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Atypical – Provaci ancora, Sam

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Non si può certo dire che il 2017 sia stato un anno in cui a Netflix sia mancata l’audacia. A pochi mesi di distanza dal successo di una Serie discussa e controversa come 13 Reasons Why, il rilascio di Atypical ad agosto ha certificato il coraggio del colosso dello streaming nell’affrontare temi all’apparenza molto delicati.

Normality is overrated

Atypical è una Serie con un protagonista dichiaratamente autistico. Sam (Keir Gilchrist) è un diciottenne affetto da tale patologia. Ama i pinguini e l’Antartide (e ne parla incessantemente), legge libri in continuazione indossando cuffie anti-rumore, ma nonostante qualche bizzarria è uno studente come tanti. La sua condizione ha scosso e cambiato per sempre la vita della propria famiglia, costretta fin da subito ad adattarsi alle sue ricorrenti esigenze.

Sua madre (Jennifer Jason Leigh) ha sacrificato tutta se stessa per stargli sempre accanto, suo padre (Michael Rapaport) gli vuole bene, ma fa fatica a rapportarsi e a entrare in contatto con lui. Sua sorella Casey (Brigette Lundy-Paine) è l’atleta di casa, l’unica con cui Sam si confida, nonché sua protettrice a scuola. Come un novello Tony Soprano, il ragazzo è in cura da una giovane psicologa, Julia (Amy Okuda), con cui si confronta incalzandola di domande per cercare di capire di più se stesso e la sua malattia.

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Sam è un ragazzo intelligente, molto studioso e a suo modo sensibile, ma è innegabilmente diverso dai suoi coetanei. Essendo un tipo sveglio, è il primo a rendersene conto. Soffre e si strugge per questo suo essere allo stesso tempo tanto simile quanto atipico rispetto ai suoi compagni di scuola. Crescere protetto con amore ma controllato in ogni momento da sua madre lo ha aiutato molto inizialmente, ma ormai ha raggiunto la maggiore età e avverte il bisogno di doversi emancipare e tagliare il cordone ombelicale. Capire a fondo la sua condizione, cogliere le sottili e all’apparenza insormontabili differenze con i suoi compagni, trovare una ragazza. Sono questi gli obiettivi che il giovane Sam si propone, riuscirà a realizzarli in tempo per il ballo di fine anno?

La Serie ruota tutta intorno alla famiglia del suo protagonista

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Pur impostata come una classica Teen Serie per luoghi, strutture narrative e vicende trattate, lo show non è propriamente una comedy in senso stretto. Si alterneranno momenti di ilarità, legati per lo più al particolare modo di vedere il mondo di Sam, e momenti di toccante riflessione su cosa significhi convivere con tale patologia e su come questa influenzi pesantemente la vita di chi vi sta accanto.

La Serie viaggia su un ritmo in perfetto equilibrio tra leggerezza e gravitas, in cui si ride con (e non di) Sam per i suoi maldestri tentativi di rimorchio e in cui si empatizza con i familiari che cercano di aiutarlo come possono, fallendo spesso e volentieri ma pur sempre in buona fede. Robia Rashid ha confezionato 8 puntate da circa mezzora l’una, riuscendo innanzitutto a non cadere nel più squallido dei tranelli per prodotti simili: scadere in una vacua e pilotata autocommiserazione.

Atypical non cerca mezzucci o scorciatoie per indurre il pubblico a provare pena per Sam. Non si cerca la lacrimuccia facile nel mostrarci la sofferenza che prova un ragazzo autistico nelle difficoltà ad integrarsi col prossimo. L’obiettivo è farci entrare nella quotidianità di una famiglia normale, che vive di sogni, crisi, speranze e grattacapi come tutte le altre.

I problemi che Sam affronta quotidianamente potranno essere diversi da quelli di tutti noi, ma la Serie intende sottolineare come ognuno ha le sue croci.

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Le grane della sorella Casey nel decidere il proprio futuro, mettendo a repentaglio il rapporto con il suo fidanzato. Il matrimonio dei genitori di Sam, alla costante ricerca di un’impossibile stabilità dopo essere stato travolto in passato dalle conseguenze della diagnosi. Tutti in Atypical combattono quotidianamente una propria battaglia, malattia o non malattia. In fondo tutti noi non siamo poi così diversi dal protagonista: siamo fallibili, alla costante ricerca del consenso e dell’approvazione del prossimo, commettendo altrettanti (se non peggiori) errori nei rapporti umani, pur passando per “normali”.

Al di là dell’attinenza scientifica del suo personaggio con la reale patologia in questione, Keir Gilchrist è bravissimo a dare un’identità e un carattere riconoscibile a Sam. Il rischio di trovarsi di fronte a un clone di Sheldon Cooper per il suo modo di essere schietto, diretto e senza filtri, oltre che genuinamente incapace di mentire, era davvero molto alto. Menzione speciale per la bella e brava Brigette Lundy-Paine, capace di rendere la sua Casey il personaggio più positivo e interessante di tutta la Serie.

Insomma, se cercate una Serie Tv leggera ma non per forza scevra da contenuti, Atypical merita una visione.Atypical

Lo scorso settembre è stata rinnovata per una seconda stagione. C’è ancora tanta carne al fuoco, e tante curiosità sull’Antartide da scoprire.

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