall’atmosfera noir, dove, tra intrighi e complotti, Archer agisce in qualità di detective privato immischiandosi negli affari di Madre, criminale di una Los Angeles dove tutti i suoi amici e colleghi interpretano ruoli completamenti diversi da quelli della realtà primaria. Dopo la parentesi noir ecco che passiamo poi a Archer Danger Island, una stagione ambientata sul finire degli anni ’40 in una paradisiaca, ma altrettanto pericolosa isola del Pacifico, in cui Sterling è un aviatore e contrabbandiere in crisi. Ancor più originale è poi lo spunto di Archer 1999, un racconto fantascientifico in stile anni ’70 incentrato sulle avventure dello sgangherato equipaggio di una navicella spaziale.
Episodi che si divertono a sperimentare nuove dinamiche tra i personaggi, fornendo spunti sempre nuovi che non annoiano ma stuzzicano lo spettatore e rispondono a tanti possibili “what if?”: divertissment che riescono a intrattenere nell’attesa del grande ritorno del mondo primario e del risveglio di Sterling Archer.
Dopo un lungo periodo di riflessione e di raccolta di idee, ecco quindi che giunge il momento di ritornare alla realtà di partenza, un mondo mutato radicalmente rispetto all’ultima volta che l’avevamo potuto vivere senza il filtro del sogno. Perché dopo tre anni di coma, tutto è cambiato, compreso Sterling stesso e lo spettatore ha quindi modo di veder dipanarsi di fonte a sé tante nuove possibilità e scenari inesplorati. Così cambiano le relazioni e le caratterizzazioni dei personaggi, l’approccio alle missioni, i limiti dell’agenzia. Tutto è diverso, ma allo stesso tempo estremamente familiare, cosa che permette al pubblico di ritornare gradualmente a casa, dopo una lunga e piacevole vacanza che però avrebbe rischiato di annoiare se portata avanti per troppo tempo.
Perché Archer riesce a cullarci all’interno di una confort zone che, anche durante le puntate meno ispirate, finisce sempre per soddisfare le nostre aspettative e che ci ricorda che a volte per sentirsi intrattenuti a dovere bastano solo momenti di entusiasmante azione e tanto, tanto humor, volgare, pop, ma sempre azzeccato e sul pezzo. Perché giocando con i suoi strampalati personaggi e con situazioni deliranti, Archer finisce per parodiare con un’ironia brillante i cliché tipici del genere di riferimento con elementi sempre nuovi e a loro modo geniali.
Ripescare a piè mani dal repertorio dei film action e di spionaggio alla 007 per capovolgere archetipi e strutture consolidate: con folli cyborg, simpatici serial killer, agenti segreti ninfomani e alcolizzati tutto è possibile!
Perché la vera forza della serie animata risiede, più che nelle ambientazioni e nella cornice narrativa, nelle evoluzioni dei personaggi, folli e deliranti ma tutti a loro modo spassosi e tra questi spicca ovviamente il suo fantastico protagonista, un idiota carismatico che, nonostante tutti i suoi difetti, risulta impossibile non amare: l’eterno Peter Pan pronto a sparare a qualsiasi cosa si muova, amante della cultura pop e odiatore dei coccodrilli.
Che si ambienti all’interno di scenari futuristici, di isole deserte o di agenzie investigative dei giorni nostri non importa: Archer rimarrà sempre sé stessa, una spy-comedy geniale e irriverente, capace di trasformarsi con sagacia adeguandosi alle esigenze degli spettatori e dei tempi, destreggiandosi con arguzia tra cliché e innovazione.