ATTENZIONE: l’articolo potrebbe contenere spoiler su Ascolta i fiori dimenticati, la serie uscita questa estate su Amazon Prime Video!!
Parlare il linguaggio dei fiori, estrapolare le radici di una sensazione nascosta, soffocata, è la via che hanno scelto alcune donne per comunicare al mondo esterno il proprio stato d’animo. La propria verità. Un mondo esterno infido, traditore, ignobile, osceno, che le ha ingannate e violate, profanandone l’innocenza, derubandole degli anni più belli, quelli felici, spensierati, luminosi. Un mondo esterno in cui ci si riscopre fragili e insicure. Delicate, come un bocciolo che strepita per schiudersi mentre fuori infuria la tempesta. Ci si accascia a terra, si perdono le forze, si rimane immobili, impassibili, mentre il nubifragio sconvolge tutto e non risparmia nessuno. Il sole appare come un lontano miraggio, troppo opaco per scaldare la pelle, troppo distante per sciogliere le paure. The Lost Flowers of Alice Hart – tradotto in italiano come Ascolta i fiori dimenticati – è un dolorosissimo taglio sull’epidermide, che lacera a fondo, come una lama gelida che viola la superficie morbida della propria pelle. Fa male e fa arrabbiare, perché il confine tra la finzione narrativa e l’atroce realtà è inesistente. Ascolta i fiori dimenticati, la serie che è apparsa questa estate su Amazon Prime Video, racconta una storia vera, come potrebbero essercene tante. Racconta un dramma purtroppo sempre attuale, mai debellato, di cui si parla e si dibatte in continuazione, ma per il quale sarebbe molto più appropriato il silenzio.
Per questo, forse, la prima parola alla quale si è pensato scegliendo il titolo di questa miniserie è ascoltare. Ci sono silenzi che parlano, sguardi che comunicano sensazioni e malesseri, sospiri che confidano dolori inconfessabili, esitazioni nelle quali sono racchiuse grida, strepitii, imprecazioni, suppliche. Il linguaggio dell’uomo fa fatica a seguirne gli strazi. Ci sono pagine buie del proprio vissuto che non riescono ad essere raccontate e allora restano avvolte da un silenzio lugubre, si confondono in un mutismo funereo, luttuoso. È dunque necessario ascoltare, porgere l’orecchio al silenzio e cercare di ricavarne una testimonianza, per poi tramandarla. Il linguaggio simbolico di Ascolta i fiori dimenticati sfrutta un canale diverso per comunicare un messaggio. O, ancor meglio, per lasciare una traccia. Lo fa attraverso un racconto angosciante e una regia accurata, che mette in risalto i contrasti e lascia camuffare gli stati d’animo nelle immagini che si sovrappongono. La miniserie è arrivata il 3 agosto su Amazon Prime Video con i primi tre episodi. I successivi sono stati rilasciati con cadenza settimanale, fino al finale del 31 agosto. Sette episodi che hanno illustrato la storia triste di Alice Hart e delle donne che le sono state vicine. Sette episodi nei quali Glendyn Ivin e Sarah Lambert hanno cercato di condensare il succo del best seller di Holly Ringland, The Lost Flowers of Alice Hart. Una trasposizione televisiva che se sul piano del contenuto lascia perdere qualcosa alla storia, sul piano emozionale riesce ad essere ugualmente efficace, quasi straziante.
Ascolta i fiori dimenticati è una storia angosciante.
Ci schiaccia a terra come una percossa troppo forte. Ci spintona e ci scuote, senza darci tregua. Alice Hart potrebbe essere una nostra amica, nostra sorella, una conoscenza qualunque. È una donna cresciuta nella paura, traumatizzata dal passato turbolento, maturata in un contesto anomalo, a contatto con persone sofferenti, piene di lividi e cicatrici. La serie, per ovvie esigenze narrative, a un certo punto ci fa fare un salto dall’infanzia della protagonista all’età più matura. Le prime scene di Ascolta i fiori dimenticati ritraggono una famiglia apparentemente molto felice, immersa nella natura, con volti distesi, sorridenti. Poi però un’ombra scura attraversa il viso dei personaggi, si posa sullo schermo tenendoci sulle spine, trasmettendoci la sensazione di disagio che la regia vuole provocare nello spettatore. Allora la violenza arriva, senza cuscinetti assorbenti. È vigliacca, subdola, ingiustificata, e si prende ogni cosa, compresa la spensieratezza di Alice. I primi episodi hanno la forma della calendula, che simboleggia dolore e tristezza. C’è un padre violento che tiene le sue donne lontane dal mondo esterno. Alice e sua madre Agnes sono due prigioniere rinchiuse in un cottage in periferia, immerso nel verde, eppure la cosa più lontana da un luogo ameno e spensierato. Agnes aspetta un bambino, il fratellino di Alice, e sta escogitando un modo per portare se stessa e sua figlia lontano dal marito Clem. L’unico modo che ha per comunicare con l’esterno è attraverso dei messaggi cifrati all’interno dei libri che prende in prestito alla biblioteca per Alice. Agnes non fa però in tempo a mettere in salvo la sua famiglia, perché un brutto incendio all’interno della casa uccide sia lei che suo marito. Alice è l’unica sopravvissuta di casa Hart e dovrà ricominciare da sola, con tutto il carico di dolori e sofferenze che si porta dietro. A chiederne la custodia è sua nonna June (Sigourney Weaver), una donna dalla tempra forte, determinata, volitiva. June trascina Alice nel vivaio di Thornfield, la sua roccaforte, un luogo in cui accoglie donne sofferenti da tutto il Paese e alle quali offre una nuova possibilità di rinascita.
The Lost Flowers of Alice Hart è un dramma che pone al centro la donna costretta a subire violenze.
Ogni ospite del vivaio è un fiore con una propria storia, con un passato doloroso alle spalle, con delle ferite visibili sulla pelle. Ogni donna sceglie il suo linguaggio, comunicando con la pazienza di un fiore che ha bisogno della luce per sbocciare. Chi non ha voce, cerca di farsi sentire esplorando strade diverse, linguaggi alternativi. E quello di June, Alice e di tutte le donne che animano Thornfield è un linguaggio di rivalsa e rinascita. Una sorta di risarcimento per tutto ciò che la brutalità dell’uomo ha strappato loro, un indennizzo con cui gettare le radici per una vita nuova, finalmente felice. Tutto in The Lost Flowers of Alice Hart – Ascolta i fiori dimenticati ha una potenza nascosta che turba lo spettatore, fino a commuoverlo: la regia, la fotografia, le musiche, l’allestimento dei set, l’interpretazione dei personaggi. Sigourney Weaver e Alyla Browne e Alycia Debnam-Carey (rispettivamente la versione bambina e la versione adulta di Alice Hart) offrono ai loro personaggi tutta la credibilità di cui hanno bisogno per arrivare al pubblico. La prima in particolare, riesce ad essere in tutto e per tutto June Hart, si scolpisce addosso il personaggio donandogli la giusta carica drammatica, facendolo vacillare quando gli eventi lo richiedono e armandolo di una forza straordinaria quando tutto sembra perduto. Il dramma di Ascolta i fiori dimenticati è un dramma troppo reale per essere guardato con distacco, troppo impattante per essere seguito con superficialità. La serie australiana non è stata accompagnata da grande clamore mediatico al momento della sua uscita, ma tra tutti i prodotti estivi rilasciati da Amazon Prime Video nel corso dell’estate, questo è uno dei più commoventi e delicati. Consigliatissima la visione.