Dopo la lotta contro i giganti e le sorprendenti rivelazioni alle quali abbiamo assistito nel corso delle quattro stagioni di Attack on Titan, è arrivato il momento di tirare le somme per Eren e il destino dell’umanità. Chi ha seguito manga e anime sin dall’inizio sa benissimo che le lacrime sono all’ordine dell’episodio. E cosa c’è di meglio che farci un bel pianto riepilogativo con alcuni dei momenti più commoventi?
Ecco quindi 5 delle scene più significative e strazianti che Attack on Titan ci ha regalato finora.
1) Tengo molto a tutti voi, più di chiunque altro
Su un treno al tramonto, Eren, Jan, Mikasa, Armi, Sasha e Connie discutono su chi erediterà in futuro il gigante d’attacco. I ragazzi, ancora una volta, si ritrovano a vivere un momento di comunione come l’ennessimo piano strategico per sconfiggere i nemici. Derubati prima della loro infanzia e poi di quasi tutto il resto, i nostri protagonisti sembrano quasi tutti ignari della responsabilità di cui sono pronti a farsi carico. Tutti tranne Eren. In silenzio, l’antieroe di Attack on Titan ascolta le motivazioni e le ragioni dei suoi amici. Ognuno di loro è pronto a raccogliere il pesante fardello senza battere ciglio, come se la scelta non implicasse anche un accorciamento della loro vita.
O forse proprio perché consapevoli di questo, nessuno di loro vuole che gli altri amici vivano questa condanna. Uno spirito di sacrificio mascherato da ambizione che non sfugge, però, al laconico Eren, conscio delle reali motivazioni dei suoi amici. Ed è proprio in questo momento, forse, che Eren ha già preso la propria decisione: meglio distruggere il mondo intero pur di salvare le poche persone che ama.
2) Marco
Torniamo un po’ indietro nel tempo, ovvero a uno dei momenti più crudi e brutali di Attack on Titan.
Nella prima stagione, tra i cadetti del corpo di ricerca, c’era anche un ragazzo di nome Marco che stringe fin da subito con il gruppo dei nostri protagonisti. In special modo, la sensibilità e la pacatezza di Marco fanno breccia nel carattere opportunista di Jan che, per la prima volta, si ritrova ad avere qualcuno che crede fermamente in lui. Attraverso le parole di Marco, Jan si scopre una persona diversa, capace di pensare ai compagni e di guidarli. Proprio per questo motivo la misteriosa morte dell’amico nella prima stagione è sia un durissimo colpo ma anche una spinta a voler fare di meglio, a voler essere la versione migliore di se stesso. In nome della fiducia che Marco riponeva in lui, Jan non entra più nel corpo di gendarmeria ma si unisce alla gruppo di ricerca con Eren e gli altri.
Solamente alcune stagioni dopo scopriamo di come, in realtà, siano stati Reiner, Berthold e Annie a condannare a morte il povero Marco. Dopo aver sentito gli infiltrati di Marley parlare della loro missione, il ragazzo è stato dato in pasto a un gigante. Ma non finisce qui. Perché oltre alla tragica fine di Marco si aggiunge anche la straziante reazione di Reiner. Diviso tra il ruolo di soldato e la nuova vita tra le mura, Reiner va incontro a un vero e proprio sdoppiamento di personalità. Se un momento prima, ordina di abbandonare Marco al suo destino, il momento dopo lo ritroviamo in lacrime ad assistere alla scena ignaro di ciò che è appena accaduto.
3) Capitano mio capitano
Mentre la lotta contro i giganti infuria, il corpo di ricerca riesce a ottenere alcune piccole vittorie. La vera battaglia, però, ha luogo dove tutto ha inizio. Nel distretto di Shinganshina, Zeke Jaeger ha messo a punto un piano per riappropriarsi del Fondatore insieme all’aiuto di Reiner e Berthold. D’altro canto anche la guarnigione guidata dal comandante Erwin Smith non ha alcuna intenzione di cedere terreno ma, anzi, di riconquistare finalmente tutti i territori dentro le mura. La verità sulla reale natura dei giganti non è stata ancora rivelata e i nostri protagonisti lottano ignari e spinti esclusivamente dal fuoco del sacrificio.
Ed è sacrificio più grande quello che sono pronti a compiere Erwin e Armin durante lo scontro contro Zeke. Entrambi elaborano un piano, entrambi lo portano a termine mettendo a repentaglio la propria vita. Due leader distinti ma uguali nel carisma che ha spinto tanti altri a seguirli in guerra. Se Erwin è il demonio pieno di furore, il cui obiettivo è quello di portare gloria per sé e per i propri compagni, Armin è piuttosto lo stratega, lo scienziato e la mente dietro al gruppo di Eren. Di fronte ai due corpi martoriati e in fin di vita, tocca al capitano Levi prendere una decisione e scegliere a chi dare il siero. Non si tratta solo di uno dei momenti più strazianti di Attack on Titan ma anche uno dei quelli che ci fa sinceramente chiedere “come sarebbe andata se…?”.
4) La ragazza del pane
La quarta stagione dell’anime ci catapulta in una realtà totalmente inaspettata e nuova: quella di Marley. A Liberio facciamo la conoscenza di nuovi personaggi, con i quali non entriamo subito in empatia. Anzi. Sono stati tanti i commenti negativi riguardo a determinate nuove figure che, per forza di cose, sembrano un po’ messi a casa all’interno di una storia ormai consolidata. Stiamo parlando di Falco ma ancor di più di Gabi, vera spina nel fianco per grandissima parte della quarta stagione e che, nel bene e nel male, è portatrice di caos e dolore.
Sarà d’altronde il proiettile di Gabi a colpire in pieno Sasha nei primi episodi della quarta stagione. La ragazza muore tra lo sgomento nostro e dei suoi amici che, impotenti, non sanno come reagire o comportarsi. Una ferita che lacera l’animo di Jan e Connie ma ancor di più quello di Eren, sempre più determinato a vendicarsi di chi odia Paradis e i suoi abitanti. Senza emettere un fiato, solo un flebile lamento significativo, ci lascia uno dei personaggi più divertenti, dolci e, fino alla fine, puri di questo anime.
5) Il futuro Eren
In attesa di piangere con il finale definitivo che uscirà a novembre 2023, concludiamo questo articolo con uno degli ultimi momenti più commoventi della scorsa stagione di Attack on Titan.
Eren ha ormai attivato il boato della terra. I giganti avanzano inesorabilmente distruggendo ogni cosa e senza curarsi di chi o cosa finisca sul loro cammino. La scelta di Eren, così assurda nella sua crudeltà, rimane però drammaticamente comprensibile nel suo desiderio di proteggere e salvare le persone che ama. Di fronte a un mondo che li ha sempre tacciati di essere demoni, senza neppure conoscerli, che li ha rinchiusi all’interno di mura altissime e li ha trattati per secoli alla pari di bestie all’infuori di esse, Eren non prova alcuna emozione.
Il mondo che sognava da bambino, gli si rivela come un incubo a cielo aperto. La libertà è solo una maschera indossata alla pari di una fascia colorata sul braccio. Conscio di questo e avendo preso visione del passato, del presente e del futuro, Eren escogita un piano terribile ma necessario a detta sua. Eppure, di fronte a un bambino diverso da lui nell’aspetto ma uguale nello spirito, Eren non riesce a rimanere impassibile e scoppia in lacrime chiedendo ripetutamente scusa per quello che avverrà.