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Felicity Smoak, il genio dell’Arrowverse

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La serie tv Arrow, targata DC Comics, ha chiuso i battenti con l’inizio di questo nuovo anno, lasciando orfani moltissimi spettatori che avevano imparato ad amare le avventure di Oliver Queen.

Ma non era solo la storia di Oliver ad agganciare il pubblico. Abbiamo infatti amato anche gli altri personaggi, prima fra tutti Felicity Smoak. Nata come semplice dipendente della Queen Consolidated, sarà l’unica in grado di rubare il cuore di Green Arrow.

Più le stagioni andavano avanti, più ci si è resi conto che Felicity Smoak era diventata uno dei personaggi più apprezzati in Arrow, per tantissime ragioni diverse.

Il mio obiettivo oggi, quindi, è proprio quello di concentrarci su di lei, andando a scoprire insieme cosa la rende un personaggio così amato e apprezzato, nonostante i suoi moltissimi difetti.

Nel momento in cui ci viene presentata, abbiamo l’impressione che Felicity Smoak sia la classica ragazza della porta accanto. Fisico asciutto, capelli biondi raccolti e occhiali da vista sempre indosso. Una ragazza nella media, che difficilmente potrebbe attirare l’attenzione, o almeno secondo lei.

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Lavora nel dipartimento informatico della Queen Consolidated ed è a lei che Oliver si rivolge, nel corso della prima stagione, per analizzare alcuni indizi collegati ai nomi della sua lista.

Già da questi suoi primi momenti ci rendiamo conto che la ragazza ha un lato geniale, che immediatamente colleghiamo alla sua bravura nel mondo della scienza informatica. Se poi consideriamo che è stato proprio quello il suo ramo di specializzazione al MIT, tutto acquista più senso.

Il lato geniale di Felicity, tuttavia, non è da vedersi soltanto dal punto di vista delle abilità tecnologiche. In fondo, nessuna persona può essere definita solo ed esclusivamente dal suo lavoro.

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Sono molti i motivi per cui la famosissima Overwatch di Arrow viene amata dal pubblico, primo fra tutti il suo essere un personaggio in cui potersi rispecchiare.

È infatti molto facile sentirci, alle volte, come Felicity Smoak. Una ragazza ordinaria e spesso impacciata che ci porta a pensare a tutte le figure orrende che noi stessi abbiamo fatto nelle situazioni più delicate. Dopotutto ci ricordiamo cos’ha detto a Oliver nel loro primo incontro:

“Hi, I’m Oliver Queen”

“Of course, I know who you are, you’re… Mr. Queen…”

“No, Mr. Queen was my father”

“Right! But, he’s dead. I mean, he drowned! But you didn’t… Which means you could come down to the IT department and listen to me babble…Which will end in 3, 2, 1”

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Da questo piccolo momento possiamo capire molte cose: che Felicity è una ragazza ordinaria, che è sempre attenta al suo lavoro, che quando le si presenta davanti un bel ragazzo agisce nella maniera più ovvia possibile e che straparla. Uno straparlare che, però, ci fa sempre sorridere.

Il suo cervello pensa al modo peggiore per dire le cose, ma allo stesso tempo è attenta e concentrata nel momento in cui lo deve assolutamente essere. Quando deve affrontare una missione e coordinare i suoi compagni, infatti, non c’è nulla che sfugga al suo controllo.

Certo, è un essere umano, e come tale commette degli errori, da cui scaturiscono discussioni con il resto del team Arrow, ma Felicity è in grado di non sbagliare mai due volte.

Nel corso di Arrow più volte le tecniche messe in atto da Felicity le si ritorcono contro, lasciando scappare i nemici nel primo momento. Tuttavia la ragazza non si arrende, modifica ciò che non ha funzionato e permette all’intero team di tornare alla carica con molta più forza di prima.

Basti pensare a quando è riuscita a catturare Ricardo Diaz in una delle ultime stagioni, agendo in solitaria. Su di lui Felicity meriterebbe di avere un capitolo a parte, perché è stato uno degli antagonisti della serie tv in grado di spingerla fin quasi al limite.

La verità è che Felicity, nel suo modo di agire, si dimostra sempre una donna molto forte e, al tempo stesso, agisce mettendo i suoi obiettivi al primo posto, lasciando spesso i sentimenti da parte. In più situazioni ha anteposto il lavoro del team all’amore.

Nel momento in cui conosciamo il suo passato da hacktivista, ad esempio, vediamo che lascia da parte qualsiasi sentimento le possa essere rimasto per l’ex fidanzato in modo da agire per ciò che è giusto. Vede una sua stessa arma usata contro di lei e decide di controbattere con qualcosa di dieci volte più forte.

Niente a livello sentimentale la può fermare, tranne l’amore. Qui torniamo a Ricardo Diaz: quando Felicity lo affronta lo fa per amore di Oliver, perché lo stesso Diaz l’ha incastrato e ora lui si trova in carcere per salvare l’intero team.

La ragazza non ci sta a vedere suo marito dietro le sbarre, ed ecco che fa il possibile e l’impossibile per trovare il vero responsabile di tutta la situazione. In questo preciso momento si nota che la forza del suo sentimento l’ha quasi trascinata via, portandola a compiere azioni ai limiti della legalità pensando di agire per il meglio.

Ci sarà bisogno dell’intervento di Laurel/Black Siren per farla tornare in sé stessa e mostrarle che c’è comunque un’altra via. Diaz pagherà per i suoi errori, solo non come Felicity aveva previsto. Da un certo punto di vista questo suo modo di muoversi potrebbe essere inserito tra i suoi momenti negativi.

Come già detto Felicity è umana, e nel suo esserlo presenta pregi, difetti e inevitabili contraddizioni. Iil suo modo di agire verso Diaz è dato dalla spinta dell’amore, ma anche da un forte egoismo.

In quell’occasione, Felicity pensa sì al bene della città, ma principalmente rivuole suo marito.

È innamorata, questo è indubbio, ma ricerca anche una stabilità che solo Oliver riusciva a darle, e ora che non è accanto a lei si sente persa.

Una situazione analoga la si nota nel suo rapporto con l’Helix. Entra in contatto con il gruppo di hacker nel tentativo di ottenere informazioni utili per il suo team e finisce invece per collaborare con loro. Una cosa che trova utile fino a un certo punto, dato che si rende conto che non seguono la sua stessa condotta etica.

Anche in questo caso Felicity agisce per egoismo, nella convinzione che passare un limite può aiutare a raggiungere gli obiettivi del team Arrow. Questi momenti la rendono parecchio fastidiosa, anche perché è convinta di essere nel giusto.

Al tempo stesso, questa sua convinzione di avere la verità in tasca la porta a essere saccente. Uno di quei tratti caratteriali che personalmente non riesco proprio a mandare giù. Un tipo di atteggiamento che è stato riscontrato sempre più nelle ultime stagioni, con l’introduzione di nuovi personaggi.

Nuovi membri del team Arrow a cui insegnare come agire, ma un conto è farlo in maniera costruttiva e un altro è farlo in maniera distruttiva. Con l’idea di essere sempre nel giusto Felicity si inserisce in pieno nella seconda categoria, portando buona parte del pubblico a tollerarla sempre meno.

Buona parte del suo cambiamento in termini di atteggiamento è derivato anche da una progressiva perdita di fiducia in Oliver.

Non per ciò che fa come Green Arrow, ma per ciò che accade nella loro vita privata. Lui è sempre stato una persona riservata e piena di segreti, e nonostante si dica spesso che in una coppia non ce ne devono essere, lui persiste nell’averli.

Da qui è nato un altro dei difetti di Felicity, ovvero la sua difficoltà nel perdonare. Arriva sempre e comunque a un punto in cui riesce a lasciarsi tutto alle spalle, ma il problema è che ci mette davvero tanto. L’esempio più lampante è quello di William, figlio di Oliver avuto molti anni prima.

Siamo tutti d’accordo che non è un segreto da poco, ma una volta che capiamo le motivazioni di lui possiamo capire anche perché non abbia parlato prima. Tuttavia Felicity gli recrimina un’eccessiva disonestà, e questo suo pensiero andrà avanti più a lungo di quanto si possa sopportare.

Come già detto prima, però, Felicity è umana, e in quanto tale piena di contraddizioni. Un personaggio come lei lo si può amare come odiare. L’importante è saperla apprezzare per tutto ciò che ha dato al team Arrow grazie al suo genio, e non fermarsi solo ai suoi momenti bui. Perché dopo tutto l’abbiamo amata anche perché è esattamente come noi.

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