Dal mio corpo in decomposizione, i fiori cresceranno e io sono in loro e questa è l’eternità.
Sullo schermo nero compare un messaggio introduttivo che ci avverte e noi sappiamo che il momento temuto in Ascolta i fiori dimenticati è alla fine giunto. Vederlo davvero, però, ci ha lasciati comunque impreparati e scossi. Osservare la realtà, quella dei soprusi e delle violenze, esposta in maniera tanto brutale sullo schermo ci ricorda sfortunatamente quanto ancora debbano essere fatti dei passi in avanti in un mondo che, sotto numerosi aspetti, non vuole saperne di migliorarsi. Siamo qui per parlare di serie tv ovviamente ma di fronte a quello a cui stiamo assistendo negli ultimi giorni non possiamo neppure nascondere la testa sotto la sabbia.
Dopo i primi segnali nello scorso episodio, l’inganno d’amore viene definitivamente smascherato e gli artigli rapaci di Dylan spuntano fuori alla luce del sole. Sempre più innamorata, Alice non sembra volere o addirittura poter riconoscere il veleno tra le parole dell’uomo. Assuefatta alla sua presenza e al bisogno tossico di far parte della sua vita, Alice torna a essere la piccola bambina dai capelli biondi che leggeva storie fantastiche e cercava l’amore del suo papà. Totalmente impreparata alla vita fuori da Thornfield, la ragazza non ha mai ricevuto alcuno strumento per saper riconoscere un uomo buono da un altro, cadendo inevitabilmente nella trappola. Qualcuno, però, potrebbe salvarla prima che sia troppo tardi. A Thornfield, nel frattempo, June lotta tra la vita e la morte e l’ennesimo segreto taciuto troppo a lungo viene, infine, rivelato.
ATTENZIONE! La recensione che segue contiene SPOILER, se non avete ancora visto il sesto episodio di Ascolta i fiori dimenticati, vi consigliamo di non proseguire.
Dylan immagina un sogno new age, una vita solo in due, libera e spensierata dove poter crescere dei bambini e lasciarsi il passato alle spalle. Un sogno, appunto, al quale è impossibile resistere e dal quale è ancora più impossibile risvegliarsi. Perché il “e vissero felici e contenti” promesso da Dylan è solo un’illusione. Con i suoi glaciali occhi azzurri, lo straniero è venuto a saccheggiare e depredare il cuore di Alice. Ormai la tiene praticamente in pugno, stretta in una presa che trattiene lo spirito di Alice vincolato a sé tra una carezza e un giuramento. Così, la puntata procede in un susseguirsi di scene ed eventi che culminano in quell’ultimo atto di violenza fine a se stessa. Una violenza che si scatena feroce e animale, da parte di un uomo che ha perso il controllo e non può permetterselo e di una donna che lotta per la propria vita.
Alice ha creduto per tutta la vita di aver ereditato la parte migliore della madre Agnes, ma si sbaglia. Come lei è finita, invece, giù giù nella tana del Bianconiglio ma nessuno Paese delle Meraviglie ad aspettarla alla fine. La voce e persino la presenza di Agnes sono gli ultimi pezzi di un’ancora pesantissima, che impedisce alla ragazza di scrollarsi veramente di dosso il passato e ricominciare da capo. Il senso di colpa unito alla personalità narcisista e possessiva di Dylan rendono così Alice la preda perfetta. D’altronde Alice ha raccontato del suo passato a Dylan ma non ci sono mai state effettivamente mostrate le dinamiche dell’incendio e la morte dei suoi genitori.
Qualcosa ci dice che Ascolta i fiori dimenticati potrebbe riservarci un’ultima sorpresa nel finale di serie.
Il narcisista Dylan conosce uno a uno tutti i punti deboli della ragazza e sa perfettamente come muoversi per corteggiarla e farla innamorare di sé. Una volta ottenuto il suo affetto con moine, gesti eclatanti e passione, ecco che entrano in gioco tutti gli altri aspetti morbosi della personalità narcisista e di tale tipo di relazione. Prima viene scongiurato il rischio che la ragazza abbia troppo potere, venendo così isolata dal resto del gruppo, mortificata e circuita. Azioni che il narcisista compie alternando “dare” e “riprendere”: si promettono passeggiate al tramonto, serate dense di passione e sogni in grande, ma si ritrattano in cambio anche le serate in compagnia di altre persone, le amicizie e tutti gli spazi al di fuori del nucleo domestico. Le certezze della ragazza non crollano, non all’inizio almeno, perché a ogni libertà negata si sovrappone un gesto (possessivo) d’amore.
La luce di Alice si affievolisce pian piano all’interno di una stanza dalle pareti sempre più buie e strette mentre Dylan si nutre della sua vitalità e della sua energia giorno dopo giorno. Gli atteggiamenti abusivi dell’uomo aumentano. Se prima è “solo” un vestito troppo appariscente, si passa ben presto alla gelosia smodata, all’ipercontrollo e alla manipolazione fino ad arrivare alla violenza fisica. Dylan la prende per il collo, le fa del male e la getta a terra. Flashback di incubi chiusi a chiave fanno subitamente capolino. L’immagine di Dylan si accosta a quella del padre Clem e Alice comincia, in cuor suo, ad aprire gli occhi. Ma è necessario un ultimo ed estremo atto di violenza per far emergere nella ragazza, la Fenice che è rimasta sopita troppo a lungo. Dylan tenta di spegnere definitivamente la luce ma Alice risorge, risvegliata ancora una volta dal fuoco e decisa a combattere per se stessa.
È giunto dunque il tempo delle lacrime. Dolci o amare che siano.
In questo sesto episodio, che è probabilmente il migliore della miniserie dopo il primo, le donne di Ascolta i fiori dimenticati devono venire definitivamente a patti con i propri sentimenti. Lacrime di liberazione, di colpa, di comprensione, d’amore e persino lacrime ingannevoli. Mentre Alice sta aprendo per la prima volta gli occhi sul mondo, June sembra pronta a chiudere per sempre i suoi. Da sempre libera e indipendente, June ha messo al primo posto se stessa, vivendo senza remore e amando senza limiti. L’ultimo e più doloroso segreto riemerge dalle profondità degli abissi del suo animo, sgorgando come un fiume in piena tra lacrime e parole. Lo avevamo immaginato ma adesso arriva la conferma. Clem è il figlio di uno stupro, un atto che sembra aver dunque segnato il destino del ragazzo, come in una tragedia greca che si rispetti.
Anche Twig piange per i propri figli, a chilometri di distanza. La donna si dispera e si lascia andare a un lamento collettivo, insieme ad altre madri come lei. Candy piange per le persone che ama, grata dell’affetto che ha ricevuto per così tanto tempo e pronta a raccogliere l’eredità di June. E infine, appunto, ci sono le grida di dolore di Alice, che si è strappata di dosso le pelli di Selkie per l’uomo sbagliato e adesso urla con quanto fiato ha in gola ripensando alle sorelle e madri perdute.